"NON MI ASSOLVO COME PADRE, MIO FIGLIO DOVRÀ RICORDARE PER SEMPRE IL RAGAZZO CHE HA VISTO MORIRE" - PARLA IL CARABINIERE PADRE DEL TESTIMONE DELL'OMICIDIO DI THOMAS CHRISTOPHER LUCIANI, IL 17ENNE UCCISO CON 25 COLTELLATE A PESCARA PER UN DEBITO DI 250 EURO: "FORSE È PEGGIO DI COME LA STATE RAPPRESENTANDO VOI. CHIEDEVO A MIO FIGLIO DOVE ANDASSE, MI DICEVA: 'MI VEDO CON IL FIGLIO DI UN TUO COLLEGA’. AVREI DOVUTO INDAGARE PIÙ A FONDO?" - IL FRATELLO DI UNO DEI DUE MINORENNI INDAGATI PER IL DELITTO: "SE HA COMMESSO QUEL MASSACRO DOVRÀ PAGARE…"

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1. OMICIDIO DI PESCARA, IL CARABINIERE PAPÀ DI UNO DEI RAGAZZI COINVOLTI: “NON MI ASSOLVO COME PADRE, FORSE È PEGGIO DI COME LA STATE RAPPRESENTANDO”

Estratto da www.ilfattoquotidiano.it

Thomas Christopher Luciani

 

A tre giorni dall’omicidio di Christopher Thomas Luciani, il 17enne di Rosciano ucciso domenica pomeriggio con 25 coltellate in un parco del centro di Pescara, continuano ad emergere nuovi dettagli sul delitto, per un gruppo di ragazzi è indagato per omicidio. Tra questi, figura anche il figlio di un colonnello dei carabinieri, che ora è combattuto tra il ruolo di genitore e quello di tutore della legge: “Non solo non mi assolvo come padre, ma dico che qui nessun adulto può assolversi davvero. E dico che forse è peggio di come la state rappresentando voi“, ha detto in un’intervista al Corriere della Sera.

 

Il giovane, testimone oculare dell’accaduto, ha fornito informazioni cruciali agli inquirenti, contribuendo al ritrovamento del corpo della vittima. La sua posizione è attualmente al vaglio della squadra mobile di Pescara, che dovrà valutare il suo coinvolgimento nella vicenda.

 

omicidio thomas christopher luciani

“Vorrei che mio figlio vivesse migliorando la sua vita da ora in avanti. Desidero che tenga presente nel tempo cosa è accaduto, che abbia vivo il ricordo del ragazzo che ha visto morire e che ne sia all’altezza”, […] “Gli chiedevo dove andasse e cosa facesse, chi erano i suoi amici e come impiegassero il tempo. La risposta era rassicurante e per certi versi ingannevole. Mi diceva ‘esco con il mio amico, figlio di un avvocato’ oppure ‘mi vedo con quell’altro, figlio di un tuo collega’. Avrei dovuto indagare più a fondo? Avrei dovuto non accontentarmi?”.

 

OMICIDIO THOMAS CHRISTOPHER LUCIANI

La vicenda ha riacceso il dibattito sul ruolo dei social media e dei cellulari nel condizionare i comportamenti dei giovani, ma il carabiniere ha invitato alla cautela nel trarre conclusioni affrettate, sottolineando la complessità della situazione: “Non ci sono certezze anche qui. Non è il momento di giudicare è il momento di comprendere“. Quindi il colonnello ha concluso l’intervista con un appello ai media: “Posso solo sperare che chi fa quel lavoro, chi informa, sappia trovare la delicatezza che occorre per testimoniare una storia tanto triste”. […]

 

2. IL FRATELLO DI UN INDAGATO A PESCARA: «PER THOMAS HO PIANTO. ORA MIO FRATELLO DEVE PAGARE PER QUEL MASSACRO»

Estratto da www.open.online

 

il fratello di uno dei ragazzi indagati per l'omicidio di thomas christopher luciani

«Mio fratello è accusato di questo massacro e se ha sbagliato dovrà pagare» dice Simone, 18 anni, fratello di uno dei sedicenni indagati per l’omicidio di Thomas Christopher Luciani a Pescara. Ai microfoni del Tg1, il ragazzo prova a scusarsi con la famiglia del 17enne, che sarebbe stato ucciso con 25 coltellate per un debito di circa 250 euro: «Noi chiediamo scusa alla famiglia e gli staremo vicini. Non si meritavano assolutamente questo». Il 18enne ha spiegato che il primo pensiero in questo momento va innanzitutto alla vittima: «Ho pianto un sacco per Thomas. Voglio dire che a me e alla mia famiglia dispiace in primis per lui, perché non c’è più».

 

omicidio thomas christopher luciani

E nega che in famiglia si potesse solo immaginare che suo fratello fosse coinvolto nello spaccio di stupefacenti: «Assolutamente no, è una cosa che non ci spieghiamo». E per suo fratello non chiede nessun tipo di indulgenza: «È pur sempre mio fratello, gli vorrò bene però paghi il giusto per quello che ha fatto. Ha bisogno di fare gli anni negli istituti dove può essere aiutato. Non chiediamo sconti, crediamo nella giustizia». Simone dice che da quando ha scoperto che il fratello è indagato per omicidio sta «vivendo l’inferno. Mio fratello è accusato di questo massacro e se ha sbagliato dovrà pagare». […]

 

 

 

 

 

 

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