"GLI SONO SALTATO ADDOSSO E HO PROVATO A FERMARLO PRIMA CHE UCCIDESSE ANCORA” – PARLA SILVIO PAGANINI, L’UOMO CHE HA BLOCCATO CLAUDIO CAMPITI, IL KILLER DI FIDENE CHE HA AMMAZZATO 3 DONNE DURANTE UNA RIUNIONE DI CONDOMINO – I RACCONTI DEI PRESENTI: "NON PAGAVA MAI LE QUOTE DEL CONDOMINIO, MA CONTESTAVA OGNI COSA, AVEVA ANCHE UN BLOG, DICEVA CHE TUTTI RUBAVANO E NON VENIVA MAI ALLE RIUNIONI"... - VIDEO
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"Mentre sparava urlava 'Mafiosi vi uccido tutti'". Silvio Paganini, un 67enne impiegato nel settore del turismo riesce a parlare con molta fatica dal letto del pronto soccorso del policlinico Gemelli. È lui l'eroe che ha fermato e disarmato Claudio Campiti, il killer di Fidene: ha ucciso tre donne e ha ferito quattro persone domenica mattina durante una riunione di condominio.
"Eravamo già tutti seduti nella sala, quando si è aperta la porta, è entrato quell'uomo con una pistola in pugno. La stringeva con due mano e mirava dritto ai volti". Accanto a Paganini ci sono anche la moglie, gli altri parenti accorsi in ospedale.
Campiti ha tentato di uccidere anche Paganini. "Abbiamo visto la morte in faccia - afferma il 67enne, che è rimasto ferito alla guancia da un proiettile - in un attimo ha esploso quattro colpi, stava per sparare ancora. Non ho avuto il tempo di riflettere, gli sono saltato addosso e ho provato a fermarlo prima che uccidesse ancora".
Nella colluttazione anche Paganini è rimasto ferito da un proiettile al viso. "Mentre cercavo di fermarlo urlava inferocito: 'Mafiosi, adesso vi uccido tutti"". Finché l'eroe non riesce a togliergli la pistola dal pugno e a immobilizzarlo, in attesa dell'arrivo dei carabinieri.
“Aveva un caricatore con 16 colpi in canna, un altro in tasca e una busta di proiettili. Voleva ucciderci tutti”. Bruno, socio anziano del consorzio Valle Verde, è vivo per miracolo, salvato dagli altri consorziati di quella comunità che dopo gli anni ’70 si è venuta a creare dalle parti del lago del Turano, lungo la strada che da Roma porta verso l’Adriatico, la stessa che questa mattina si era riunita per discutere del bilancio preventivo annuale. Una riunione come tante trasformata in una mattanza quando Claudio Campiti, 57 anni, alle 9,30 è entrato nella saletta di un bar nel quartiere Nuovo Salario, in via Monte Giberto, premendo il grilletto, uccidendo tre persone e ferendone almeno quattro.
“Io ho sentito almeno sei colpi, ma saranno stati di più, non ho capito nulla, vedevo la gente cadere per terra, c’era tanto sangue”, spiega Gianni raccontando come alcuni soci si sono avventati contro l’improvvisato killer, un uomo che “non pagava mai le quote, ma contestava ogni cosa, aveva anche un blog, diceva che tutti rubavano e non veniva mai alle riunioni” è il ricordo.
“Si sono tutti gettati su di lui, lo hanno fermato altrimenti i morti sarebbero stati ancora di più – spiega Gianni – una persona in particolare è stata un eroe, è uno dei nostri consiglieri. Ha cercato di prendere la pistola ma lui ha continuato a sparare e lo ha colpito alla guancia. Il consigliere ha continuato a lottare ugualmente e lo ha disarmato, poi ha soccorso le persone senza neanche farsi medicare”.