I REATI CONTESTATI A CHIARA FERRAGNI? “DIETRO C’È UN UNICO DISEGNO CRIMINOSO” – NE SONO CONVINTI I PM MILANESI CHE, DOPO IL PANDORO DELLA BALOCCO, INDAGANO ANCHE SUL CASO DELLE UOVA DI PASQUA E DELLA BAMBOLA TRUDI: I MAGISTRATI IPOTIZZANO L'ESISTENZA DI UN “SISTEMA”, DI UN “MODUS OPERANDI” CHE SEMBRA RIPETERSI IN OGNUNO DEI CASI FINORA ANALIZZATI – NON È FINITA: DOPO IL NUOVO ESPOSTO DEL CODACONS, NEL MIRINO FINIRÀ ANCHE LA COLLEZIONE REALIZZATA CON OREO PER RACCOGLIERE FONDI CONTRO IL COVID…
-1. LA PROCURA LE TRUFFE SONO TRE NELL’INCHIESTA OLTRE AL PANDORO ANCHE UOVA E BAMBOLA TRUDI
Estratto dell’articolo di Rosario Di Raimondo per “la Repubblica”
Il pandoro. Le uova di Pasqua. E la bambola Trudi. Per la presunta beneficenza opaca legata alla vendita di questi tre prodotti “griffati” da Chiara Ferragni, l’imprenditrice è indagata dalla procura di Milano per truffa aggravata.
Tre ipotesi di reato racchiuse nel fascicolo del procuratore aggiunto Eugenio Fusco, che ha delegato gli approfondimenti al Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza. Gli avvocati dell’influencer, Marcello Bana e Giuseppe Iannaccone, si dicono «totalmente certi della assoluta innocenza di Chiara».
Non solo il pandoro “Pink Christmas” della Balocco […] Sotto la lente dei pm sono finite da tempo anche le uova di Pasqua della Dolci Preziosi: attraverso questa operazione commerciale, Ferragni ha percepito un cachet di 500 mila euro nel 2021 e di 700 mila euro nel 2022 a fronte di una donazione dell’azienda di 36 mila euro all’associazione “I bambini delle Fate”.
Infine il caso della bambola a edizione limitata della Trudi, i cui proventi dovevano andare in beneficenza: «I ricavi derivanti dalle vendite avvenute tramite l’e-commerce The Blonde Salad, al netto delle commissioni (...), sono stati donati all’associazione Stomp Out Bullying nel luglio 2019», ha assicurato lo staff dell’imprenditrice lo scorso 6 gennaio.
L’ipotesi a carico di Ferragni, per tutti e tre gli episodi, è di truffa aggravata dalla minorata difesa dei consumatori, che prevede una pena da 1 a 5 anni e una multa da 309 a 1.549 euro. Nell’impostazione dei pm milanesi si tratta di un reato continuato, in teoria frutto di un “unico disegno criminoso”, quindi, semplificando, è come se si trattasse di un unico reato.
Questa lettura emerge dall’atto con cui la procura milanese ha sollevato davanti al procuratore generale della Cassazione un conflitto di attribuzione fra pm sulla competenza a indagare sul pandoro: anche la procura di Cuneo, provincia nella quale ha sede la Balocco, ha infatti aperto un’inchiesta gemella. La decisione su chi è titolato a occuparsi di questo filone è attesa a giorni.
Non solo Ferragni: nelle carte dei pm milanesi erano già finiti i nomi dei rappresentanti legali di Balocco e di Dolci Preziosi. […]
Non è finita qui: i pm dovranno valutare pure il nuovo esposto del Codacons relativo alla campagna del 2020 per raccogliere fondi contro il Covid attraverso una “capsule collection” a edizione limitata di biscotti, realizzata insieme a Oreo.
Gli avvocati di Ferragni assicurano: «Chiariremo al designato magistrato ogni aspetto delle tre vicende », essendo «totalmente certi della assoluta innocenza di Chiara e che detta innocenza emergerà dalle indagini. Siamo fiduciosi del futuro confronto con l’autorità giudiziaria e auspichiamo che il clima mediatico che ha caratterizzato sino ad oggi la vicenda si rassereni».
2. PRECIPIZIO FERRAGNI
Estratto dell’articolo di Monica Serra e Andrea Siravo per “la Stampa”
Rischia di essere solo all'inizio la bufera giudiziaria che si è abbattuta su Chiara Ferragni. Perché, dietro alle iniziative di beneficenza che l'imprenditrice digitale da trenta milioni di follower ha intrapreso in questi anni, i magistrati iniziano a ipotizzare l'esistenza di un «sistema»: un «modus operandi» che sembrerebbe ripetersi in ognuno dei casi finora analizzati. Se queste forme di «pubblicità ingannevole» integrino o meno l'ipotesi di truffa aggravata dalla «minorata difesa» dei consumatori potranno confermarlo solo le indagini appena avviate.
[…] «Non sono pentita delle dichiarazioni su Ferragni, ma mi è dispiaciuto che siano state lette come uno scontro», ha dichiarato la premier Giorgia Meloni, intervistata da Quarta Repubblica. Nel corso della trasmissione, ha annunciato l'approdo nel Cdm di giovedì della norma sulla trasparenza della beneficenza: «Stiamo lavorando a una proposta che dice che per le attività commerciali che hanno anche uno scopo benefico sulla confezione di quello che vendi devi specificare a chi vanno le risorse, per cosa vanno e quanta parte viene effettivamente destinato a scopo benefico».
Per la premier, il caso del Pandoro Pink Christmas di Chiara Ferragni è emblematico perché «ha fatto vedere che c'è un buco in termini di trasparenza nella normativa delle attività commerciali che hanno anche uno scopo benefico. Voluto o non voluto, adesso vi si può incappare».