IL REGNO UNITO NON HA ESCLUSO I LAUREATI ITALIANI MA QUELLI EUROPEI - ANTONELLA POLIMENI, RETTRICE DE "LA SAPIENZA": "NELLA LISTA DEI 37 MIGLIORI ATENEI CE NE SONO SOLO 5 EUROPEI. CREDO SI TRATTI DI UN'APERTURA VERSO LE UNIVERSITA' STATUNITENSI, PRIME FRA TUTTE ALCUNE DELLA IVY LEAGUE, E ASIATICHE. E' UNA DECISIONE POLITICA" - "MA ABBIAMO ASSOLUTE ECCELLENZE CERTIFICATE E RICONOSCIUTE NEL MONDO. NON FACCIAMONE UN DRAMMA: IL MONDO E' GRANDE"

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Lorena Loiacono per “il Messaggero”

 

Antonella Polimeni 2

In Italia non c'è nessuna università di alto livello che garantisca il lascia passare per entrare in Inghilterra. Così ha deciso il governo di Boris Johnson, in barba anche alle classifiche internazionali che vedono gli atenei italiani spesso tra le prime posizioni. È il caso, ad esempio, dell'Università La Sapienza di Roma, la più grande d'Europa e quest'anno più volte in vetta ai ranking internazionali.

 

«Abbiamo raggiunto», dice la rettrice, Antonella Polimeni «il 1° posto in Classics & Ancient History, confermandoci primi al mondo negli studi classici nel QS Ranking by Subject 2022. Un primato raggiunto anche nel 2021, nel 2019 e nel 2018. Tra le prime posizioni al mondo anche per Archeologia».

 

Antonella Polimeni

Rettrice Polimeni, l'Inghilterra ha tenuto conto del ranking?

«Sì, lo ha fatto. I 37 atenei considerati i migliori del mondo, arrivano da una graduatoria stilata in base alle classifiche di QS World University Rankings, The (il Times Higher Education) e Academic Ranking of World Universities. Eppure la Sapienza, che ha avuto ottime posizioni, non c'è nella lista dei migliori ma non andrei a guardare la singola università».

 

Non è un problema della Sapienza, vero?

«No, appunto non perdiamoci nel particolare perché la decisione del Regno Unito va evidentemente ad escludere le università europee: nella lista dei 37 migliori atenei ce ne sono solo 5 europei. Vale a dire i due Politecnici svizzeri, quello di Losanna e quello di Zurigo, l'Università di Monaco in Germania, quella di Scienze e Lettere di Parigi e la Karolinska di Stoccolma».

 

antonella polimeni foto di bacco (2)

Si guarda Oltreoceano?

«Credo si tratti di un'apertura evidente verso gli atenei statunitensi, primi fra tutti alcuni della Ivy League, e asiatici».

 

Possibile che in Europa ci siano solo 5 atenei prestigiosi?

«In Europa, così come in Italia, abbiamo assolute eccellenze certificate da classifiche internazionali riconosciute nel mondo. Credo anzi che risulti bizzarro che le università europee, che hanno posizionamenti importanti in classifiche internazionali prese in considerazione anche dal Regno Unito, non vedano poi riconosciuti i loro primati. Il tema a questo punto è un altro».

 

Antonella Polimeni, la prima donna rettrice della Sapienza di Roma

Qual è?

«Siamo di fronte ad una decisione esclusivamente politica, questa scelta è assolutamente in linea con la Brexit. Non dimentichiamoci che il Regno Unito è uscito anche dal programma Erasmus, per la mobilità degli studenti universitari. Non sappiamo neanche se mai inizieranno delle osmosi tra l'Eramsus e il progetto inglese. Per questo dico che si tratta di una posizione esclusivamente politica, anzi geopolitica».

 

Gli studenti italiani rischiano di perdere delle opportunità?

«Una cosa voglio dire agli studenti della Sapienza ma anche a tutti i laureati dei nostri atenei: il mondo è grande, le opportunità sono tante e la mobilità ci consente di coglierle».

Antonella Polimeni, la prima donna rettrice della Sapienza di Roma

 

Quindi l'Italia può fare a meno del visto dell'Inghilterra?

«La mobilità avuta fino ad oggi tra Italia e Inghilterra è storica. Ma dobbiamo semplicemente prendere atto che la situazione è cambiata: la scelta coerente con Brexit sta polarizzando il Regno Unito verso la parte statunitense e la parte asiatica del mondo accademico».

 

Come è stata presa la notizia?

«Siamo stati colti di sorpresa, non ci aspettavamo che le nostre eccellenze non venissero riconosciute. Ma non facciamone un dramma, ripeto: il mondo è così grande».

 

L'università italiana andrà avanti con i corsi in inglese?

«Certo, questo non ha a che fare con il visto. La scelta della lingua inglese negli studi universitari è merito della storia, non del Regno Unito».

 

antonella polimeni

L'Italia proverà a far parte della lista dei migliori?

«La tradizione culturale dell'Italia non è in discussione, non serve rincorrere l'aggiornamento della classifica. La Sapienza è fiera dei risultati ottenuti fino ad oggi».