"PENSO CHE EMANUELA SIA STATA SEQUESTRATA PER UN RICATTO, NON C'È ALCUNA PISTA INTERNAZIONALE" - L'EX PROCURATORE AGGIUNTO DI ROMA, GIANCARLO CAPALDO, IN COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SMONTA LE TEORIE SULLA SPARIZIONE DELLA ORLANDI: "LO SCAMBIO TRA EMANUELA ORLANDI E ALI AGCA È DEL TUTTO INCONGRUO. L'IPOTESI CHE SIA SPARITA NELLA BASILICA DI SANT'APOLLINARE ANDAVA UN POCHINO PIÙ APPROFONDITA..."
-Estratto dell'articolo di Natalia Distefano per www.corriere.it
«La scomparsa di Emanuela Orlandi? Non siamo di fronte a un ricatto internazionale». Ne è convinto Giancarlo Capaldo, già procuratore aggiunto presso la procura di Roma - contitolare, dal 2009 al 2015, del procedimento relativo alla scomparsa della Orlandi - che nel corso dell'audizione davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sui casi di Emanuela e di Mirella Gregori (presieduta dal senatore Andrea De Priamo) ha dichiarato: «La mia convinzione personale è che il sequestro aveva una funzione di ricatto», […]
LO SCAMBIO CON AGCA «INCONGRUO»
[…] «Per il Vaticano si è trattato di un ricatto internazionale» ma resta da capire il motivo «per cui il Vaticano ha pensato alla pista internazionale. Credo non abbia mai espresso, motivato o provato quale potrebbe essere questo motivo posto che lo scambio tra Emanuela Orlandi e Ali Agca era uno scambio del tutto incongruo. Agca era un condannato definitivo all'ergastolo e il ricatto avrebbe dovuto essere effettuato nei confronti dello Stato italiano più che del Vaticano. E poi era incomprensibile la scelta dell'oggetto del ricatto: normalmente si sceglie una persona molto legata a chi dovrebbe cedere al ricatto, non una persona genericamente gravitante nell'ambiente».
[…] LA TOMBA DI DE PEDIS
E tra il pm e il Vaticano non ci sarebbe stata nessuna «trattativa». «C'è stata - ha detto Capaldo - una richiesta di collaborazione formulata da loro a cui io ho risposto positivamente chiedendo a mia volta una collaborazione fattiva, non era un'idea del capo della Gendarmeria, era un'idea della segreteria di Stato che voleva l'eliminazione di Renatino De Pedis dalla tomba».
Il procuratore ha precisato che il «risultato», quello cioè della traslazione delle spoglie di De Pedis dalla basilica di Sant'Apollinare, «non aveva senso se non in una collaborazione complessiva, anche perché il Vaticano non aveva risposto alle rogatorie precedenti. La richiesta era loro e noi eravamo disposti come procura di Roma se loro fossero stati disposti a collaborare in modo da procedere tutti quanti per capire» quale fosse stato il destino della Orlandi. […]
Infine ha puntualizzato che, da quanto aveva inteso, il capo della Gendarmeria di allora, Domenico Giani e il suo vice Costanzo Alessandrini, erano stati inviati da «padre Georg» Ganswein, allora segretario di Benedetto XVI, e «dalla Segreteria di Stato, non di loro iniziativa».
«ACCETTI È L'AMERICANO, MA È SOLO UN DEPISTAGGIO»
Capaldo ha riferito anche sulla figura di Marco Accetti, supertestimone e reo confesso. «Io riterrei non impossibile, anzi estremamente probabile che Accetti abbia conosciuto Emanuela Orlandi perché gravitava su piazza Navona e piazza delle Cinque Lune, che era la zona in cui gravitava lo stesso Accetti» e lui «fermava tutte le ragazze». […] «Io ritengo che con probabilità l'Americano si possa identificare in Accetti», […]
«Le prime dichiarazioni di Accetti furono che era stato in Francia dove aveva incontrato Emanuela Orlandi in vita - ha raccontato Capaldo - questo incontro sarebbe avvenuto nel febbraio precedente». Accetti disse che il motivo per cui si era deciso a raccontare la vicenda è «sia perché aveva incontrato Emanuela viva sia perché, con il cambio del Papa - era stato eletto Papa Francesco - poteva pensare a un cambio, a un'apertura della curia romana e voleva inserirsi con le sue verità in questa vicenda».
EMANUELA SPARITA IN SANT'APOLLINARE
Tra le ipotesi c'è anche quella che Emanuela Orlandi «sia sparita proprio in Sant'Apollinare, questa ipotesi andava un pochino più approfondita». Capaldo ha dichiarato: «Se riteniamo che Minardi (Sabrina, ex fidanzata di De Pedis ndr) dica il vero e che De Pedis sia responsabile del prelevamento della ragazza» allora «il prelevamento di Emanuela Orlandi poteva essere fatto per strada ma era estremamente pericoloso, era più semplice prelevarla all'interno di Sant'Apollinare con una scusa qualsiasi».
È solo un'ipotesi, ha precisato il procuratore, «che nasce dal fatto che il momento della scomparsa fisica di Emanuela Orlandi nessuna ce l'ha descritta». Sembra che Emanuela sia uscita da scuola, ma Capaldo ritiene che «molte dichiarazioni delle ragazze non siano particolarmente affidabili e sicure». «Mi sembra difficile ipotizzare un rapimento alla luce del sole in Corso Rinascimento», ha concluso.