UN’IDEA PER DRAGHI - IN AUSTRIA, DA DOMANI, SCATTA IL LOCKDOWN PER I NON VACCINATI: POTRANNO USCIRE SOLO PER ANDARE AL LAVORO, FARE LA SPESA O FARE DUE PASSI - LA MISURA RIGUARDA CIRCA 2 MILIONI DEGLI 8,9 MILIONI DI CITTADINI - L'AUSTRIA HA UNO DEI PIÙ BASSI TASSI DI VACCINAZIONE IN EUROPA: APPENA IL 65% DELLA POPOLAZIONE HA RICEVUTO LA DOPPIA DOSE, MENTRE IL 67,8% NE HA AVUTO ALMENO UNA…

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Paolo Valentino per www.corriere.it

 

Il governo di Vienna ha varato ufficialmente il lockdown totale per i non vaccinati, già in vigore in Alta Austria e a Salisburgo, sull'intero territorio nazionale. La misura — che riguarda circa 2 milioni degli 8,9 milioni di austriaci — è stata annunciata oggi, domenica 14 novembre, al termine di un incontro tra l'esecutivo federale e i premier dei Länder. Entrerà in vigore lunedì 15 novembre e durerà almeno 10 giorni.

 

Alexander Schallenberg

Chi ha più di 12 anni e non è pienamente immunizzato potrà uscire soltanto per andare al lavoro, fare la spesa o fare «due passi» come ha spiegato il cancelliere Alexander Schallenberg. «Dobbiamo alzare la percentuale di vaccinati», ha detto, «è vergognosamente bassa».

 

I controlli saranno a campione: «Non siamo uno Stato di polizia e non possiamo né vogliamo controllare ogni angolo di strada», ha detto Schallenberg, che ha però assicurato oggi che i controlli da parte delle forze dell'ordine saranno «accurati». Già dallo scorso lunedì, in Austria è in vigore la regola 2G (ammissione soltanto se vaccinati o guariti) per i turisti che vogliono entrare nel Paese, le manifestazioni e lo sport.

lockdown giovani 3

 

La situazione rimane estremamente grave. Ieri ci sono stati 13.152 nuovi contagi, quasi 1500 in più in un solo giorno. Ma è il ritmo dei nuovi casi a essere infernale: 775 ogni 100 mila abitanti in una settimana, il triplo della Germania. (La situazione è molto pesante anche nel confinante Alto Adige).

 

L'Austria ha uno dei più bassi tassi di vaccinazione in Europa: appena il 65% della popolazione ha ricevuto la doppia dose, mentre il 67,8% ne ha avuto almeno una. A soffiare sul fuoco dello scetticismo nei confronti dei vaccini è il Partito della Libertà, di estrema destra: il terzo, in Parlamento.

 

Secondo informazioni della rete televisiva ORF a partire da lunedì dovrebbe iniziare un progetto pilota di vaccinazione dei bambini tra 5 e 11 anni. Sarà limitato alla città di Vienna e riguarderà 200 piccoli al giorno, ai quali verrà somministrata una dose del vaccino Pfizer/BioNTech.

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Le regole già in vigore

Fino a oggi, in base alle regole varate pochi giorni fa e descritte qui, ai «no vax» era già di fatto vietato entrare e consumare nei ristoranti, nei bar, nelle tipiche konditorei (pasticcerie), soggiornare in tutte le tipologie delle strutture ricettive, entrare nelle «bolle» della movida e in luoghi dove vengono erogati servizi per la cura della persona (parrucchiere, estetiste, barbieri e centri massaggi). Stessa regola vale anche per gli eventi culturali e sportivi con 25 o più persone, nonché per gli impianti di risalita sciistici.

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Il principio di base è che «le restrizioni 3G diventano 2G»: solo le persone completamente vaccinate o guarite hanno accesso a tutti i luoghi in cui prima si poteva entrare anche con un test anti Covid negativo fatto nelle 24 ore precedenti. «3G» sta infatti per «geimpft, genesen oder getestet» («vaccinati, guariti o testati»), mentre 2G sta solo per «geimpft, genesen» («vaccinati o guariti») ed è quindi un criterio più stringente.

 

È questa la differenza maggiore rispetto all’Italia: mentre nel nostro Paese, fino ad ora, il green pass si può ottenere anche con un test veloce per il Covid (che però ha un numero molto alto di falsi negativi), in Austria no. Di fatto viene così introdotto un obbligo vaccinale mascherato.

 

Alexander Schallenberg

A partire dal 6 dicembre è in programma poi il cambio della durata del green pass: varrà per nove mesi dopo la seconda vaccinazione, e potrà essere prolungato solo con la terza dose (in Italia, per ora, rimane valido per 12 mesi anche senza terza dose, anche se il governo potrebbe varare una misura simile a quella austriaca a dicembre visti i dati — pubblicati dall'Istituto superiore di Sanità — sul calo dell'efficacia dei vaccini dopo sei mesi).