L’INCREDIBILE STORIA DI YUVAL BITTON, IL MEDICO PENITENZIARIO ISRAELIANO CHE NEL 2004 SALVÒ LA VITA A YAHYA SINWAR, DIAGNOSTICANDOGLI UN ASCESSO AL CERVELLO. IL CAPO DI HAMAS GLI PROMISE CHE AVREBBE PAGATO "IL SUO DEBITO": “LO HA FATTO UCCIDENDO MIO NIPOTE IL 7 OTTOBRE” – “ABBIAMO SBAGLIATO E ABBIAMO PAGATO UN PREZZO. CREDEVAMO CHE GLI UOMINI COME SINWAR SI POTESSERO COMPRARE CON I SOLDI" - "SINWAR ERA IL PIÙ GRANDE OSTACOLO, ORA NON C’È PIÙ E POSSIAMO CREARE UN NUOVO ASSE CONTRO L’IRAN…” – LA PRESENTAZIONE ALLA SEDE ADNKRONOS DEL LIBRO “IL GIORNO PIÙ LUNGO”, DI SHARON NIZZA - VIDEO

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1. LA RICONOSCENZA DI HAMAS. A TU PER TU CON IL DOTTORE CHE SALVÒ LA VITA A SINWAR IN PRIGIONE

Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio”

 

yuval bitton

[…] Yuval Bitton […] è stato il medico del servizio penitenziario israeliano nel quale venne portato Sinwar in stato confusionale, con forti giramenti di testa, lui capì che si trattava di qualcosa di molto grave, lo mandò in ospedale e venne operato di urgenza per un ascesso al cervello: “Era il 2004, lo stesso giorno ci tenne a dirmi che mi doveva la vita, perché secondo l’islam, nei confronti di chi salva la vita di un musulmano si rimane in debito per sempre. Parlavamo in un misto di ebraico e arabo”.

 

Nel 2011 Sinwar venne liberato, prima di lasciare la prigione volle rivedere Bitton, che per i detenuti era “il dottore”, gli chiese il numero di telefono: “Disse che un giorno mi avrebbe chiamato per assicurarmi che era pronto a pagare il suo debito”.

il corpo di yahya sinwar a rafah

 

Il telefono non è mai squillato, ma la mattina del 7 ottobre, il primo pensiero di Bitton andò a quelle parole, alla vita salvata, al momento di quella visita. Bitton vive in un kibbutz a trenta minuti da Gaza, non si era accorto di nulla, è stata sua figlia ad  avvertirlo: “Mi chiamò dal Giappone per dirmi che Israele era sotto attacco, mi disse di accendere la televisione, un ufficiale mi mandò le immagini dei pick up con i terroristi a bordo per le strade di Sderot. Mi chiese: come può essere vero? Era vero”.

 

Bitton sapeva bene chi ci fosse dietro all’attacco, poco dopo capì che non soltanto Sinwar non avrebbe mai mostrato la sua riconoscenza per avergli salvato la vita, ma si era portato via la vita di suo nipote: “Tamir viveva nel kibbutz Nir Oz e  faceva parte della kitat konanut, la squadra di soccorso che si è trovata a fronteggiare i terroristi. Erano circa cinque uomini contro centinaia di terroristi.

yahya sinwar nel 2018, proteste a khan younis, gaza

 

Tamir, mio nipote, ha resistito per due ore, è stato portato a Gaza sanguinante, è morto nelle mani dei terroristi, il suo corpo è ancora lì”.  L’esercito ha mostrato a Bitton le immagini di Tamir che veniva condotto nella Striscia: “L’ho visto mentre veniva linciato dalla folla, lo hanno lasciato sanguinare fino alla morte”.

 

Bitton racconta che il 7 ottobre non ha potuto non pensare e ripensare al senso della riconoscenza, le parole gli scorrevano in testa in modo ossessivo: “riconoscenza, riconoscenza, riconoscenza”.

yuval bitton

 

Prima come medico, poi come capo della divisione di intelligence del carcere di Nafha, Bitton aveva trascorso molto tempo con Sinwar e altri terroristi, […] era il “dottore”, aveva guadagnato una soglia di rispetto che altri ufficiali non avevano: “Quando Sinwar è entrato in prigione nel 1996 era uno dei tanti, determinato, carismatico, ma uno degli altri. Poi, dalla Seconda Intifada è cambiato, era un leader, era forte, il suo potere dentro la prigione cresceva e così anche il suo impatto all’esterno”.

