"NEGLI ULTIMI 20 ANNI HA PREVALSO LA LOGICA DEL MERCATO E IL LAVORO È STATO SVALORIZZATO: SALARI BASSI, TAGLI AGLI INVESTIMENTI IN RICERCA E INNOVAZIONE, SCARSA FORMAZIONE, PRODUTTIVITÀ FERMA" - L'ACCUSA DI LANDINI: "L'ORDITOIO MANOMESSO SU CUI LAVORAVA LA POVERA LUANA, I SISTEMI FRENANTI DELLA FUNIVIA DI MOTTARONE ANCH'ESSI MANOMESSI, INFINE LA MORTE DI ADIL. SONO LEGATI DALLA STESSA LOGICA: IL TEMPO DI VITA E DI LAVORO VIENE PIEGATO AL MERCATO E AL PROFITTO E NON ALLA CENTRALITÀ DELLA PERSONA. QUESTA ASSENZA DI VINCOLI SOCIALI METTE A RISCHIO ANCHE LA TENUTA DEMOCRATICA DI UN PAESE"
-Estratto dell'articolo di Roberto Mania per "la Repubblica"
[…] Landini, perché sta esplodendo la guerra della logistica?
«La logistica riguarda tutti noi. Quella logica permea tutte le attività di servizio alla manifattura. Siamo di fronte ad uno sgretolamento del tessuto sociale, ad un imbarbarimento delle relazioni umane. Così si mette a rischio anche la tenuta della democrazia».
Non le sembra di esagerare? La democrazia in Italia appare ancora solida.
«Per nulla: la nostra è una Repubblica democratica - è scritto nella Costituzione - fondata sul lavoro. Ma ora domina lo sfruttamento del lavoro, la precarietà del lavoro, l' insicurezza del lavoro. Si è passati dalla tutela del lavoro al disprezzo del lavoro.
Proviamo a mettere in fila tre recenti fatti di cronaca: l'orditoio manomesso su cui lavorava la povera Luana, i sistemi frenanti della funivia di Mottarone anch'essi manomessi, infine la morte di Adil. Sono legati dalla stessa logica: il tempo di vita e di lavoro viene piegato al mercato e al profitto e non alla centralità della persona. Questa assenza di vincoli sociali mette a rischio anche la tenuta democratica di un Paese. Dove stiamo andando?».
Vero, ma ci sono anche milioni di persone che mantengono le tutele lavorando in condizioni dignitose.
«È in atto da anni, più di venti, una metamorfosi del rapporto tra capitale e lavoro. Fino ad ora ha prevalso la logica del mercato e del profitto e così il lavoro è stato progressivamente svalorizzato: salari bassi, tagli agli investimenti in ricerca e innovazione, scarsa formazione, produttività ferma.
E non è accaduto per caso. Una sequenza di leggi ha portato al punto in cui ci troviamo: è stata rilegittimata l'intermediazione di manodopera, un tempo vietata; è stata legalizzata la catena infinita degli appalti con la logica del massimo ribasso, per garantire i guadagni delle aziende ma non i diritti e la dignità di chi lavora.
La giungla in cui ci troviamo nasce da una serie di leggi sbagliate. A tutto ciò la Cgil si è opposta e ha avanzato proposte alternative. La pandemia ha accelerato tutto, accentuando le forme di diseguaglianze, tra ricchi e poveri, tra protetti e precari, tra uomini e donne, tra giovani e anziani, tra Nord e Sud. Contemporaneamente ha fatto emergere il valore dello Stato sociale». […]