SEGREGARE GLI ANZIANI È UN ABUSO – ANCHE ZAGREBELSKY S'INCAZZA: “NON SONO PIÙ CONTAGIOSI DEGLI ALTRI. SECONDO LA COSTITUZIONE, LA LEGGE PUÒ LIMITARE LA LIBERTÀ DI CIRCOLAZIONE PER MOTIVI DI SANITÀ. MA SI TRATTA DELLA SANITÀ PUBBLICA” – “SI FACCIA OPERA DI INFORMAZIONE SUI RISCHI, SI OFFRA A CHI NE HA BISOGNO OPPORTUNITÀ DI SOSTEGNO, MA NON SI VIOLI LA LIBERTÀ DI CITTADINI ADULTI…”
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Vladimiro Zagrebelsky per “la Stampa”
In vista della "Fase 2" della reazione alla pandemia, si affaccia un ventaglio di ipotesi di superamento delle limitazioni imposte alle libertà costituzionali di ciascuno di noi (circolazione, impresa, ecc.). Ogni scelta che faranno le autorità pubbliche dovrà rispondere a criteri di ragionevolezza e proporzione, considerando che le libertà dei cittadini possono essere ristrette nella sola misura del necessario. Limitazioni irragionevoli o esorbitanti si tradurrebbero in abusi discriminatori, inammissibili nel regime delle garanzie liberali disegnato dalla Costituzione.
Si è affacciata la possibilità che ai cittadini anziani sia imposto di rimanere in casa anche dopo che per tutti gli altri sia nuovamente iniziata la consueta vita sociale. In una intervista a un tabloid tedesco, a sostegno di una simile ipotesi, addirittura sino a fine anno, si è ora detta la presidente della Commissione europea (in materia di salute la competenza è però degli Stati). Le ragioni che sono state portate nel dibattito italiano si fondano sulla constatazione della maggior letalità del virus quando il paziente sia anziano.
Tener chiusi gli anziani servirebbe a proteggerli dall' infezione e a salvarne la vita. Il maggior rischio per la vita non è però prodotto dall' età in sé. La causa ne è invece la vulnerabilità, che spesso si accompagna all' invecchiamento quando siano presenti altre comorbilità. E specifiche ragioni di particolare debolezza ed esposizione al rischio esistono anche in soggetti più giovani. Quanto a stato di salute, la categoria degli "anziani" è estremamente eterogenea al suo interno, in rapporto allo scopo legittimo di sanità che potrebbe spingere il legislatore ad imporre restrizioni: non tutti gli anziani sono particolarmente fragili e non tutti i più giovani sono invece forti di fronte al virus. Sarebbe più ragionevole semmai considerare altre categorie: gli ipertesi o i diabetici, per esempio.
Ma dovrebbe provvedere il medico curante a consigliare o prescrivere. Le attuali regole restrittive tendono a ridurre la diffusione dell' epidemia, limitando il contatto sociale e quindi la diffusione del contagio. Si tratta del classico motivo di impedimento della circolazione delle persone per contrastare la circolazione del virus. Ma gli anziani non sono più contagiosi degli altri. Essi non rappresentano un pericolo maggiore per la generalità della società, tale da giustificare (o addirittura imporre) quarantene e "zone rosse".
Secondo la Costituzione, la legge può limitare la libertà di circolazione per motivi di sanità. Ma si tratta della sanità pubblica, messa a rischio dalla circolazione delle persone. Invece ora si vorrebbe imporre a un gruppo di persone un comportamento prudente per se stesse, non rispetto alla sanità pubblica. Si faccia invece opera di informazione sui rischi, si offra a chi ne ha bisogno opportunità di sostegno, come si fa consigliando agli anziani il vaccino antinfluenzale. Ma non si violi la libertà di cittadini adulti, capaci di scegliere per sé cosa fare e cosa rischiare (magari sentendo il proprio medico).