E SE IL LOCKDOWN FOSSE STATO UN ERRORE? – BECCHI E ZIBORDI: “DA SEI MESI SI PARLA SOLO OGNI GIORNO DEI MORTI DA CORONAVIRUS CONTATI DA UNO AD UNO, MA SE SI DICESSE CHE IL TOTALE DEI DECESSI DA COVID È UNO “ZERO VIRGOLA ZERO SEI” DELLA POPOLAZIONE, CAMBIEREBBE LA PERCEZIONE DELL’ OPINIONE PUBBLICA" – "SE PARLIAMO DI TUTTO L’ANNO E TUTTA L’ITALIA LA STATISTICA È QUESTA: IN MEDIA, SI È VERIFICATO UN DECESSO, QUASI SEMPRE DI PERSONA MOLTO ANZIANA E CON ALTRE PATOLOGIE, OGNI…”
-Testo di Paolo Becchi E Giovanni Zibordi
Sono stati pubblicati sondaggi nei principali paesi sulla percezione dell’opinione pubblica del Covid-19 https://t.co/AbdKO10EQx?amp=1 (ad es. un mese fa dall’ International COVID-19 Opinion Tracker).
Il dato stupefacente è che in tutti i paesi l’ opinione pubblica stima i morti di Covid-19 circa cento volte maggiori di quelli che sono nella realtà. Come si vede nella tabella, l’ opinione pubblica risponde che i morti a causa del Covid sono il 3%, il 6% o addirittura il 9% della popolazione, mentre se si dividono i 40 mila decessi circa in UK e Francia per le rispettive popolazioni (vicine a 70 milioni di persone) si ottiene uno zero virgola zero sei (0,06%). Gli americani sbagliano più di tutti, ma anche i tedeschi e gli svedesi nei sondaggi amplificano di 100 volte circa il dato reale
Ora, è noto che in qualunque sondaggio l’ opinione pubblica di solito sovrastima i numeri e le percentuali dei fenomeni di cui si parla molto sui media. Ad esempio nel caso percentuale di immigrati tipicamente nei sondaggi viene indicata al 20% quando nella realtà è il 10% circa. Ma nel caso del virus Covid-19 parliamo di un errore di 100 volte, non di 2 o 3 volte.
Non si tratta però di un problema di dimestichezza con la statistica, seppure elementare da parte dell’italiano o americano medio, ma di una manipolazione che avviene ogni sui media perché da sei mesi si parla solo ogni giorno dei morti da Coronavirus contati da uno ad uno e se si dicesse invece ogni tanto che però il totale dei decessi da Covid è uno “zero virgola zero sei” della popolazione, cambierebbe la percezione dell’ opinione pubblica.
Sarebbe difficile giustificare la paralizzazione della vita sociale e la distruzione di centinaia di miliardi di euro di reddito per una variazione del numero di decessi dello zero virgola zero qualcosa, una variazione che è già avvenuta in altri anni, perché è successo che in Italia il numero dei decessi annuali oscillasse anche di circa 40mila, da 550mila a 590 mila ad esempio.
La colpa però non è del cittadino che dovrebbe avere la voglia di controllare i numeri e fare le divisioni e le percentuali, ma di chi per mestiere dovrebbe interpretare i dati e trasformarli in notizie sui media.
Ad esempio gli autori del presente articolo hanno pubblicato il 17 aprile sul Sole24ore un pezzo https://www.ilsole24ore.com/art/siamo-l-unico-paese-mondo-che-sta-distruggendo-sua-economia-e-sua-cultura-causa-virus-ADemZwK che sulla base dei dati stimati di mortalità attribuita al Covid sosteneva che non era eccessiva su base storica e statistica al punto tale da giustificare di distruggere mezza economia italiana e togliere il diritto di uscire di casa ad un intera popolazione
Il Comitato di Redazione del Sole24ore, per la prima volta forse nella storia del giornale, con un comunicato ha preso le distanze dal direttore che aveva pubblicato questo articolo e non lo ha poi rimosso come aveva chiesto il CdR
I giornalisti del principale giornale economico nel loro comunicato trovavano scandalosa la nostra tesi che “non è la mortalità eccessiva a livello nazionale che giustifica il blocco prolungato dei diritti e della vita degli italiani”, al punto che non meritava neanche di essere discussa (”sono parole che preferiamo non commentare”) https://www.ilsole24ore.com/art/comunicato-sindacale-ADVH1BL
Non si trattava però di controbattere quanto avevamo scritto, ma semplicemente di condannarlo come si faceva nel medioevo con gli eretici. Qui parliamo di una testata economico-finanziaria i cui giornalisti hanno chiesto la censura di un articolo e non vogliono nemmeno discuterne la tesi o i dati citati, come se si trattasse di una incitazione alla strage di donne e bambini. L’articolo faceva notare che la percentuale annuale di morti a livello nazionale che si poteva stimare (in aprile) per questa patologia da virus non era, socialmente e statisticamente, tale da giustificare misure da tempo di guerra.
Con il pretesto di questa variazione nella mortalità che statisticamente si è già verificata per altri motivi (oscillazioni di 30 o 40mila decessi in più all’anno sono avvenute negli ultimi dieci anni) abbiamo ora però distrutto l’economia. Come si vede il reddito e la produzione italiana sono collassati come non è mai successo in tempo di pace e tre o quattro volte di più che durante le crisi del 2008 e 2012
Dopo il breve picco in marzo e aprile, da metà maggio, smentendo le previsioni dei virologi ed epidemiologi citati sempre dai giornali, la mortalità totale settimanale in Italia e in tutta Europa è tornata nella media. Invece di fare autocritica e riesaminare se non si sia sbagliato clamorosamente, si insiste nell’alimentare la psicosi parlando ossessivamente ora dei “contagi”, anche se non hanno più nessuna relazione con il numero di malati e di decessi. Ad es. il paese che ha avuto il maggiore picco di contagi è questa estate la Spagna, dove però, come anche succede in Francia, Italia, UK, Germania ecc non si vede nessun aumento dei decessi
Lo stesso andamento lo si vede in Italia e in tutti i paesi europei. Affermare come fanno i vari esperti governativi, Crisanti, Ricciardi, Galli, Pregliasco, che però i morti potrebbero essere stati o saranno in futuro molti di più è solo un ipotesi, a sua volta criticata e contraddetta da altrettanti esperti e scienziati in giro per il mondo e soprattutto non confermata dai dati dei decessi totali.
