"NEI PROSSIMI TRE-QUATTRO ANNI CELEBREREMO IL RITORNO DI VENEZIA ALLA GRANDE FORZA CHE LE APPARTIENE" - ARRIGO CIPRIANI, PATRON DELL'HARRY'S BAR DI VENEZIA, PARLA DEL CALO DEI RESIDENTI DELLA CITTA': "C'E' POCO DA ALLARMARSI, L'ESODO È COMINCIATO 25 ANNI FA, QUANDO ERAVAMO 150 MILA. CI SIAMO DIMENTICATI I GUAI PROVOCATI DAI BED&BREAKFAST, CHE HANNO STRAVOLTO QUARTIERI SOPRAVVISSUTI PER SECOLI..."
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Guido Barendson per “la Stampa”
«Non è certo una novità, questa storia che i veneziani sono scesi sotto quota 50mila. E' una storia vecchia, si vede che qualcuno si è addormentato, o distratto, e ogni tanto la riprende per attirare l'attenzione su di sé». Arrigo Cipriani, patriarca laico della Laguna, signore della Serenissima ristorazione, sta tornando in treno da Milano, dove il gruppo che porta il suo nome lavora ad un progetto che mette assieme una grande tavola e un grande albergo. «E' da tempo che siamo 42mila e si badi bene che io tra loro sono il più giovane».
Lei i 90 li ha compiuti da poco.
«Sì, e gioco con un vantaggio: quando mi sono messo un pacemaker il mese scorso, mi hanno detto che le batterie si cambiano ogni 10 anni. Insomma, posso star tranquillo!».
Lei è abituato ad esprimere una voce fuori dal coro.
«Qui c'è poco da allarmarsi, basta considerare che l'esodo è cominciato 25 anni fa, quando eravamo 150 mila. Che città straordinaria! Un paese dove si cammina a piedi e ci si incontrava, senza essere prigionieri delle auto. La storia recente la conosciamo tutti. Ma al di là della necessità di alcuni di trasferirsi in terraferma, ci siamo dimenticati i guai provocati dai bed&breakfast, che hanno stravolto quartieri sopravvissuti per secoli, conservando una bellezza e un carattere unici. Senza parlare del delirio del Carnevale, che ha fatto esplodere i negozi di maschere».
Un pasticcio?
«Un pasticcio. Lei sa quanto ami New York, altra grande isola meravigliosa. Vede come hanno lavorato: a Manhattan i grandi hotel, a Brooklyn tante abitazioni. Ma la pianificazione, si sa, non fa parte delle nostre qualità migliori».
Quindi lei non si sorprende per la fuga raccontata dalle statistiche.
«No. Non solo non mi sorprendo, ma nego che ci sia un'emergenza. Al contrario, questo è un momento unico per la ricerca della qualità: è la fine di un'epoca in cui si presumeva che la forma dovesse prevalere sul resto. Adesso la gente si rende finalmente conto delle enormi qualità di Venezia».
Eccesso di catastrofismo?
«Non abbiamo nulla a che vedere con il terrorismo mediatico e con il catastrofismo climatico. Qui l'acqua è calata, non si registra l'innalzamento che colpisce altre parti del mondo».
Un futuro rose e fiori?
«Non ho detto questo. Guardiamo al futuro con ottimismo, perché la ricerca della qualità ci porta a comprendere l'essenza profonda di Venezia, costruita senza preventivi e senza architetti. A trionfare saranno la diversità, la bellezza e la gioia! Sto per lanciare una campagna contro i B&b e per la difesa del meglio dell'isola. Prevedo che nei prossimi tre-quattro anni celebreremo il ritorno di Venezia alla grande forza che le appartiene».
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