IL "TANGO" DELLE SANZIONI - GLI STATI UNITI HANNO SEQUESTRATO LO YACHT DEL MLIARDARIO RUSSO VICTOR VEKSELBERG, "TANGO", ORMEGGIATO AL PORTO DI PALMA DI MAIORCA - IACOBONI: "VEKSELBERG HA DA SEMPRE OTTIMI RAPPORTI IN ITALIA. PRESIEDE TRA LE ALTRE COSE UNO DEGLI STRUMENTI CHIAVE DELL’INFLUENZA DELLA RUSSIA IN ITALIA: LA FONDAZIONE SKOLKOVO" - "POCHI GIORNI PRIMA DELL’INAUGURATION DAY DEL MANDATO DI TRUMP ALLA CASA BIANCA, VEKSELBERG ERA AL VENTISEIESIMO PIANO DELLA TRUMP TOWER PER..."
-Jacopo Iacoboni per www.lastampa.it
Gli Stati Uniti hanno sequestrato questo pomeriggio un mega yacht – del valore di 120 milioni di dollari – nel porto di Palma di Maiorca, nelle Baleari. Lo yacht si chiama Tango, ottanta metri, e è il primo di questo tipo di imbarcazioni a venire sequestrato dagli Usa (il sequestro è stato eseguito in collaborazione con la Spagna).
Tempi duri anche per lo yacht Solaris di Roman Abramovich che – dopo un’inchiesta su Ft – ha dovuto lasciare l’accogliente porto turco di Bodrum, dove aveva trovato usbergo. Evidentemente, anche Erdogan non può più assicurare la salvezza all’oligarca numero uno di Putin.
Il “Tango” ha violato le leggi su frode bancaria, riciclaggio di denaro e sanzioni, ha affermato il Dipartimento di Giustizia americano. ll tribunale del Distretto di Columbia ha anche emesso mandati di sequestro per almeno 625mila dollari, detenuti presso nove istituzioni finanziarie statunitensi.
Ma chi è Viktor Vekselberg? Uomo dall’aria elegante e la barbetta brizzolata, si tratta di uno degli uomini ritenuti più vicini a Putin, sebbene sia nato nell’era delle privatizzazioni selvagge durante la presidenza di Eltsin, e sopravvissuto e prosperato anche nel ventennio putiniano.
Vekselberg ha da sempre ottimi rapporti in Italia. Presiede tra le altre cose uno degli strumenti chiave dell’influenza della Russia in Italia: la Fondazione Skolkovo, specializzata in nuove tecnologie, e meta della visita della delegazione italiana nell’ottobre del 2020, durante il secondo governo Conte.
La Fondazione Skolkovo – partner di Enel, e di due università italiane, Torino e Genova – ha un comitato consultivo guidato dall’ex primo ministro Dmitry Medvedev e dai consiglieri di Putin Vladislav Surkov, il propagandista principe del Cremlino, e Andrey Belousov.
Secondo Kateryna Smagliy, che ha scritto uno studio dettagliato su queste “fondazioni” (Pro-Kremlin Expert Propaganda in Moscow, Europe and the US. A Case Study on Think Tanks and Universities), Vekselberg ha un ruolo cruciale anche nella struttura del celeberrimo Valdai, la Davos russa: nella cui nascita hanno avuto un ruolo due think tank, il Consiglio di politica estera e di difesa e il Consiglio russo di affari internazionali, e due università, l’Istituto di Stato di Mosca di relazioni internazionali e l’Università nazionale di ricerca e alta scuola di economia.
Scrive Smagliy che i finanziatori sono stati: Severstal di Aleksej Mordashov, MetalloInvest di Alisher Usmanov, Alfa Bank di Mikhail Fridman, la Renova Charity Foundation di Viktor Vekselberg. Un “chi è chi” delle sanzioni e degli asset che si stanno sequestrando attualmente in giro per l’Europa e gli Stati Uniti.
Durante l’incontro con gli italiani, Vekselberg annunciava: «Il fatto che la riunione del consiglio bilaterale con la presenza del ministro Di Maio si sia tenuta proprio a Skolkovo sottolinea come la cooperazione in campo tecnologico sia fondamentale nella partnership. Le compagnie italiane arrivano sul mercato russo con soluzioni tecnologiche avanzate e organizzano qui le proprie attività.
Questo è non solo reciprocamente vantaggioso ma, voglio sottolinearlo, rappresenta anche una strada a doppia corsia. Non osserviamo solo l’arrivo delle imprese italiane, ma sosteniamo anche quelle russe che cercano un partner in Italia». Il governo Conte lo aveva scelto come partner dell’interscambio tecnologico-commerciale.
Ma Vekselberg è stato assai di casa anche negli Stati Uniti di Donald Trump: il 9 gennaio del 2017, pochi giorni prima dell’inauguration day del mandato di Trump alla Casa Bianca, era al ventiseiesimo piano della Trump Tower per incontrare il legale del neoeletto presidente, Michael Cohen.
Il tema dell’incontro, ovviamente, erano le relazioni tra Usa e Russia. Si parlò di sanzioni, ma anche di affari. Uno dei momenti più nebulosi del trumpismo, finito dentro l’inchiesta di Robert Mueller. Il «Wall Street Journal» e «Bloomberg» scrissero poi che Vekselberg finanziò anche la Fondazione Clinton con donazioni tra cinquanta e centomila dollari. Personaggio sicuramente trasversale e amico di tutti.
Per molte agenzie d’intelligence, Vekselberg è uno degli oligarchi più vicini a Putin (lui nega). E’ un grande frequentatore, come molti altri magnati russi, del nostro paese e della Sardegna in particolare. Possiede il Grand Hotel Villa Feltrinelli sul lago di Garda. Nel 2007 Avelar Energy, una società controllata dalla sua Renova, annunciò l’intenzione di investire fino a un miliardo in cinque anni nel settore delle energie rinnovabili italiane.
E in quegli anni Vekselberg si è mosso nel mondo trasversale tra centrosinistra dalemiano e centrodestra berlusconiano, conoscendo diversi intermediari che sono assai noti alle cronache italiane. Nel 2010 tentò anche di entrare nell’affare del Tap, il gasdotto (inizialmente sgradito ai russi), ma poi non se ne fece niente. Vekselberg controlla ancora 31 società italiane, tutte domiciliate in un prestigioso palazzo della centrale via Turati, a Milano.