"NON POSSIAMO BLOCCARE IL PAESE" - LE REGIONI IN PRESSING PER CAMBIARE LE REGOLE DELLA QUARANTENA. IL TIMORE E' CHE A QUESTO RITMO MANCHINO ALL'APPELLO DIPENDENTI DAGLI OSPEDALI E DAI SUPERMERCATI - MA DAL MINISTERO DELLA SALUTE FRENANO: "LA REVISIONE E' NECESSARIA, MA CON OMICRON CIRCOLA ANCHE DELTA, RESPONSABILE DI QUASI TUTTI I RICOVERI..."
-Adriana Logroscino per il corriere.it
Con i contagi che la variante Omicron moltiplica come mai prima, aumenta esponenzialmente il numero di italiani in quarantena, ora a quota 2 milioni. Un primo effetto già si vede: file e disagi per il tampone e sistema del tracciamento sottoposto a dura prova. Il rischio è che il Paese di qui a una o due settimane si paralizzi. Un’eventualità da scongiurare a ogni costo.
Le Regioni, a cominciare da quelle governate da presidenti leghisti, pressano il governo: si rivedano le regole del periodo di isolamento. «Abbiamo fatto una riflessione col ministro Speranza sul numero di persone in quarantena - dice il commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo - gli scienziati stanno studiando come rivedere le regole». Il Comitato tecnico-scientifico è stato convocato mercoledì per esprimere un parere. La decisione dovrebbe arrivare prima della ripresa della scuola per difendere le lezioni in presenza. «La scuola riaprirà», promette il ministro Patrizio Bianchi.
Era stato Matteo Bassetti, infettivologo genovese, a lanciare per primo l’allarme. «A breve avremo 100 mila positivi. Contando i loro contatti, si rischia di avere 10 milioni di cittadini in quarantena». Matteo Renzi, leader di Italia viva, si schiera con lui: «Il virus è meno aggressivo, chi è vaccinato non deve andare in quarantena. Eventuali altre restrizioni, riguardino solo i no vax».
Massimiliano Fedriga, Luca Zaia, Attilio Fontana e Giovanni Toti, presidenti di Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia e Liguria, tra le Regioni più colpite dal contagio, spingono compatti nella stessa direzione: non si possono sottoporre a quarantena asintomatici e negativi venuti in contatto con un positivo.
«Rivedere le regole, in particolare per chi ha ricevuto la terza dose, è ragionevole», dice Zaia. «Garantire massima sicurezza ma senza bloccare il Paese», conferma Fedriga. Ma non soltanto dai territori si avverte questa urgenza. Licia Ronzulli, vicepresidente dei senatori di Forza Italia, rafforza il concetto: «La quarantena per i vaccinati con terza dose che entrano in contatto con un positivo non ha senso. E farà saltare i servizi essenziali».
Insomma, il timore è che, a questo ritmo, manchino all’appello dipendenti degli ospedali come dei supermercati. Ieri, non avendo personale con il quale assicurare il servizio, il Duomo di Firenze ha chiuso ai turisti. In attesa del parere del Cts, dal ministero della Salute sia il sottosegretario Pierpaolo Sileri sia il consigliere scientifico Walter Ricciardi frenano. «La revisione è necessaria, ma con Omicron circola anche Delta, responsabile di quasi tutti i ricoveri. Basiamoci sui dati scientifici, non sulle sensazioni».
E i dati, terminata la due giorni festiva, tornano a essere preoccupanti: 30.810 i positivi nelle ultime 24 ore, il 9% dei tamponi processati. Aumentano ancora i ricoveri: nelle terapie intensive il 12% dei letti è occupato. Altri 142 i morti. Mentre il ministero, a un anno esatto dalla prima somministrazione, calcola in 22 mila i decessi per Covid evitati grazie al vaccino.