(SEX) TOY STORY - IMPERDIBILE IL "LIBRO DEL DILDO" CHE RIPERCORRE LA STORIA DEI GIOCATTOLI SESSUALI IN CHIAVE IRONICA - IL PRIMO DILDO DELLA STORIA È STATO RITROVATO NEL 2005 IN UNA CAVERNA TEDESCA ED È LUNGO 20 CM: “GLI ARCHEOLOGI NON SAPEVANO COME CLASSIFICARE QUESTI OGGETTI E LI CHIAMARONO ‘BASTONI DELL’ERA GLACIALE’ - IL DILDO DORATO DI CLEOPATRA REGALATO DA GIULIO CESARE, LE STAMPE EROTICHE GIAPPONESI DEL PERIODO EDO E LA STREET ART "FALLICA" DEL BHUTAN: TUTTO QUELLO CHE AVRESTE VOLUTO SAPERE SUI SEX TOYS…
-Marta Occhipinti per www.repubblica.it
Copertina fucsia fluo, gommata a rilievo. Quasi, un oggetto di design. E illustrazioni in bianco e nero con tante, tante curiosità su un tabù antico quanto la preistoria. Un saggio sul dildo, sex toy più antico e copiato al mondo, non si era ancora visto in Italia. A colmare l’assenza, ci ha pensato la casa editrice emiliana Quinto Quarto che pubblica Il libro del dildo (162 pagine, 22 euro): piccola enciclopedia e guida pop in chiave storica e ironica sui giocattoli sessuali. A idearlo e disegnarlo è Pamela Cocconi, in arte Pamcoc, disegnatrice versatile al suo libro d’esordio dopo anni di collaborazioni in comunicazione ed editoria.
“Per le tue ricette, l’ingrediente segreto è sempre la passione”, scrive Cocconi. E proprio la passione è il filo rosso dell’illustrato che ripercorre la storia sessuale dell’umanità dagli oggetti erotici dell’industria litica alle serie tv come “Masters of Sex” che documentano la rivoluzione sessuale degli anni Cinquanta in America. Un racconto libero e creativo, il libro sul dildo è la storia illustrata delle fasi evolutive, delle forme, dei materiali e della progressiva snaturalizzazione dell’autoerotismo dalle società antiche a oggi.
“È nato tutto per gioco, come uscendo un coniglio dal cappello – dice Cocconi – incuriosita dalla ricerca sulla sessualità, soprattutto nella sua espressione grafica, ho iniziato a studiare. E ho ritrovato informazioni e curiosità sparse tra libri e rete”. Così ha deciso di riunire, a modo suo, tutto il materiale, abbinandolo a disegni semplici che trasformano il libro in un inventario dettagliato dei dildo contemporanei.
Il primo dildo della storia, scrive Pamcoc, è composto di siltite ed è lungo 20 cm. È stato ritrovato nel 2005 in una caverna tedesca, nel sito archeologico di Hohle Fels, luogo noto per la Venere di Hohle Fels, la statuina dalle forme femminili primo esempio di arte figurativa dei nostri antenati. “Gli archeologi non sapevano come classificare questi oggetti – dice Pamcoc – e li chiamarono ‘bastoni dell’era glaciale’. Fu l’inizio un processo di nascondimento delle pratiche di autoerotismo, assolutamente naturali in ogni tempo per egizi, greci e inglesi all’epoca di Shakespeare che cità il dildo persino in una sua opera". Era Racconto d’inverno del 1611.
Oggetti fallici, di tutte le forme: Cleopatra ne aveva uno in oro massiccio, regalatole dal suo leggendario amante Giulio Cesare, mentre per i giapponesi i dildo diventano oggetti d’arte come dimostrano gli shunga, le stampe erotiche di origine nipponica famose nel periodo Edo, tra i primi del Seicento e la seconda metà dell’Ottocento. Il fallo, caro alla sacralità dei romani, viene riprodotto anche in Buthan come artigianato locale e street art.
Come scrive Pamcoc: “Il fascino ossessivo del Bhutan per i disegni e gli idoli fallici è attribuito a Drukpa Kunley, noto anche come il Divino Pazzo, un eccentrico monaco del XV secolo che diffondeva i suoi insegnamenti in modi non convenzionali. Pare infatti che il folle yogi, appassionato di donne e di vino, insegnasse il buddhismo invitando i suoi studenti ad aprirsi alla dissolutezza sessuale, e che abbia battezzato l’usanza di dipingere peni eretti sui muri e di far volare falli dai tetti per scacciare gli spiriti maligni. In pratica adorava i piaceri carnali, in contrasto con quella che è la comune idea dell’asceta tibetano”.
Sorprende a ogni pagina questo piccolo compendio sulla sessualità in silicone. L’autrice recupera scene cinematografiche, dai fratelli Farrelly a Guy Ritchie, recupera Priapo e le “libelle” ingiuriose dell’Ancien Régime francese come forma di scandalo sessuale legato a politica e moralità. Mai volgare, sempre divertita e capace di stimolare curiosità, Pamcoc disegna un manuale che spiega la sessualità a giovani e meno giovani. “Vorrei che questo libro arrivasse soprattutto agli anziani e che queste si divertissero”, dice Cocconi. L’autrice sarà presente il prossimo 21 maggio, alle 17.15 al Salone del libro di Torino in compagnia di Melissa Panarello e del duo La Sex En Rose, “per parlare di sesso come arte, impresa e racconto”.