Enrico Ferro per “la Repubblica”
TRIBUNALE LEGGE UGUALE PER TUTTI
Prima gli hanno rubato l' innocenza, ora lo separano anche dalla mamma. Ha solo 13 anni ma per un gioco del destino la vita lo sta già obbligando a una difficile salita. Lo dimostra il decreto del Tribunale dei Minori di Venezia: «Tende in tutti i modi ad affermare che è diverso e ostenta atteggiamenti effeminati in modo provocatorio». È anche sulla base di questa valutazione che Marco (nome di fantasia) non potrà più stare con sua madre, né con le due sorelle.
È un piccolo comune a nord di Padova il teatro di questa triste storia di famiglie in frantumi, di bambini contesi e di giochi che terminano troppo presto. Nella casa di Marco le cose si sono complicate nel momento in cui la mamma ha iniziato ad accusare il marito di abusare del loro bambino. È stato innalzato un cordone protettivo, dagli incontri protetti con il padre alla comunità di recupero diurna.
Lì qualcuno ha messo in evidenza atteggiamenti giudicati strani e per certi versi ambigui. È un mondo fatto di psicologi e perizie, con i genitori che «non riescono a sintonizzarsi con gli stati d' animo del bambino». Un nuovo provvedimento del Tribunale dei Minori, diventato esecutivo il 26 novembre scorso, stabilisce che Marco non può più vivere con la mamma. Troppo forte lei, totalmente succube lui.
«Il suo mondo affettivo risulta legato quasi esclusivamente a figure femminili e la relazione con la madre appare connotata da aspetti di dipendenza, soprattutto riferendosi a relazioni diadiche con conseguente difficoltà di identificazione sessuale», scrivono i giudici. «Senza un collocamento in un contesto diverso non risultava possibile l' intervento psicoterapeutico ed educativo necessario al bambino per differenziarsi dalla madre», specificano.
La mamma di Marco ha annunciato una battaglia legale. Si è affidata all' avvocato Francesco Miraglia di Modena, specializzato nel diritto di famiglia, che contesta il provvedimento del Tribunale parlando senza mezzi termini di discriminazione. «Trovo inaudita la decisione di allontanare un ragazzino solo per l' atteggiamento effeminato. Mi sembra un provvedimento di pura discriminazione».
I tasti che si toccano sono molto delicati perché si parla del «pieno sviluppo della persona umana» sancito dalla Costituzione. «Non possiamo accettare che possa essere discriminato dal tribunale » conclude Miraglia. «Qui c' è una mamma che ha la forza di uscire allo scoperto ma ci sono molti altri casi in cui famiglie e minori si trovano ad essere discriminati da chi dovrebbe tutelarli».
Le relazioni dei servizi sociali tratteggiano Marco come un bambino con un disturbo di personalità: «Nella relazione con i pari e gli adulti è aggressivo, provocatorio, maleducato, tende a fare l' eccentrico». La decisione del tribunale si allinea alla posizione dei servizi sociali sulla «necessità di permettere al bambino un funzionamento differenziato rispetto a quello materno».
«Non allontaniamo un minore dalla famiglia perché ha un atteggiamento effeminato. Noi non facciamo discriminazioni di natura sessuale o di tendenza. Il nostro interesse riguarda il comportamento complessivo di un minore se presenta o meno difficoltà », spiega Maria Teresa Rossi, presidente del Tribunale dei Minori. Il caso sollevato nella periferia padovana è balzato al centro del dibattito nazionale sul tema dei diritti. Il deputato del Pd Alessandro Zan ha presentato un' interrogazione urgente al governo mentre il Gay center invoca l' immediato intervento del ministro della Giustizia Andrea Orlando.