"L’HO FATTO PER FASCINO DELLA TRASGRESSIONE" - CHRISTOPH METZELDER, EX DIFENSORE DELLA NAZIONALE TEDESCA CONDANNATO A 10 MESI PER PEDOPORNOGRAFIA, PROVA A SPIEGARE PERCHÉ AVEVA 297 FILE CON FOTO E VIDEO DI MINORI SUL CELLULARE, OLTRE A CHAT ESTREME CON TRE DONNE - SECONDO IL SUO AVVOCATO PROPRIO UNA DI LORO LO HA MESSO "IN TRAPPOLA SPINGENDOLO A SUPERARE I LIMITI" - NEL 2003 HA SCRITTO UN LIBRO SUI "BAMBINI CHE DIVENTANO MERCE" NEI PARADISI TURISTICI E PER ANNI SI È IMPEGNATO IN UN'ASSOCIAZIONE CONTRO GLI ABUSI...
-Christina Ciszek per www.corriere.it
«Il fascino della trasgressione» — spiega l’ex calciatore della Nazionale tedesca, Christoph Metzelder — l’ha spinto a scaricare materiale pedopornografico dal web. Per questo reato giovedì scorso il tribunale di Düsseldorf lo ha condannato a dieci mesi. La pena è sospesa con una condizionale di due anni.
La condanna è considerata scandalosa dai calciatori come Toni Kroos, Lukas Podolski e Max Kruse, e ha provocato una grande indignazione nella società tedesca. La giudice Astrid Stammerjohann giustifica la clemenza della sentenza con la scarsa quantità del materiale inoltrato a tre donne via whatsapp, 27 fotografie e due video, considerata una quantità limitata nel mondo della pedofilia, e mette l’accento sul pentimento mostrato da Metzelder, una persona finora incensurata. È considerata un’attenuante anche la persistente condanna a priori da parte dei media. Il suo avvocato Heiko Klatt parla di «una caccia alle streghe medievale».
Chi è Metzelder: la parabola
Christoph Metzelder, nato nel 1980, è stato il beniamino della Germania, il difensore della Nazionale tedesca in 47 partite tra il 2001 e il 2008, con la quale è diventato vice campione mondiale nel 2002 e vice campione europeo nel 2008, ed è stato un calciatore molto apprezzato di Borussia Dortmund, Real Madrid e Schalke 04.
Nel 2003 ha scritto con due co-autori il libro «Das zerbrechliche Paradies: Wo Kinder zur Ware werden» («Il paradiso fragile. Dove i bambini diventano merce») sulla violenza sessuale sui minorenni in paradisi turistici, nel quale rende lode alle persone che proteggono questi ragazzi.
Per anni si è anche impegnato in un’associazione che lotta contro gli abusi sessuali sui minorenni. Nel 2005 regalò a Papa Giovanni Paolo II il suo libro durante l’udienza che gli aveva concesso. E ha ricevuto la croce al merito della Repubblica Federale Tedesca. Metzelder ha concluso la sua carriera professionistica nel maggio 2013.
La vicenda è stata scoperta perché una delle tre donne, Raffaela Jahn (nome di fantasia) ha denunciato alla polizia i suoi contatti con Metzelder che, come lui ha poi ammesso, erano diventati «uno scambio di fantasie estreme».
Ulrich Sommer, il suo altro avvocato, ha accusato Jahn di aver messo in trappola Metzelder spingendolo a superare i limiti.
Il processo a Metzelder
Il 3 e il 4 settembre 2019, i giorni della perquisizione a casa e al lavoro e dell’accusa in giudizio, hanno definitivamente cambiato la vita del calciatore. La Taz scrive di un «die hard», di una morte lenta.
La polizia ha sequestrato il suo cellulare su cui si trovano 297 file pedopornografici e le chat estreme con le tre donne, con alcuni file allegati. La procuratrice, Kathrin Radke, ha affermato a porte chiuse, come racconta la Zeit online: «Le fotografie mostrano atti sessuali con under 14». Il 14 settembre 2019 Metzelder ha confessato. Il tentativo della difesa di fermare il processo è fallita: l’udienza è stata tenuta il 29 aprile 2021. Nell’aula del tribunale Christoph Metzelder ha chiesto scusa a tutte le vittime della violenza sessuale. Ha pianto. Tutti i media hanno definito la perquisizione una cesura nella sua vita, privata e professionale.
Metzelder ha spiegato che ora ha paura di uscire a fare la spesa. Ha perso il suo lavoro in un’agenzia di marketing, ha dovuto rinunciare al suo impegno per ragazzi svantaggiati. E ha detto che vuole restituire la croce al merito. Ha anche sottolineato che ha trovato tutte le foto su Internet, liberamente accessibili, che non è un pedofilo e che ha fatto una terapia.
E ha concluso che deve vivere con quello che ha fatto per il resto della sua vita. Dopo sette ore ha lasciato il tribunale da uomo libero. La Taz commenta giustamente che «la disponibilità di indignarsi è alta, l’appello per pene severe è forte, ma la capacità di concentrazione sul tema è scarsa». E si chiede se basti l’indignazione del pubblico come pena.
Il fenomeno sul web
Il caso Metzelder è solo uno tra i 25 mila avvenuti nel 2019 e i 19 mila del 2020 che ha attirato l’attenzione perché lui è una persona famosa. Altri casi, come quello di Bergisch Gladbach, sconvolgono perché sono stati trovati alcuni terabyte di materiale pedopornografico, per la cui verifica alla polizia serviranno anni.
Di fronte a tutto questo viene da chiedersi quanto debba essere grande il dolore dei ragazzi stuprati, lei cui foto e video resteranno per sempre nel world wide web, alla mercé di un pubblico enorme, come quello di #boystown, il sito del darkweb, che aveva 400 mila utenti ed è stato smantellato questa settimana dalle autorità tedesche.