E L’ITALIA RISCOPRÌ IL RUOLO DELLA SCUOLA – IL 4 MAGGIO È UNA DATA DA INCUBO PER I GENITORI CHE NON SANNO A CHI LASCIARE I FIGLI CON IL RITORNO A LAVORO E LE SCUOLE CHIUSE – “LA NOSTRA VITA SARÀ UN CAOS” RACCONTA UNA FAMIGLIA CHE ESCLUDE LA POSSIBILITÀ DI LASCIARE I PICCOLI AI NONNI O DI PRENDERE UNA TATA – CARI GENITORI, RICORDATEVELO QUANDO UN DOMANI RIPORTERETE LA VOSTRA PROLE IN QUEL “PARCHEGGIO” PRIMA DI URLARE IN FACCIA AI PROFESSORI…

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Brunella Giovara per “la Repubblica”

 

bambini genitori

Francesca Bider vive con un marito, due figli piccoli, e un grosso anzi enorme punto interrogativo: «Cosa succederà di noi il 4 maggio?». La domanda riguarda alcuni milioni di famiglie.

 

Cosa succederà, allora.

«Torneremo in ufficio. Lavoriamo entrambi in aziende di società di servizi, a Milano. Dopo questo periodo di smart working, che è faticoso soprattutto con due bambini in casa, toccherà uscire e riorganizzare da capo la nostra vita. E dico solo questo: non sappiamo come fare, ci penso e ci ripenso ma non trovo la soluzione. Siamo in una specie di gioco dell' oca».

bambini tornano a scuola in danimarca

 

Scuole chiuse, asili chiusi

«Certo. Alice ha otto anni, Luca 18 mesi. Non so a chi lasciarli. E sento forte l' assenza del tema bambini, in tutto il dibattito sul coronavirus.

Qualcuno deve pensarci».

 

E affidarli ai nonni, è possibile?

«Eh no. Mia madre Ornella sarebbe felicissima, mio padre Massimo pure, e così mia suocera Marinetta. Ma sono in isolamento pure loro. Potremmo metterli a rischio, contagiarli non voglio correre questo pericolo. Finora e per fortuna non abbiamo avuto problemi, stiamo tutti bene, ma nel momento in cui si tornerà ad uscire e a frequentare altre persone, il rischio contagio salirebbe, per tutti».

 

Quando vi siete visti l' ultima volta?

cartolerie negozi per bambini

«L' 8 marzo, inizio del lockdown. L'ultima settimana di febbraio io e Francesco abbiamo cominciato a lavorare da casa, e per poter lavorare tranquilli portavamo tutti i giorni i bambini dai nonni. La sera andavamo a prenderli e insomma, era una vita ancora accettabile. Ma dopo ci siamo dovuti dividere. Noi quattro qua, i nonni a casa loro.

Abbiamo sempre seguito le regole: esce solo mio marito una volta la settimana per la spesa grossa. Noi tre stiamo a casa, l' unico sfogo dei bambini è il balcone».

 

bambino tablet 1

Com'è la vostra vita quotidiana?

«Complicata. In queste condizioni, puoi resistere una settimana o due.

In più, essendo comunque calato il lavoro, l' operatività di molte aziende è ridotta. Quindi Francesco sta smaltendo le ferie arretrate, io faccio alcuni giorni di cassa integrazione.

 

bambini quarantena

Ma lavorare con due figli così piccoli è molto complicato. Soprattutto con Luca, che è felice come una Pasqua di stare con noi, vorrebbe uscire di casa, ma non si può, e visto che non parla ancora ti chiede comunque di uscire, urlando. E poi ha bisogno di stare con altri bambini, e strilla o piange come tutti i bambini, non posso certo chiuderlo in un armadio».

 

Avete chiesto il bonus babysitter?

«No, perché non l' abbiamo mai avuta. Solo in casi di emergenza. Vede, la nostra organizzazione era basata sulla scuola pubblica, che non c' è più e chissà quando tornerà. Se fai un figlio e decidi di usare il nido, non hai bisogno di una tata. Il piccolo ha fatto l' inserimento a settembre, e andava tutto bene. Tutto era organizzato. Al nido fino alle 15,30, poi arrivavo io».

 

bambino smartphone

Quindi, le toccherà cercare una babysitter.

«Non saprei dove cercarla, e non credo che la troverei. Una persona a cui lasciare i figli - e così piccoli, poi - per 9 ore al giorno? Una persona che non conosco? Ci sono dei gruppi su Facebook, ma chi si fida? Ma se anche la trovassi, quale garanzia mi potrebbe dare, e che ne saprei della vita che fa e delle precauzioni che prende.

 

Da febbraio, io non ho mai più preso i mezzi pubblici, per paura del contagio. Per portare i bambini dai nonni, abbiamo camminato venti minuti. Ma una tata li usa, per spostarsi in città. Ho pensato che ci sono tante educatrici che non stanno lavorando, e sono persone formate e fidate. Ma non credo sia fattibile».

 

Allora è un rebus.

bambini coronavirus 3

«Sì. La nostra parola chiave è "incertezza". E vogliamo parlare dell' estate? So che il Comune di Milano sta studiando una Summer School, con spazi aperti per i bambini. Non so come sia realizzabile, so che a me basterebbe che possano frequentare per mezza giornata. In tutto questo, c' è anche un problema educativo, naturalmente. Certo, non possiamo negare l' aspetto pratico: la scuola segue i tuoi figli, e tu così puoi lavorare.

bambini coronavirus 4

 

Ma i bambini vanno a scuola per essere educati. Alice attualmente fa un' ora di lezione online, contro le 6/8 di prima. La scuola ci è vicina, ma una classe è un' altra cosa. E le maestre di Luca, poi, caricano dei video su una piattaforma, così i bambini non dimenticano cos' era, il loro nido. Quindi io dico che sul tema bambini bisogna fare molto più di quello che si sta facendo adesso, a tutti i livelli».

bambino tablet
bambino computer
bambini tornano a scuola in danimarca
bambini coronavirus 2