RECIDIVO AL VOLANTE, PERICOLO COSTANTE - È UN PREGIUDICATO SENZA PATENTE IL 72ENNE CHE È PIOMBATO CON L’AUTO IN UN PARCO DI PADERNO DUGNANO, IN PROVINCIA DI MILANO, TRAVOLGENDO UN BIMBO DI 3 ANNI: IL PICCOLO È IN CONDIZIONI DISPERATE MENTRE L’UOMO, INDAGATO PER LESIONI GRAVI E GUIDA SENZA PATENTE, RESTA RICOVERATO PER FRATTURE AL FEMORE E AL BACINO – APPENA UN MESE PRIMA IL 72ENNE AVEVA TRAVOLTO UN’ALTRA FAMIGLIA DI TRE PERSONE ED ERA FUGGITO…
-Paola Fucilieri per “il Giornale”
Quando una vicenda assurda - per dinamiche ed eventi che l' hanno determinata - una volta approfondita si carica di ulteriori elementi negativi, c' è chi si ostina a parlare di karma o destino avverso. Nel nostro caso - quello di un bambino di appena tre anni travolto e quasi ucciso da un' auto guidata da un 72enne entrato nel viale pedonale di un parco pubblico, poi uscito di strada lungo una scarpata piombando così dall' alto sul piccolo e la sua famiglia - le cosiddette «fatalità» c' entrano poco o nulla.
Come si è scoperto, infatti, guidava una vecchia Ford Focus grigia sotto sequestro ed era anche senza patente (non l' ha mai conseguita) Salvatore D'Amico, il pregiudicato milanese di 72 anni che domenica mattina, poco dopo mezzogiorno, ha sfiorato la strage al Parco Lago Nord di Paderno Dugnano, un' area verde con due laghetti artificiali riservata ai pedoni, a 15 chilometri a nord di Milano. I carabinieri della tenenza locale, guidati dal capitano Salvatore Marletta e dalla Procura di Monza, non sanno dire cosa D' Amato ci facesse da quelle parti. Confermano però che al momento dell' incidente l' uomo non era sotto l' effetto di alcol o droga come hanno stabilito le analisi a cui è stato sottoposto dopo la tragedia all' ospedale Niguarda.
Tuttavia nemmeno un mese prima, il 4 maggio, a Milano, il 72enne aveva investito altri tre pedoni - marito e moglie di 56 e 52 anni originari del Bangladesh e il loro figlio 21enne - quindi era scappato. Quando gli accertamenti della polizia locale avevano condotto sino a lui e D' Amico era stato denunciato per omissione di soccorso l' auto che guidava, la medesima vecchia Ford utilizzata l' altro ieri a Paderno, gli era stata sequestrata e affidata a un' altra persona. La macchina però sembra servisse a D' Amico per dormirci sopra. Quindi, sapendo chi era l' uomo che gliela custodiva e forse grazie a un secondo mazzo di chiavi, non aveva esitato a raggiungerlo e a portarsela via.
La vita rocambolesca di D' Amico non riguarda però solo questi episodi stradali. Era stato arrestato nel 2016 sempre a Milano e in pieno centro, in piazza della Repubblica, dopo che, durante un controllo casuale, non solo aveva esibito dei documenti falsi, ma a bordo delle sua auto erano state trovate anche delle bustine di cocaina. Scarcerato nel 2017, fino al 2019 era stato agli arresti domiciliari a Milano, dove però non si sa: risulta infatti tuttora residente nel carcere di San Vittore.
Da domenica D' Amico è indagato per lesioni gravissime e guida senza patente e resta ricoverato a Niguarda per delle fratture a un femore e al bacino rimediato nel volo dalla scarpata. Il piccolo Lyam, il bimbo milanese che il pregiudicato ha travolto precipitando dalla discesa del parco dove le auto ovviamente non sono ammesse, resta ricoverato in condizioni gravissime all' ospedale Papa Giovanni di Bergamo.
Purtroppo il piccolo dopo l' incidente è andato in arresto cardiaco ed stato rianimato per 20 minuti dai soccorritori delle ambulanze prima che le sue frequenze cardiache potessero riprendere e fosse quindi essere caricato sull' elisoccorso per raggiungere Bergamo. Privo di sensi per quel lungo lasso di tempo, il bambino ha subito delle sofferenze cerebrali che non fanno ben sperare per lui. Il padre, un 27enne in un primo tempo rimasto contuso, ora sta bene e con la moglie, rimasta illesa, in queste ore prega e spera al capezzale del loro bambino.