Estratto dall'articolo di Graziella Melina per “Il Messaggero”
«Prima di assumere medici stranieri, meglio incentivare quelli italiani». La decisione di diverse Regioni di ricorrere a professionisti extracomunitari pur di riuscire a fornire i servizi di cura negli ospedali, i medici non l'hanno presa bene. La scelta del presidente della Calabria, Roberto Occhiuto di assumere 500 medici cubani tramite una società di servizi locali era suonata come un affronto.
Nel frattempo, anche la Puglia stava già pensando di rivolgersi alla vicina Albania, mentre la Sicilia aveva ipotizzato di far ricorso a medici argentini. Del resto, la carenza di operatori sanitari italiani è nota.
Secondo le stime di Anaao Assomed, l'associazione dei medici dirigenti, in particolare, al Sud ne servirebbero circa duemila per ogni Regione: in Puglia circa 2mila-2400 medici, in Calabria circa 2150, in Sicilia 2500-2800. Il 70 per cento nelle aree di emergenza, il resto in tutti gli altri reparti.
Di medici nostrani disponibili, in realtà, ce ne sarebbero. Se non fosse che gli stipendi non allettanti e il luogo di lavoro, spesso in aree lontane dai centri, ha convinto molti professionisti a disertare i bandi. E così, di fronte alle decisioni delle Regioni, i medici italiani hanno iniziato ad alzare la voce.
Mentre la Cimo Fesmed ha fatto ricorso al Tar, l'Omceo di Palermo ha denunciato l'iter di assunzione degli stranieri che rischia di scavalcare «ogni regola ordinaria e straordinaria in tema di assunzioni in sanità». Il punto è che durante l'emergenza Covid, le regioni avevano ottenuto per legge la possibilità di ricorrere a personale medico anche straniero. Ma continuano a farlo anche ora.
Il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, ha deciso così di scrivere una nota al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La richiesta è chiara: «chiediamo di rivedere la normativa che è stata prorogata sino al 31 dicembre 2023 spiega Anelli - che mette a rischio un sistema di controlli e di garanzia per la sicurezza delle cure e per la qualità dell'assistenza».
i medici cubani contengono il virus ebola
In effetti, il rischio è che senza adeguate verifiche sulla formazione dei medici stranieri, i pazienti potrebbero non ricevere cure e diagnosi adeguati. «I titoli di studio vanno rigorosamente verificati per poter esercitare la professione in Italia prosegue Anelli - evitando il pericolo di sfociare nell'esercizio abusivo. Non dimentichiamo che la conoscenza adeguata della lingua italiana, nel campo dell'emergenza sanitaria, è di importanza fondamentale».
Per il momento, alla lettera della Fnomceo non ha ancora risposto nessuno. Ma le Regioni sembrano comunque aver cambiato idea, almeno in parte. «In Puglia l'ipotesi è stata paventata ma non si è più concretizzata spiega il segretario dell'Anaao Assomed Pierino Di Silverio - in Sicilia per il momento il bando è stato bloccato. In Calabria, i medici cubani individuati sono per ora solo 84». […]