IL SEQUESTRO IN SINAGOGA È UN AFFARE INTERNAZIONALE - ARRESTATI DUE TEENAGER A MANCHESTER: SONO AMICI O COMPLICI DELL'ATTENTATORE DEL TEXAS? DURANTE L’AZIONE L'UOMO, UN INGLESE UCCISO NEL BLITZ DELLE TESTE DI CUOIO, HA CHIESTO LA LIBERAZIONE DELLA QAEDISTA AAFIA SIDDIQUI: POTREBBE ESSERE IL MOVENTE…
-Guido Olimpio per www.corriere.it
L’indagine sul sequestro di ostaggi nella sinagoga di Colleyville, Texas, ha un versante internazionale. E non solo per la nazionalità britannica del protagonista, Malik Faisal Akram. La polizia inglese ha infatti arrestato due teenager, anche se per ora non è chiaro il legame.
In queste ore l’FBI, insieme alle autorità texane, ha messo insieme i primi tasselli. Akram è arrivato all’inizio dell’anno dalla Gran Bretagna, stabilendosi in un motel nell’area del Queens, a New York.
Ha usato documenti regolari, ha soggiornato per alcuni giorni, per poi spostarsi verso sud. Nel frattempo ha acquistato una pistola, probabilmente attraverso canali clandestini. Un’arma usata nell’attacco al tempio ebraico.
Un’incursione drammatica conclusa dal blitz delle teste di cuoio federali trasferite con un volo speciale dalla base di Quantico in Virginia. Il terrorista è stato ucciso, salvi i fedeli che erano all’interno. La storia presenta aspetti interessanti.
Intanto la “traiettoria” dell’uomo. La sua famiglia, pur condannando il gesto, si è chiesta come sia stato possibile che sia riuscito a entrare negli Stati Uniti nonostante avesse dei precedenti.
Inoltre ha parlato di problemi mentali sviluppati nel corso del tempo. Tuttavia è evidente come Akram, 44 anni, sia comunque riuscito a raggiungere un bersaglio distante migliaia di chilometri dalla sua casa.
Il secondo aspetto riguarda il movente. Durante l’azione l’inglese ha chiesto il rilascio della qaedista pachistana Aafia Siddiqui, detenuta in una prigione distante una quarantina di chilometri dalla sinagoga.
La vicenda della donna ha in passato suscitato attenzioni nell’arena integralista, è un simbolo e una bandiera. Dunque potrebbe aver innescato l’atto.
Quindi il terzo segmento, sul quale stanno lavorando sulle due sponde dell’Atlantico: il contesto. Ha fatto tutto da solo? I due teenager bloccati a Manchester sono amici o complici? C’è stato un suggeritore?
Infine il target. I luoghi di preghiera continuano ad essere obiettivi ovunque. Chiese, sinagoghe, moschee sono al centro di attentati organizzati da jihadisti, suprematisti ma anche persone semplicemente disturbate. Impossibile difendere tutti i siti, facile colpirli, grande il ritorno mediatico o propagandistico.
Condizioni che sono un incentivo per chi agisce in nome di un’ideologia, per i “professionisti” della violenza, per i militanti fai-da-te ma anche per coloro che cercano solo di conquistare una fama sinistra.