C’E’ UNA BOMBA CHE RISCHIA DI ESPLODERE: MIGLIAIA DI BAR E RISTORANTI NON CE LA FANNO A PAGARE GLI AFFITTI E RISCHIANO DI ANDARE GAMBE ALL’ARIA QUANDO SCADRA’ IL BLOCCO DEGLI SFRATTI IL 31 DICEMBRE – C’E’ UN PRECEDENTE: L’ORDINANZA DEI GIUDICI ROMANI DÀ RAGIONE A UN RISTORATORE CHE AVEVA CHIESTO DI RIDURRE IL CANONE DI LOCAZIONE PER I MESI DEL LOCKDOWN E DI…
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“E’ impossibile pagare gli affitti”. Dal Piemonte alla Sicilia, dalla Toscana fino a Roma, aumenta il numero di bar e ristoranti messi in ginocchio dalle misure adottate dal governo. La nuova emergenza da fronteggiare per chi opera nel settore è il rischio sfratti. Si moltiplicano le richieste di aiuto da parte di chi non ce la fa più a pagare i canoni di locazione degli spazi commerciali utilizzati per l’esercizio della propria attività.
Si invoca il principio di solidarietà per giustificare sconti per l'affitto, nel caso in cui gli incassi degli esercizi siano crollati per il Covid. Il principio è affermato anche da una un'ordinanza del tribunale di Roma
I giudici hanno dato ragione a un ristoratore del Centro che aveva chiesto sia di ridurre il canone di locazione per i mesi del lockdown sia, soprattutto, che il suo proprietario non facesse scattare la fideiussione versata proprio come forma di garanzia in caso di morosità. Il ristoratore si è visto riconoscere entrambe le istanze, con il giudice che ha anche imposto una riduzione del pigione del 40 per cento per aprile e maggio scorso e del 20 fino al prossimo marzo, oltre a una rateizzazione in 48 mesi delle morosità precedenti.
La Confesercenti Roma ha chiesto di sospendere gli sfratti. Le imprese romane del settore sono al 98% attività piccole e medie, spesso a conduzione famigliare, con meno di 15 dipendenti. Al 75% pagano affitti negli stabili in cui lavorano e molti stanno rischiando la chiusura definitiva.
Una data da segnare con il circolino rosso è il 31 dicembre quando scadrà il termine del blocco degli sfratti. I grillini hanno presentato un emendamento al Dl Ristori per bloccare gli sfratti in caso di mancato pagamento degli affitti. Ma la norma non distingue tra affitti commerciali, magari con dentro artigiani o professionisti costretti a chiudere dai Dpcm e quindi realmente in difficoltà, e affitti invece residenziali…
SFRATTO PER MOROSITÀ DELLA LOCAZIONE COMMERCIALE, SI HA DIRITTO A UN CREDITO D'IMPOSTA PER I CANONI NON PERCEPITI?
Lettera a Repubblica
Sono proprietario di un capannone che ho dato in affitto nel mese di marzo 2019. Dopo due mensilità il mio affittuario non mi ha più pagato nonostante i numerosi solleciti. A questo punto mi sono rivolto ad un avvocato e il 30 settembre 2020 il giudice ha dato loro lo sfratto.
Nel frattempo io ho fatto il 730 e ho pagato le tasse come se avessi percepito l'affitto, nel mese di novembre dovrò anche pagare l'acconto sull'affitto del 2020 che io non ho percepito. Vorrei sapere se è possibile avere un rimborso delle tasse pagate in quanto io non ho percepito l'affitto cosa che è anche stata riconosciuta dal giudice. Se è possibile sapete indicarmi che procedura bisogna seguire? Grazie per la risposta.
Marco F.
LA RISPOSTA
Da repubblica.it – a cura di Antonella Donati
Per gli affitti commerciali non percepiti non spetta il credito d'imposta. Nel caso di locazione commerciale, infatti, per evitare di pagare le imposte sui canoni non incassati a seguito di sfratto per morosità l'unica procedura ammessa è quella di denunciare la risoluzione anticipata del contratto entro 30 giorni dall'evento. In questo modo i canoni di locazione con scadenza successiva alla risoluzione del contratto non sono assoggettabili a tassazione, e le imposte dovranno essere versate solo sulla base della rendita catastale.
Può provare ad evitare di versare l'intero acconto per il 2020 calcolando le imposte a fronte della disdetta anticipata del contratto, eventualmente sanando il ritardo se non ha presentato il modelloRli all'Agenzia delle entrate, ma le imposte sui canoni non percepiti non potranno essere recuperate.