SAI DOVE TE LO METTO, IL TETTO? – GERMANIA E OLANDA APRONO AL PRICE CAP SUL GAS RUSSO: “PUÒ ESSERE CONSIDERATO”, E PROPONGONO ACQUISTI COMUNI, UNA “DIPLOMAZIA ENERGETICA COORDINATA” E UN “INDICE PIÙ RAPPRESENTATIVO”. MA ANCORA NON SCIOLGONO LA RISERVA SUL DEBITO COMUNE PER CONTRASTARE IL CARO ENERGIA – CINGOLANI: “L’INVERNO SARÀ TRANQUILLO, GRAZIE AGLI STOCCAGGI, MA È URGENTISSIMO CHE DA INIZIO ANNO PROSSIMO CI SIA IL RIGASSIFICATORE DI PIOMBINO”
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1 - GERMANIA-OLANDA, 'STOCK COMUNI E OK A TETTO A GAS RUSSO'
(ANSA) - "Acquisti comuni di gas per gli stoccaggi, una diplomazia energetica più coordinata per il gas con partner affidabili, una ulteriore riduzione della domanda, un indice più rappresentativo, ma su base volontaria, al Ttf".
Sono alcune delle proposte che in un non paper - documento non ufficiale - Germania e Olanda hanno avanzato sul dossier energia. "La necessità di un set di misure e non di mettere in campo una misura", è il titolo del documento nel quale i due Paesi non citano il price cap all'import di Gnl ma affermano che "può essere considerato un tetto al gas russo via gasdotto".
2 - CINGOLANI: «INVERNO TRANQUILLO, MA SERVONO I RIGASSIFICATORI PIOMBINO È FONDAMENTALE»
Fausta Chiesa per il “Corriere della Sera”
La stagione invernale «sarà tranquilla» con gli stoccaggi che «hanno superato il 90 per cento», ma la sicurezza energetica del nostro Paese l'anno prossimo dipenderà da un'infrastruttura: la nave rigassificatrice a Piombino.
A ribadirlo è stato il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani nel corso del Green Talk che si è svolto ieri in Sala Buzzati a Milano, organizzato dal Corriere della Sera e da Rcs Academy.
Impegnato nel consiglio Energia informale che si chiude oggi a Praga e in attesa del vertice a Bruxelles il 20 ottobre a cui parteciperà il premier uscente Mario Draghi, Cingolani guarda non solo alla battaglia per ottenere il tetto al prezzo del gas, ma anche al problema degli approvvigionamenti per poter dire addio al gas russo, che fino all'anno scorso rappresentava il 40% dei nostri consumi, mentre oggi vale il 10 per cento.
«È urgentissimo - ha detto Cingolani rispondendo a una domanda del direttore del Corriere Luciano Fontana - che da inizio anno prossimo ci sia almeno il primo rigassificatore, quello di Piombino, ed entro inizio 2024 il secondo. Tutti gli altri Paesi stanno spostando il baricentro sul Gnl».
L'indipendenza completa dalla Russia «è prevista per la seconda metà del 2024, sostanzialmente quando saranno piazzati i due nuovi rigassificatori», ha dichiarato il ministro del governo uscente. «Il 2024 - ha confermato l'amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, intervistato dal vicedirettore del Corriere Daniele Manca - sarà un anno difficile. Abbiamo assolutamente bisogno del nuovo rigassificatore di Piombino, altrimenti mancheranno 5 miliardi di metri cubi di gas».
Un tema più di ogni altro è emerso trasversalmente nel corso del dibattito: l'importanza delle infrastrutture. «La sicurezza energetica è fatta di ridondanza e il gas non è l'unica componente, ci sono anche le infrastrutture», ha sottolineato il numero uno di Eni, che ieri ha annunciato l'avvio della fornitura di volumi addizionali di gas naturale liquefatto per l'inverno 2022-2023 nel rigassificatore di Panigaglia (La Spezia).
L'Italia, quindi, arriva all'inverno preparata. «Oggi (ieri, ndr) dovremmo raggiungere il 93% di riempimento degli stoccaggi», ha annunciato il ceo di Snam Stefano Venier. Il gruppo che gestisce la rete dei gasdotti è al lavoro per mettere in funzione la due navi rigassificatrici. «Piombino - ha precisato Venier - è un'infrastruttura classificata come strategica ed è oggetto di decreto specifico. È in questa cornice che stiamo lavorando e che ci dà la certezza sui tempi, con la possibilità di operare tra una ventina di giorni se ci sarà data l'autorizzazione. Stiamo facendo il medesimo percorso su Ravenna rispondendo a tutte le domande».
Se Cingolani ha rassicurato sulla quantità di gas a disposizione per quest' inverno, resta il problema dei costi dell'energia. «La verità - ha detto il ministro - è che abbiamo pagato follemente le quotazioni del gas di una Borsa che non è realistica. Il Ttf è totalmente sganciato dalla realtà. C'è una volatilità pazzesca.
Stiamo pagando questa cosa e un ritardo nell'agire». Il punto, ora, è stringere sul tetto al prezzo del metano e la decisione dipenda dalla Ue. «Abbiamo parlato molto del price cap con tutti i Paesi europei - ha concluso il ministro - direi che pian piano ci sono venuti dietro.
Mesi fa eravamo soli, adesso la stragrande maggioranza dei Paesi vuole un meccanismo di limite al costo. È un anno che martelliamo su questa cosa. La soddisfazione è che alla fine ce li siamo portati tutti quanti dietro, l'insoddisfazione è che un anno è troppo». Il price cap sarà probabilmente «un intervallo entro il quale il Ttf potrà variare senza avere questi picchi di volatilità. E su questo stiamo convergendo». Poi c'è il capitolo, strategico in chiave di sostenibilità, delle rinnovabili.
«L'Italia - ha dichiarato il ceo di Enel Francesco Starace - può tranquillamente affrancarsi dal gas usando le rinnovabili se insieme ci mettiamo le batterie e lavoriamo sulle reti digitali. Nei primi sei mesi del 2022 le domande di allacciamento di pannelli fotovoltaici sono triplicate. E vediamo nel secondo semestre un'accelerazione.
I circa 450 MW mediamente installati in un semestre, nel primo semestre del 2022 sono stati 1.200, a fine anno avremo installato 2.500 megawatt di fotovoltaico. Lo hanno fatto le aziende e i piccoli consumatori. Se si raddoppia l'anno prossimo siamo già a cinquemila degli ottomila indicati dal ministro Cingolani senza mettere in gioco le grandi aziende che vorrebbero partecipare».