"QUELLA CHE RATZINGER CHIAMO’ “LA CHIESA DI CARTA", NON HA CESSATO DI PROSPERARE: SLOGAN TANTI, RISULTATI QUASI ZERO” - DON FILIPPO DI GIACOMO: “I 202 CONSULTORI FAMILIARI DI ISPIRAZIONE CRISTIANA PRESENTI IN ITALIA SONO TUTTI AFFIDATI ALLA PROVVIDENZA, MENTRE CLINICHE E OSPEDALI CATTOLICI SONO MERCE DI SCAMBIO CON I POTENTATI FINANZIARI DELLA SANITÀ PRIVATA - SONO SOLO 21 GLI HOSPICE CATTOLICI E DI ISPIRAZIONE CRISTIANA IN CUI, IN TEORIA, APPLICARE AI MALATI TERMINALI CURE PALLIATIVE - CON TUTTI I CONVENTI, LE CANONICHE, LE OPERE CHE SI CHIUDONO, PENSARE, PRIMA DI METTERLE SUL MERCATO A POCHI EURO, AD UN LORO UTILIZZO SOCIALE NON SAREBBE CATTOLICO?”

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Filippo Di Giacomo per “il Venerdì - la Repubblica”

 

DON FILIPPO DI GIACOMO

Chiesa in uscita, Chiesa ospedale da campo, Chiesa con l'odore delle pecore, Chiesa sinodale Le definizioni abbondano, ma quella che durante il Giubileo del 2000 l'allora cardinale Joseph Ratzinger chiamò "la Chiesa di carta", non ha cessato di prosperare: slogan tanti, risultati quasi zero. In un Continente europeo, con l'Italia capolista, dove la popolazione invecchia e il declino demografico aumenta, nascita e morte dovrebbero essere i luoghi privilegiati per dialogare sinceramente con la cultura e la società contemporanee.

 

benedetto xvi riceve francesco

Dopo le chiesastiche insensatezze dottrinali e scientifiche degli anni Ottanta e Novanta sulle novità della medicina in materia di salute riproduttiva, i 202 consultori familiari di ispirazione cristiana presenti in Italia sono tutti affidati alla Provvidenza, mentre cliniche e ospedali cattolici sono merce di scambio con i potentati finanziari della sanità privata.

E cosa fa la Chiesa per coloro che, pur volendo, non riescono ad avere un figlio? In un Paese carente di asili nido, quelli residui delle comunità religiose hanno costi economici al di sopra delle possibilità della maggioranza dei fedeli.

 

BERGOGLIO E RATZINGER A SAN PIETRO PER IL CONCISTORO

E dove sono solo 21 gli hospice cattolici e di ispirazione cristiana in cui, in teoria, applicare ai malati terminali quelle cure palliative che vengono annunciate ogni volta che la società civile tenta un passo in avanti. È dal 2020 che la Cei propone alle diocesi sia la creazione di hospice sia la loro caratterizzazione come "presenza" sul territorio, aperti alle comunità e persino disposti a «prendersi cura di quelli che curano, giacché il contatto quotidiano con il dolore è un difficile peso per gli operatori». Con tutti i conventi, le canoniche, le opere che si chiudono, pensare, prima di metterle sul mercato a pochi euro, ad un loro utilizzo sociale non sarebbe cattolico?