"I SOCIAL SONO AMPLIFICATORI PER IDIOTI" - ERIC SCHMIDT, EX BOSS DI GOOGLE E YOUTUBE, TORNA ALL’ATTACCO DEL MONDO IN CUI LUI HA SGUAZZATO FINO A POCO TEMPO FA: "IL CONTESTO DEI SOCIAL NETWORK CHE FUNZIONANO COME AMPLIFICATORI PER IDIOTI E PERSONE PAZZE NON ERA CIÒ CHE NOI VOLEVAMO. SE L’INDUSTRIA NON INIZIA AD AGIRE INSIEME IN UN MODO DAVVERO INTELLIGENTE, CI SARANNO…"
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Il contesto è quello della causa Antitrust che il governo americano ha aperto contro Google. Lui, Eric Schmidt, Google l’ha guidata come Ceo dal 2001 al 2011. Non solo, ne è stato presidente fino al 2015, ha gestito Alphabet fino al 2019 e ha personalmente acquisito e controllato uno dei più grandi social network esistenti: YouTube. Comprato da Mountain View nel 2006. Ecco, proprio sui social network Schmidt ha detto una frase piuttosto sorprendente. Secondo lui, queste piattaforme sono «amplificatori per idioti».
Non era ciò che volevamo
Bloomberg ne riporta l’intera frase, detta durante una conferenza in streaming del Wall Street Journal: «Il contesto dei social network che funzionano come amplificatori per idioti e persone pazze non era ciò che noi volevamo». Per “noi”, probabilmente Schmidt intende non solo i manager di Google ma dell’intera industria tecnologica. E poi aggiunge che «Se l’industria non inizia ad agire insieme in un modo davvero intelligente, ci saranno regolamentazioni».
Perché la frase
Il contesto, dicevamo, è importante. Schmidt sta commentando l’azione legale del Dipartimento di Giustizia americano contro Google, accusato di aver adottato pratiche anticoncorrenziali per mantenere il proprio monopolio nei settori di ricerca e pubblicità online.
Secondo l’ex Ceo questa causa è fuori luogo, ma in generale nuove regole per la gestione dei social, nei prossimi anni, saranno inevitabili. Diventate piattaforme che veicolano disinformazione e che portano alla polarizzazione delle ideologie. Come Facebook o Twitter, anche YouTube negli ultimi anni sta tentando di rimediare a queste deviazioni - in relazione soprattutto all’infodemia riguardante il Covid, ai messaggi razzisti e discriminatori nonché al gran caos che ha circondato la politica americana - ma i risultati non sono ottimali.
Riguardo alla posizione dominante di Google nel campo delle ricerche online, Schmidt ha semplicemente detto che il servizio continua ad essere un successo in tutto il mondo semplicemente perché le persone lo preferiscono a qualsiasi rivale, non perché Google fa qualcosa per eliminare la competizione.