Estratto dell’articolo di Marco Lignana per www.repubblica.it
Un incontro casuale nel parco di Villa Scassi: una donna in lacrime per il divorzio con il marito, Anna, e un’anziana sconosciuta che si ferma a consolarla, Armida. Dopo 3-4 incontri fugaci in pochi mesi, un vuoto di due anni e la morte della novantenne, ecco spuntare un misterioso eppure chiarissimo testamento olografo:
«Lascio tutti i miei denari titoli azioni in mio possesso al momento della morte ad Anna per il suo grande conforto che mi ha dato nella vita. Revoco mio precedente testamento». E quel “tutto” non sono proprio noccioline, ma oltre due milioni di euro.
Solo che quando i nipoti di Armida (ancora convinti di essere loro i legittimi eredi) si rendono conto di quel che sta succedendo, si rivolgono alla magistratura […] E una storia così strampalata, ma terribilmente concreta, finisce in tribunale. Qui il pubblico ministero Giuseppe Longo prima ha chiesto e ottenuto i sequestri dei conti correnti appartenuti ad Anna, poi ha emesso il decreto di citazione diretta a giudizio di Anna, 65 anni, accusata di uso di atto falso.
Nel frattempo, il consulente nominato dal giudice Fulvio Polidori ha stabilito due cose: il testamento olografo non è stato redatto né sottoscritto da Armida, dunque è un falso, ma allo stesso tempo l’imputata Anna non è l’autrice delle contraffazioni o alterazioni del preziosissimo documento. […]
Nel processo Anna ha raccontato che Armida, dopo appunto 4-5 incontri tutti nel 2017, le ha consegnato il documento dicendo “prendi questo”. Durante il dibattimento, a domanda se sapeva di quanti soldi si stesse parlando ha risposto “potevano essere 100 euro, 10 euro non lo so”. E poi, “che fosse così piena di soldi, assolutamente non lo sapevo”.
Poi ci sono quelle che per l’accusa (nel dibattimento il pm è rappresentato da Barbara Calabrese) e per la parte civile sono, nella migliore delle ipotesi, strane combinazioni: “Quindi lei dopo 4-5 volte che la vede ai giardini, o comunque prendete un caffè, nel dicembre 2017 riceve il testamento. Poi ha avuto problemi, non vede più la signora (per due anni, ndr) e combinazione va pochi giorni dopo il decesso a casa sua. È una combinazione questa?.
E ancora: «E’ andata personalmente in ogni banca che c’è a Genova per trovare i conti della signora chiedendo “Scusate, io sono la signora Anna mi dite se la signora Armida. ha un conto presso di voi?”. Risposta: “Sì, più o meno”. […]