Ora che sono passati altri quattro mesi è ovvio che la “mortalità non era eccessiva al punto tale da dover chiudere il paese” come avevano scritto sul Sole24ore guardando ai dati. Le statistiche sono ormai chiare per chi faccia solo un minimo sforzo di andare oltre il “bollettino” del Covid giornaliero del governo dei “contagi”. E il governo e i giornali che lo giustificano ormai sono costretti a coprirsi di ridicolo parlando ora di impedire persino di lavorare a distanza, da casa con il computer, per chi sia “positivo” anche se se sta benissimo. Come se il virus si diffondesse tramite la linea ADSL dell’ internet
Ma la semplice realtà è quella dei decessi e i decessi sono nella media statistica di variazione annuale e non tali da giustificare misure dannose per tutta la società.
Ad esempio in Italia con 60 milioni di abitanti e poco meno di 600 mila decessi l’anno per tante cause diverse, sono stati attribuiti al Covid-19 circa 35 mila decessi. Lasciamo stare che quelli per i quali è effettivamente la causa di decesso sono probabilmente di meno. Se togliamo tre zeri da entrambe le cifre, 60 milioni di abitanti e 35 mila decessi, abbiamo 600 mila abitanti e 35 morti, cioè in una città come Bologna appunto di 600mila abitanti i morti nell’anno sono solo 35 per Covid. Se togliamo un altro zero abbiamo 60mila diviso 3,5, per cui in una cittadina piccola di 60mila abitanti, come ce ne sono tante in Italia, i morti per Covid sono circa tre nel corso dell’anno.
Volendo tradurre in termini che tutti capiscono le statistiche, il governo, con l’appoggio dei grandi media, ha fatto chiudere in casa tutti e impedito di lavorare a molti e ancora adesso ostacola il funzionamento della scuole e amministrazione pubblica perché in cittadine di 60 mila abitanti, come possono essere ad es Carpi o Avellino o Siena, ci sono stati tre decessi di anziani in più in un anno. Oppure a Latina o Ancona o Treviso (cittadine intorno ai 100 mila abitanti) ci sono stati cinque o sei decessi in più di anziani già malati in un anno.
Lo sappiamo che i decessi erano concentrati in alcune province del Nord dove in marzo e aprile la media era più dieci volte alta, ma le politiche di chiusura e blocco o “distanziamento” sono state adottate per tutta l’Italia e durano ora tutto l’anno. Se parliamo allora di tutto l’anno e tutta l’Italia la statistica è questa: in media, si è verificato un decesso, quasi sempre di persona molto anziana e con altre patologie, ogni 20 mila abitanti (dato che i morti sono praticamente cessati).
I giornalisti del Sole24ore e altri grandi media trattano il disastro economico e sociale causato non dal Covid, ma dalla politica di Lockdown come necessario, ma solo perché evitano di discutere con chi (in genere sui social media) fa notare i dati reali non dei fantomatici “contagi”, ma dei decessi. E i decessi per o con Covid sono lo zero virgola zero sei per cento di decessi nell’anno.
Si continua invece a parlare della “pandemia” del Coronavirus come se fosse il problema principale dell’umanità, ma il numero di decessi nel mondo (settecentomila), è pari all’uno per cento circa dei decessi dell’anno (che nel mondo sono 70 milioni circa) e allo zero virgola zero uno per cento della popolazione mondiale (700 mila decessi diviso 7 miliardi di abitanti del pianeta = 0,01%).
In questo modo però l` opinione pubblica è stata talmente bombardata dai bollettini quotidiani dei morti del Covid, e ora crede che i morti siano il 2 o 3 o 6 per cento quando in realtà sono cento volte di meno, lo 0,02% o lo 0,03% o nei casi peggiori lo 0,06% della popolazione. Come un numero crescente di scienziati ed esperti che anche noi abbiamo provato più volte a citare ha sostenuto, il virus del Wuhan è un fenomeno statisticamente e socialmente non rilevante.
Senza contare che, come ha fatto notare Michael Levitt ( premio Nobel e docente a Stanford di Biologia molecolare molto impegnato ora contro il Lockdown),https://www.bing.com/videos/search?q=michael+levitt+stanford&docid=608056241215243036&mid=FEFDAC16EBC591C65F23FEFDAC16EBC591C65F23&view=detail&FORM=VIRE in termini di “Anni di Vita Persi” (Years of Life Lost”) è completamente diverso per la società avere 30 mila decessi di 80enni e 30 mila decessi di 20enni. Nel secondo ogni decesso implica 60 anni di vita persi cioè 1,8 milioni di anni di vita persi mentre nel primo statisticamente 3 anni di vita persi cioè 90 mila anni di vita persi.
Chi scrive questo articolo rientra nella categoria “anziani” e rimpiangerebbe molto la dipartita da questo mondo, consci però del fatto che la vita è stata già largamente vissuta e la vera tragedia sarebbe di ostacolare ora quella dei figli e nipoti, specialmente quelli che forse non verranno alla luce per la miseria economica che il governo sta creando in Italia.