 

yuval bitton maurizio molinari sharon nizza giorgio rutelli cinzia leone - SPAZIO MASTAI ADNKRONOS

Bitton e Sinwar hanno centinaia di ore di conversazione alle spalle, [...]. “La mattina del 7 ottobre, prima di sapere di Tamir, mi sono ricordato di cosa mi disse Sinwar alla fine della Seconda Intifada”. “Lo sento ancora con chiarezza: ‘Siete un paese forte, con armi nucleari, ma noi staremo a guardare, aspetteremo il momento in cui diventerete deboli e attaccheremo’. E’ quello che è successo, ha soltanto atteso per vent’anni”.

 

Sinwar ha aspettato le proteste, l’azzardo del governo per cambiare la Corte suprema, ha osservato crescere un senso di scollamento che mai aveva colpito prima la società israeliana, e su questo punto debole,  il capo di Hamas voleva infierire.

I SOLDATI ISRAELIANI DAVANTI AL CADAVERE DI YAHYA SINWAR A RAFAH

 

“Non si aspettava però che oltre alla società, anche il nostro esercito era diventato debole”. Per Bitton, Sinwar non sapeva fino a che punto l’assenza di Tsahal avrebbe consentito di compiere un attacco ancora più doloroso, potente, mortale. E’ passato del tempo prima che il dottor Bitton iniziasse a raccontarsi, lo ha fatto una delle prime volte nel libro “Israele, il giorno più lungo” di Sharon Nizza [presentato ieri allo Spazio Mastai dell'Adnkronos al Palazzo dell’Informazione di Roma].

 

I DENTI DEL CADAVERE A GAZA E QUELLI DI SINWAR

Dal 7 ottobre gli torna spesso in mente il giorno in cui ha salvato la vita a Sinwar, il giorno in cui si è comportato come continuerebbe a comportarsi oggi, tra le sue mani sono passati molti massacratori della storia israeliana, a volte, mentre curava un terrorista, si rendeva conto che un altro fuori stava compiendo un attentato, ma questo non ha cambiato il suo modo di lavorare: “Ho pagato un prezzo altissimo il 7 ottobre, è dura, soprattutto per me che gli ho salvato la vita.

 

YAHYA SINWAR DA GIOVANE

La domanda però è più grande, va oltre la mia perdita personale e riguarda tutto il paese: il prezzo che tutto Israele ha pagato. Pensavamo di poter tenere a bada Hamas, credevamo che gli uomini come Sinwar fossero terroristi che potevamo comprare con i soldi, non abbiamo capito fino in fondo la differenza con Fatah”.

 

Sinwar è stato rilasciato dopo una condanna a quattro ergastoli nell’ambito dell’accordo per la liberazione del soldato Gilad Shalit, rapito nel 2006 dal fratello di Sinwar. Bitton era favorevole all’accordo ma non al rilascio del futuro leader di Hamas: “Nel frattempo era diventato un capo dentro la prigione, in carcere i gruppi di terroristi si riorganizzano nella struttura che hanno fuori, scelgono i loro capi, continuano a essere terroristi, considerano il carcere come parte della loro missione […].

 

IL PRESUNTO CADAVERE DI YAYA SINWAR

[…] Sinwar […] pensava che il prezzo da pagare da parte di Israele dovesse essere più alto, Hamas non si sarebbe dovuto accontentare del rilascio di una parte dei detenuti, ma avrebbe dovuto accettare soltanto per la liberazione di tutti i terroristi: voleva vedere fuori i protagonisti degli episodi più sanguinosi delle Intifada, per lui quella era la vittoria”. Hamas alla fine accettò l’accordo [...]

 

“Per Israele Sinwar poteva essere rilasciato perché non era la mente o l’autore di attentati dentro lo stato ebraico, era in carcere per aver ucciso nella Striscia di Gaza, così fu rilasciato. Prima di uscire, promise a chi era rimasto dentro che avrebbe liberato tutti […], era determinato a fare ostaggi per costringere Israele a rilasciare detenuti”.

 

yuval bitton

Una volta fuori dal carcere di Nafha, Sinwar […] era un leader determinato a prendersi tutto Hamas e Israele non aveva visto il suo potenziale: “[…] Il 7 ottobre abbiamo fallito, adesso dobbiamo pagarne il prezzo, quindi dobbiamo raggiungere un accordo con Hamas, anche se questo implica il rilascio di alcuni terroristi palestinesi. Sinwar era il più grande ostacolo, ora non c’è più”.

