L’UNICO CHE GODE PER IL CAOS A MOSCA È LUKASHENKO – L’IMPROBABILE DITTATORE BIELORUSSO SI È TRASFORMATO IN MEDIATORE E HA PARATO LE CHIAPPE A PUTIN, PRENDENDOSI PRIGOZHIN E I MERCENARI DELLA WAGNER CHE HANNO TENTATO IL GOLPE – È LA RIVINCITA DOPO ANNI DI SUBALTERNITÀ E DIPENDENZA, MA LUKASHENKO HA PENSATO PRINCIPALMENTE A SE STESSO: SE CADE PUTIN, ANCHE LUI VA AI GIARDINETTI...

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MOSCA A MOSCA - POSTER BY MACONDO

Estratto dell’articolo di Rosalba Castelletti per “la Repubblica”

 

Sergej Markov non ha dubbi. C’è soltanto un vincitore nella storia del fallito ammutinamento di Evgenij Prigozhin e dei mercenari Wagner in Russia: Aleksandr Lukashenko. «È ovviamente quello che ha ottenuto di più. Ha già armi nucleari. In parte. Ora ha anche l’esercito privato più forte del mondo. In parte. E anche la gratitudine della Russia per l’aiuto in un momento difficile. Una gratitudine totale».

 

lukashenko putin

Non tutti sono d’accordo […]. Anzi, sono in tanti a pensare che la dolce vittoria oggi possa diventare un calice amaro domani. Come l’ex ministro della Cultura bielorusso Pavel Latushko, oggi oppositore in esilio: «Prigozhin non è un regalo per Lukashenko perché Putin […] non perdonerà mai l’umiliazione che ha subito. È una piccola vittoria tattica, artificiale e superficiale che potrebbe trasformarsi in un problema strategico».

 

erdogan con putin lukashenko e altri sinceri democratici al tavolo a samarcanda

Il leader bielorusso, però, non sembra incline ai cattivi pensieri. Quando il suo “fratello maggiore” Putin ha affrontato la più grave minaccia al suo potere in un ventennio, ha chiesto il suo aiuto. E lui non si è tirato indietro. Ha portato a casa l’accordo che alla fine ha convinto Prigozhin a sospendere la marcia delle sue truppe su Mosca: l’esilio in Bielorussia per lui e gli altri mercenari ribelli in cambio dell’amnistia.

 

Ora si gode il suo momento di gloria rivendicando con orgoglio la patente del “mediatore”. Di più, di “pacificatore della civiltà slava” o “eroe della Russia”, come sono arrivati a chiamarlo i proni media bielorussi. Nulla a che vedere con l’etichetta di “ultimo dittatore bielorusso” che gli affibbiò l’allora segretaria di Stato statunitense Condoleezza Rice. Difficile però scrollarsela di dosso.

 

GIRARROSTOV - MEME BY EMILIANO CARLI

In quasi trent’anni al potere, Lukashenko ha trasformato il Paese in una miniatura dell’Urss grazie ai suoi servizi segreti che si chiamano ancora Kgb. E nel 2020 ha truccato le presidenziali che lo hanno riconfermato al potere soffocando col sangue e con gli arresti la rivolta contro il furto elettorale. A soccorrerlo fu Putin che appena un mese prima Lukashenko aveva accusato di complottare contro di lui e di aver mandato mercenari di Wagner — proprio loro — a influenzare le elezioni.

 

Il leader del Cremlino lo aspettava sulla riva del fiume per vendicarsi di anni di flirt con l’Occidente. Gli inviò le forze di polizia per aiutare a reprimere le manifestazioni e dopo gli garantì un prestito di 1,5 miliardi di dollari […]. Ma poi ha iniziato a riscuotere i frutti del suo investimento.

 

PRIGOZHIN E PUTIN

In cambio della stabilità economica e politica, Lukashenko è diventato un fedele vassallo di Mosca. L’Unione Russia-Bielorussia rimasta per anni sulla carta si è concretizzata. Quando Mosca ha lanciato “l’operazione militare speciale” contro Kiev, la Bielorussia […] è diventata un trampolino di lancio per le truppe e i mezzi militari russi, di recente ha pure iniziato a ospitare armi nucleari tattiche russe e ora accoglierà anche Prigozhin e gli altri mercenari ribelli. Una presenza ingombrante.

 

[…] Lukashenko […] Probabilmente non esclude inoltre di poter usare Wagner come un esercito personale contro nuove possibili rivolte in vista dei due prossimi appuntamenti elettorali: le parlamentari del prossimo 25 febbraio 2024 e le presidenziali previste nel 2025.

 

lukashenko putin

«Spera che i criminali di Prigozhin possano proteggerlo. Che ingenuità», commenta Franak Viacorka, capo consigliere politico di Svetlana Tikhanovskaja, costretta all’esilio dopo la vittoria rubata delle presidenziali del 2020. Per Viacorka il vero obiettivo di Lukashenko nel mediare la resa di Prigozhin sarebbe però un altro.

 

«Non stava salvando Putin, stava salvando se stesso. Il regime di Lukashenko si sarebbe sgretolato immediatamente se Prigozhin avesse avuto successo, aveva sicuramente una buona motivazione per fermarlo». Parole confermate dallo stesso Lukashenko: «Se, Dio non voglia, questo tumulto si fosse diffuso in tutta la Russia, e i prerequisiti per questo erano enormi, noi saremmo stati i prossimi», ha detto martedì. «Se la Russia crollasse, finiremmo tutti sotto le sue macerie».

kolya e aleksandr lukashenko
LUKASHENKO ALLA PARATA MILITARE A MOSCA 2
putin lukashenko
aleksandr lukashenko vladimir putin
Nikol Pashinyan - Alexander Lukashenko - Vladimir Putin - Sadyr Japarov - Kassym-Jomart Tokaev - Emomali Rahmon
il volo di evgeny prigozhin atterra a minsk
putin e lukashenko
PUTIN E PRIGOZHIN
alexander lukashenko
attacco con i droni a kiev
aleksandr lukashenko vladimir putin
alexander lukashenko
bandiere bielorusse a pechino
aleksandr lukashenko alla parata del 9 maggio 2023 a mosca
aleksandr lukashenko con la mano bendata
ALEKSANDR LUKASHENKO RICOMPARE IN PUBBLICO CON LA MANO BENDATA
lukashenko putin
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