SAPETE COSA SONO I "VERGINI PER NATURA"? SONO QUELLE PERSONE CHE NON FANNO SESSO NON PER VOTI RELIGIOSI O PER PROBLEMI DI SALUTE, MA SEMPLICEMENTE PERCHÉ NON GLI VA - BARBARA COSTA: "SONO PERSONE APPAGATE E REALIZZATE CON ASPETTI DELLA VITA CHE NON INCLUDONO IL SESSO NÉ LA PRESENZA DI UN/A PARTNER PER SENTIRSI COMPLETI. MA UN’ESISTENZA SENZA SESSO MANDA IN TILT LA SOCIETÀ"
-
Barbara Costa per Dagospia
Sant’imene! Nel nostro Paese trovano giustificazione per tutto, si può mentire, essere somari, maleducati, pure delinquenti, ladri e prepotenti, ma una cosa è imperdonabile: rimanere vergini.
Eppure accanto a noi ci sono persone, sanissime e degnissime, ma volgarmente appellate "unicorni", per loro natura sessualmente illibate. Sto parlando di persone che non fanno sesso non per voti religiosi, non per problemi di salute, e non per una "causa", bensì persone che non ritengono il sesso ciò che fa per loro.
Sono persone che potrebbero rientrare nell’asessualità, in uno dei suoi rami, o forse no: ci sono adulti per cui né il sesso ma nemmeno le relazioni asex – si prova amore però senza stimoli sessuali – sono ciò di cui sentono necessità. Sono persone appagate e realizzate con aspetti della vita che non includono il sesso né la presenza di un/a partner per sentirsi completi. Questi vergini e queste vergini per natura non soffrono né mentalmente né fisicamente a non far sesso, bensì stanno male per una oppressione differente e che non si meritano: l’incomprensione sociale! Che parte dalla loro famiglia d’origine.
Essere una persona adulta, con un grado di istruzione variabile e magari elevato, e avere un lavoro e interessi e obiettivi, che non prevedono in alcun modo una famiglia, ma neppure un nucleo a due, ma neppure sc*pate senza sentimento e/o impegno, a favore di un’esistenza naturalmente senza sesso, manda in tilt la società. Non si viene davvero accettati: se ti va bene vieni "consolato", ma, se ti va male, commiserato e deriso senza pietà. Devi di continuo giustificare un "qualcosa" che non reclama discolpe.
Per questo i vergini e le vergini per natura hanno ogni ragione a non venire allo scoperto e a condividere la loro realtà solo con chi è come loro o ha fatto – in piena libertà e coscienza – la stessa scelta loro. Essi si rivelano su app in chat apposite, e chiuse. A chi viene in mente di presentarsi vergine e contento su chat "altre", viene sfottuto. Al massimo "tollerato", con frasi fatte e pelose, (“ciò che conta è star bene con sé stessi”, “la vita è la tua”). Chi è vergine per natura, o chi lo è per scelta sua, deve ingiustamente rispondere a perché, intimi, per poi esserne schernito, stigmatizzato da pregiudizi.
Ma una persona che non ha rapporti sessuali – anche per tutta la vita – non è un menomato fisico né mentale. Né il suo corpo né la sua mente subiscono "deformazioni" a non fare sesso. Un pene e una vulva no sex stanno bene, e non differiscono in nulla – tranne il lembo dell’imene intatto – da una vulva e un pene attivi. I no sex non sono "diversi", né più maturi né più scemi degli altri. Chiaro? Non mi sembra per niente chiaro a scorrere le stupidate con cui chi, grande e vergine, viene investito online. E specie se donna.
Scemenze offensive quali “sei malata”, “non sai quello che ti perdi, povera zitellona! Ah, ah, ah”, “sei sbagliata”, “sei da sveltina in un cesso pubblico”, “sei una sfigata”, “sei una complessata, povera te”, “non hai trovato nessuno, e mai lo troverai”, sei “un caso umano”, “ma scaricati”, “vieni qua, fatti sfondare!!!”. E si continua: “Viviti la vita, o vuoi conservartela per il "bastone" della tua vecchiaia?”, “ti manca qualcosa”, “di sicuro sei una suora acida”, “sc*pati una donna”. Non pochi si prodigano in raccomandazioni non richieste, “e fatti almeno le pugn*tte, e usa il vibratore, se ti neghi l’orgasmo il tuo organismo ne risente”.
Altri divinano terrori ingiustificati, dei quali in verità hanno terrore loro, “ma come farai un domani senza famiglia?”, “vuoi rimanere da sola tutta la vita???” (come se vergine equivalesse a asociale…).
Ed ecco le soluzioni: “Pagati una prostituta/o e lo risolvi, non perder altro tempo”. Seguono diagnosi a cavolo, “tu hai qualcosa che non quadra nella testa”, senonché consigli medici, “vai da uno bravo”, “sei affetta da vaginismo”, “hai un blocco grave”, “fattori inibitori da indagare”, “il tuo è un tabù, che ti si è formato nell’infanzia, è tutta colpa dei tuoi genitori”, “tu hai un problema, e non lo sai”, “fai un controllo ormonale”, “hai paura di affermare te stessa”, “sono paure adolescenziali mai superate”, “tenerla così bene non ti fa”, “divertiti, così ti si sciupa”.
Ma sul serio quando noi abbiamo perso la verginità (ma perdere… che??? Una membrana su cui ci hanno costruito sistemi morali) siamo diventati migliori o peggiori di prima? Siamo cambiati? Ci ha cambiato di più quel lembetto di pelle spezzato, o la prima volta – o l’ultima – che ci hanno spezzato il cuore?