LA SCALA VA FUORTES - L’AD DELLA RAI SEMBRA SEMPRE PIÙ VICINO ALL’INCARICO DI SOPRINTENDENTE DEL PIERMARINI, DOPO UNA “COABITAZIONE” CON MEYER – PANZA: “FUORTES SI ERA SEMPRE SCONTRATO CON IL VETO DEL SINDACO SALA. ORA IL PD SI SAREBBE MESSO DI MEZZO PER UNA MEDIAZIONE. IL PASSAGGIO, RESTA LUNGO, COMPLICATO E NON PRIVO DI INSIDIE. MEYER SCADE NELL’APRILE 2025. TECNICAMENTE, FUORTES PUÒ GIÀ ESSERE INDICATO COME SOPRINTENDENTE DESIGNATO, MA DEVE ESSERE INCARICATO DA …”
-Estratto dell’articolo di Pierluigi Panza per il “Corriere della Sera”
Rumors che da molto tempo circolano sul destino dell’Ad della Rai Carlo Fuortes, già soprintendente dell’Opera di Roma, sembrano in questa settimana assumere valenza più concreta. Come noto, Fuortes sarebbe disponibile a lasciare il posto alla Rai «solo» in cambio di quello di soprintendente della Scala. Ma su questo fronte si era per ora sempre scontrato con il veto del sindaco Sala, che è anche di diritto presidente del Teatro alla Scala. Ora il Pd si sarebbe messo di mezzo per una mediazione per spianare la via di Fuortes da Roma a Milano, dalla Rai alla Scala.
Se, grazie alla mediazione del Pd (cosa avrà avuto in cambio?) Fuortes incassasse il sì di Sala, allora potrebbe essere indicato come sopraintendente incaricato per subentrare a Dominique Meyer al termine del suo mandato. Dai dem milanesi nessun commento sulla vicenda, che viene giocata interamente a Roma in coppia con le nomine Rai, a cui sta lavorando il governo Meloni. Voci di corridoio ipotizzano che la mediazione con il sindaco Sala per dare il via libera al nome di Fuortes sarebbe ispirata dall’ex ministro Dario Franceschini.
I rapporti personali tra Sala e Fuortes sarebbero, in teoria, buoni […]
Il passaggio, tuttavia, resta lungo, complicato e non privo di insidie. Meyer scade nell’aprile 2025.
[…] tecnicamente, Fuortes può già essere indicato come soprintendente designato, ma deve essere incaricato dal Consiglio di amministrazione della Scala (non dal governo), che è presieduto dal sindaco di Milano. L’oggetto «soprintendente incaricato» non è inserito in scaletta del prossimo Cda, che è fissato per metà aprile e, dunque, se ne potrà iniziare a discutere a maggio o giugno come minimo. Il Cda, però, è composto da nove membri, dei quali solo due di nomina statale, che sono Francesco Micheli e Maitè Carpio Bulgari.
I quali, naturalmente, sono stati indicati in epoca Franceschini e non Sangiuliano. Gli altri sono espressione dei privati (tra questi, ad esempio, c’è Claudio Descalzi, ad dell’Eni, che deve essere riconfermato) o di istituzioni e uno della Regione Lombardia. Regione il cui assessorato alla cultura è ora passato dalla Lega a Fratelli d’Italia. […]