LA SFIDA PER IL CAMPIDOGLIO? PEGGIO DEL GIOCO DELL’OCA. SI TORNA AL PUNTO DI PARTENZA - CON L’ASSOLUZIONE DELLA RAGGI L'ALLEANZA CON I 5 STELLE È TOLTA DI MEZZO, MA IL PD NON VUOLE NEANCHE APPOGGIARE CALENDA CHE DICE NO ALLE PRIMARIE - I DEM DECISI A TROVARE UN LORO CANDIDATO, MA LA TIRANO PER LE LUNGHE, VISTO CHE LA PANDEMIA PUÒ ALLONTANARE LE URNE. SE SI VOTA IN AUTUNNO, INUTILE LOGORARE UN NOME PRIMA DEL TEMPO...
-Giovanna Casadio per "la Repubblica"
L' alleanza con i 5 Stelle è tolta di mezzo, ma per il Pd si allontana anche l' appoggio a Carlo Calenda. La giostra politica per il Campidoglio comincia a girare.
Non c' è un "niet" di Zingaretti al leader di Azione in campo per l' elezione a sindaco di Roma. Perlomeno non ora, dal momento che alle amministrative mancano molti mesi, soprattutto se slitteranno dalla primavera all' autunno a causa del Covid. Tuttavia nel day after dell' assoluzione di Virginia Raggi - la sindaca grillina uscente e ricandidata - si inizia a giocare a carte scoperte. Un tweet ieri di Calenda prende di mira il segretario dem.
Una frase di Zingaretti, rilanciata e commentata dai deputati democratici, dice: «Abbiamo l' occasione di realizzare un nuovo patto fondato sulla sostenibilità sociale e ambientale per crescere meglio e trovare lavoro. Servono coraggio, innovazione, creatività e velocità, serve spirito di servizio. Dobbiamo farlo soprattutto per le giovani generazioni». Calenda commenta così: «Ma anche volere bene alla mamma e auspicare la pace universale».
Per Zingaretti sta qui la riprova che Calenda è inaffidabile e indisponibile a entrare in una logica di coalizione. Perché i rapporti si coltivano, non si dileggiano. Davvero Calenda vorrebbe unire il centrosinistra con l' appoggio del Pd? Allora forse non dovrebbe irridere alle primarie, che il Pd vuole fare.
Calenda ha detto che non intende sottoporsi a «questa buffonata delle primarie», ma i Dem le hanno previste nella loro road map. «Calenda ribadisce di andare per la sua strada, così come noi andiamo per la nostra: tavolo di coalizione e primarie », rilanciano dal Nazareno. Il Pd, certamente in impasse, non ha un nome di peso per Roma. E con Calenda diventa ogni giorno di più un legame «fratelli coltelli». La perplessità è che il leader di Azione a parole affermi di aspettare a fine gennaio la decisione dem per la Capitale, ma intanto boicotti e si tiri fuori dal tavolo del centrosinistra.
Non è la sola ragione del progressivo allontanamento Zingaretti-Calenda, proprio quando sembrava una unione di fatto, perché il flirt tra Pd e 5 Stelle, ormai compatti sulla Raggi, è tramontato.
Per i Dem, Calenda non è la figura giusta in vista di un ballottaggio. Prevedendo che la destra raccolga tanti consensi da andare al secondo turno, e che la Raggi non ce la faccia a superare un già ambizioso 15% - dopo un' amministrazione della Capitale che Zingaretti ha definito «disastrosa» -, ecco che il sindaco del centrosinistra dovrà poter pescare consensi al ballottaggio anche nel mondo grillino.
Calenda è invece «urticante» per i 5S, di cui è strenuo avversario.
Il Campidoglio è la madre di tutte le battaglie nelle prossime amministrative di primavera. Se appunto slittassero per l' emergenza sanitaria, il Pd avrebbe più tempo per chiarirsi le idee. L' ipotesi di uno spostamento a settembre della tornata elettorale è cresciuta molto nelle ultime ore.
Nessuno ovviamente ha idea di quale possa essere il quadro in primavera, e nessuna decisione è stata presa, ma lo scetticismo che filtra dagli uffici competenti è arrivato anche alle orecchie dei partiti. Ci sono forti dubbi sulla possibilità che sussistano le condizioni per mobilitare milioni di elettori nelle principali città del Paese (oltre Roma, anche Milano, Napoli, Torino e Bologna).