LE RICERCHE DEI DISPERSI DOPO L’ESPLOSIONE ALLA CENTRALE IDROELETTRICA DI BARGI SONO SEMPRE PIÙ DIFFICILI – LE TESTIMONIANZE DEI SOMMOZZATORI DEI VIGILI DEL FUOCO, CHE IERI HANNO INDIVIDUATO LA SESTA VITTIMA (ALESSANDRO D’ANDREA): “ANDIAMO GIÙ CON LE BOMBOLE E CON I DISPOSITIVI PER METTERCI AL RIPARO DALLE SOSTANZE TOSSICHE, ANDIAMO VERSO L'ACQUA NERA DUE A DUE, SEMPRE IN COPPIA, PERCHÉ NON SI VEDE NIENTE E IL RISCHIO È ALTO…” - L'AGENZIA PER L'AMBIENTE DELL'EMILIA-ROMAGNA: "ESCLUSA LA PRESENZA DI AMIANTO"
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ESPLOSIONE SUVIANA: ARPAE EMILIA ROMAGNA, ESCLUSA PRESENZA AMIANTO
(LaPresse) - Dopo l'esplosione alla centrale idroelettrica di Bargi a Suviana nell'appennino bolognese in merito alle presenze di amianto "abbiamo fatto la verifica su quanto poteva essere andato in aria, non ci sono presenze di fibre, così come non ci sono presenze di fibre di amianto nelle macerie che sono state campionate". Così Giuseppe Bortone, direttore di Arapae Emilia Romagna nel punto stampa di oggi. "Abbiamo altri due, tre punti di campionamento all'interno del bacino, lì non c'è nessun segnale," ha aggiunto spiegando che per quanto riguarda la presenza di idrocarburi "la tendenza è al forte ribasso".
STRAGE SUVIANA: INDIVIDUATA ANCHE LA SESTA VITTIMA
(ANSA) - I sommozzatori hanno individuato un nuovo corpo. Si tratta della sesta vittima della strage del bacino di Suviana. E' Alessandro D'Andrea, 37 anni, tecnico specializzato originario di Forcoli, un paese della provincia di Pisa, dove ha risieduto fino a tre anni fa prima di trasferirsi in Lombardia, insieme alla compagna, anche lei originaria della provincia di Pisa, per lavorare per la Voith di Cinisello Balsamo (Milano). Solo uno dei lavoratori risulta ancora disperso.
A CACCIA DELL'ULTIMO DISPERSO
Estratto dell’articolo di Niccolò Zancan per “La Stampa”
È un mondo ormai irriconoscibile. «Andiamo giù con le bombole e con i dispositivi per metterci al riparo dalle sostanze tossiche, andiamo verso l'acqua nera due a due, sempre in coppia, perché non si vede niente e il rischio è alto», dice Duilio Lenzini. È il responsabile del centro subacquei dei carabinieri di Genova, e adesso è qui a raccontare quello che resta: «Il piano -9 è ancora completamente allagato. La turbina ha rilasciato liquidi inquinanti, l'ambiente è instabile. Ci sono sostanze pericolose e le pareti di cemento si sono sbriciolate».
Per spiegare la situazione: un pezzo della turbina esplosa, cioè 5 metri di diametro per 32 tonnellate di peso, è stata trovata al livello -4. Ma l'esplosione è avvenuta al livello -8. Il boato è stato fortissimo. Poi è scoppiato un incendio. Quindi c'è stato l'allagamento. Ed è da questo mondo sommerso che, nella mattina di ieri, sono stati tirati fuori altri due operai che lavoravano alla centrale elettrica di Enel Green Power.
Sono altri due morti. Quindi il totale delle vittime sale a cinque. Ecco Paolo Casiraghi, 59 anni, da Milano, tecnico specializzato, dipendente della ditta Abb. Ed ecco Adriano Scandellari, 57 anni, padovano, residente a Ponte San Nicolò. Era un lavoratore specializzato di Enel, da poco insignito con la stella al merito per il lavoro dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ed era sua moglie […] la signora che non smetteva di pregare davanti alla scena del disastro: «Tiratelo fuori, tiratelo fuori».
Mancano due operai. Ma quando sono le nove di sera, ne trovano un altro. È Alessandro D'Andrea, 37 anni, da Forcoli, Firenze. Resta, quindi, Vincenzo Garzillo. Non smettono di cercare. Si immergono e vanno a tentoni lungo una ipotetica via di fuga. Quella che il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Calogero Turtulici, definisce con altre parole: «I primi due dispersi li abbiamo trovati pensando per queste persone a un percorso di esodo, dopo che avevano assistito agli eventi iniziali, hanno cercato di mettersi in salvo».
Ma dove, concretamente, avrebbero potuto mettersi al riparo? […] Metà centrale elettrica è distrutta. Le idrovore aspirano l'acqua, ma altra acqua si infiltra dalla parte superiore della condotta e forse anche dal lago. I controlli ambientali sono giornalieri. Anche perché quel bacino rifornisce l'acquedotto metropolitano di Bologna. «Abbiamo riscontrato una presenza di idrocarburi immediatamente fuori dal sito, ma riteniamo che sia dovuta al momento dei primi soccorsi. Al centro del bacino, invece, tutti i valori sono nella norma, non ci sono pericoli per la sicurezza», dice l'assessore regionale Irene Priolo.
Ad aggiungere complicazioni, tracce di amianto nell'aria: tanto che gli operatori indossano mascherine e protezioni. «Ma è un quantitativo non significativo». Tutti i migliori sommozzatori italiani sono qui. Diciotto squadre al lavoro, sessioni di ricerca di due ore. La profondità dell'acqua al livello -9 è di dieci metri.
Quando dicono che lavorano in coppia, intendono questo: uno si immerge, l'altro «rimane in secco» ma immediatamente vicino. Pronto a intervenire in caso di urgenza: il rischio è rimanere incastrati fra le rovine della centrale elettrica.
[…] Il collaudo è andato male. Qualcuno ipotizza un cortocircuito, altri dicono un errore umano. Nessuno lo sa. Ma qualcosa è successo. Enel aveva affidato il lavoro a Siemens Energy, che a sua volta si era rivolta a due gruppi specializzati ABB e Voith Hydro. «Tutti tecnici specializzati. Non c'è nessuna catena di subappalti», dice Bernabei.
Il cartello fuori dalla centrale elettrica annuncia che i lavori sarebbero dovuti finire a novembre 2023. Non erano ancora finiti a aprile 2024. Come mai? «Normali ritardi di un cantiere», dice ancora Bernabei. Eppure è successo qualcosa di tremendo. Qualcosa che ha stravolto il mondo qui a Suviana.