 

Bitton […] ritiene che nella Striscia vada creata una convergenza di forze tra Arabia Saudita, Giordania, Egitto e Stati Uniti per rendere la situazione stabile e lasciar governare l’Autorità nazionale palestinese.

 

yuval bitton sharon nizza

“Hamas non è mai stato vicino all’Iran, l’asse della resistenza non voleva il 7 ottobre, quello doveva essere il piano di Hezbollah, Sinwar se ne è appropriato e l’ha svelato”. Bitton insiste nel dire che la morte di Sinwar è un’occasione storica, Israele ha già pagato un prezzo e deve pagare ancora per riavere gli ostaggi – “è il costo del nostro fallimento” – ma ha paura degli errori politici, delle valutazioni sbagliate sul dopoguerra.

 

“Non sono felice se il mio nemico viene eliminato, ma quando ho saputo della morte di Sinwar ho capito che da un anno non avevamo mai avuto motivo di ottimismo come in quel momento: non si è chiuso il cerchio, ma può chiudersi”.

 

2. MEDICO CHE SALVÒ LA VITA A SINWAR: "NON SI È SUICIDATO, CON LA SUA MORTE HAMAS È FINITA"

Melissa Bertolotti per www.adnkronos.com

 

soldati inneggiano a yahya sinwar

"Non si è suicidato" Yahya Sinwar, il leader di Hamas morto il 16 ottobre a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. "E' stato ucciso da un soldato israeliano […]. Soldati semplici, che erano da un anno nell'esercito".

 

Lo ha dichiarato nel corso di un'intervista all'Adnkronos il medico israeliano Yuval Bitton, che nel 2004, quando Yahya Sinwar era detenuto nel carcere di Nafha, gli salvò la vita grazie a una diagnosi tempestiva di tumore al cervello.

 

Chi dice il contrario "ne vuole fare un eroe, un martire", ha aggiunto Bitton, che ieri alle 18.30 ha partecipato alla presentazione del libro di Sharon Nizza '7 Ottobre 2023. Israele, il giorno più lungo' edito da 'La Repubblica', presso lo Spazio Mastai dell'Adnkronos al Palazzo dell’Informazione […].

 

[…] "Non provo gioia per la morte" del leader di Hamas, ma dopo la sua uccisione "per la prima volta ho speranza". […] Secondo il medico israeliano, "in questo momento possiamo creare un nuovo asse contro l'Iran, una partnership tra Israele e i Paesi arabi moderati contro l'Iran". Perché è "l'Iran il vero pericolo per la regione, non Israele". […]

 

3. A UN ANNO DAL MASSACRO DEL 7 OTTOBRE IL LIBRO DI SHARON NIZZA, LA CRONACA TRA CHOC E SOTTOVALUTAZIONI

Da www.adnkronos.com

 

SHARON NIZZA - 7 OTTOBRE 2023 - IL GIORNO PIU LUNGO

''Conserva la memoria di un giorno buio'', un racconto ''da mattina a sera'' del 7 ottobre del 2023, del terribile massacro compiuto da Hamas ''perché nessuno un giorno possa dire che non è stato''.

 

Così l'editorialista di Repubblica Maurizio Molinari ha sintetizzato il libro di Sharon Nizza, '7 Ottobre 2023. Israele, il giorno più lungo', presentato presso lo Spazio Mastai al palazzo dell’Informazione dell'Adnkronos. […] La […] copertina è dedicata al Nova Festival ''organizzato solo 24 ore prima nel deserto del Negev di cui Hamas non era a conoscenza'' e che ''ha in qualche modo 'salvato' le comunità del nord che dovevano essere attaccate, secondo i piani'' dei terroristi, come ha spiegato il vicedirettore dell'Adnkronos Giorgio Rutelli che ha moderato l'incontro.

 

[…] Dalla storia dell'arabo-israeliana uccisa a quella del medico che salvo la vita al leader di Hamas Yahya Sinwar, Yuval Bitton, presente in sala, Cinzia Leone è riuscita a trasmettere l'emozione oltre la cronaca. ''Ti devo la vita'', inizia il capitolo dedicato a Bitton, che il 7 ottobre ha perso il nipote Tamir Adar e che fino a due anni fa era direttore dell'intelligence penitenziaria di Israele.  [...]

sharon nizza all adnkronos

 

 

yuval bitton 2

 

 

yaya sinwar ismail haniyeh
Yahya Sinwar
Yahya Sinwar in fuga nei tunnel di hamas
Yahya Sinwar
Yahya Sinwar in fuga nei tunnel di hamas 3
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