SIAMO SICURI CHE ABBIAMO FATTO UN BELL’AFFARE A STRINGERE ACCORDI CON L’ALBANIA? DAL TRAFFICO DI COCA AL RICICLAGGIO, COSÌ I CLAN SPADRONEGGIANO SULL’ALTRA SPONDA DELL’ADRIATICO – “L’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA E IL TRAFFICO DI ESSERE UMANI”, SECONDO LA DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA NEL SUO ULTIMO REPORT, “SONO DUE DEI BUSINESS PRINCIPALI DEI GRUPPI CRIMINALI ALBANESI” - DA TEMPO L’ESECUTIVO DI EDI RAMA, TRAMITE IMPORTANTI LOBBISTI, PRIMO TRA TUTTI TONY BLAIR, CERCA SPONDE IN EUROPA PER...

-


Giuliano Foschini per “la Repubblica” - Estratti

 

edi rama giorgia meloni

«Come si dice? Andare nella bocca del lupo. Anzi: dell’Aquila». Si affida al sarcasmo, «perché sarebbe difficile trovare parole diverse », uno degli investigatori italiani che meglio conosce la linea che c’è tra criminalità organizzata e immigrazione clandestina nel nostro Paese. Una linea che parte dall’Italia.

 

E una volta su due finisce proprio in Albania, dove Giorgia Meloni vuole trovare la risoluzione ai nostri problemi. In sostanza stiamo portando migliaia di migranti dove, secondo le nostre forze di Polizia, esiste una mafia che ne controlla e organizza i traffici illegali.

 

edi rama giorgia meloni 1

«L’immigrazione clandestina e il traffico di essere umani» scrive la Direzione investigativa antimafia nel suo ultimo report, «è uno dei business principali dei gruppi criminali albanesi. Il modus operandi adoperato vede le organizzazioni impegnate nella traversata dai litorali albanesi, attraverso il Canale d’Otranto, di imbarcazioni con numerosi migranti prevalentemente iraniani, pakistani, iracheni, egiziani, siriani e afghani».

 

 Proprio quelli che il Governo vuole recuperare nel Mediterraneo e portare sulle coste albanesi. «Il tratto di approdo — continua ancora la Dia — più frequentemente utilizzato dagli scafisti è costituito dalle coste del basso Salento e, in particolare, quello di Santa Maria di Leuca, con sbarchi anche sulle coste joniche». 

 

 

(...)

L ACCORDO ITALIA - ALBANIA VISTO DA ELLEKAPPA

Ed è proprio il trasferimento illecito di denaro, il grande tema del riciclaggio, l’enorme punto interrogativo che si spande dietro l’operazione Albania voluta dal governo Meloni. Da tempo l’esecutivo di Edi Rama, per il tramite anche di importanti lobbisti, primo tra tutti l’ex premier inglese Tony Blair (di casa a Tirana), cerca sponde in Europa per portare il suo paese all’interno dell’Unione.

 

Operazione difficile proprio per i ripetuti alert che le agenzie dell’antiriciclaggio sollevano sull’Albania, che pure sta facendo sforzi con la Procura speciale contro la criminalità organizzata e la corruzione (Spak). Ma evidentemente non basta. È un fatto ormai che la criminalità organizzata albanese rappresenti uno dei principali allarmi mondiali. Lo hanno documentato decine di inchieste condotte prima in Italia poi nel resto di Europa.

 

Lo ripetono da tempo tutti i principali esperti di mafia: dal procuratore distrettuale, Giovanni Melillo, all’attuale numero capo della procura di Napoli, Nicola Gratteri, che quando era ancora in Calabria aveva individuato i gruppi di Tirana come gli unici veri rivali dei calabresi in tema di traffico di cocaina.

 

edi rama e giorgia meloni firma accordo per i migranti italia albania 3

Oggi gli albanesi — i cui clan malavitosi hanno strutture familistiche rigide, e dunque molto difficilmente penetrabili — sono forse i soli, o comunque quelli meglio attrezzati, in grado di parlare direttamente con i narcos sudamericani e occuparsi del trasporto di tonnellate di droga in Europa. Hanno preso i porti di Anversa, Rotterdam, Amburgo.

 

Hanno infiltrato i paesi arrivando ai piani più alti: in Ecuador esiste un allarme specifico sul grado di corruzione della classe dirigente per mano dei clan di Tirana, tirati in ballo anche per l’omicidio di Fernando Villavencico, candidato presidente ucciso mentre era in campagna elettorale e chiedeva il pugno duro contro il lungo corridoio di coca e sangue (decine gli omicidi in questi anni) che si è formato tra Guayaquil, la città più popolosa dell’Ecuador, e Tirana.

 

 

edi rama e giorgia meloni firma accordo per i migranti italia albania 2

Il traffico ha prodotto miliardi di euro nelle casse delle famiglie albanesi che sfruttando la non irreprensibile normativa antiriciclaggio del Paese stanno investendo dove possono. Il risultato è sotto gli occhi di chiunque faccia un giro per le città albanesi: ragazzini con le super car, investimenti incredibili sul real estate. E ora anche il grande boom del turismo che, come documentano indagini in corso in Italia, è il perfetto canale per riciclare denaro. Tutti temi che sono rimasti fuori dalle dichiarazioni al miele della premier Meloni con il collega Rama, oggi come nei mesi scorsi quando la presidente del Consiglio abbandonò le sue vacanze pugliesi proprio per andare a fare visita dall’altra parte dell’Adriatico all’amico albanese.

 

Creando non pochi imbarazzi politici: i socialisti europei, di cui Rama fa parte, si preparano proprio la prossima settimana a un incontro in vista delle prossime elezioni e si trovano con uno dei loro a braccetto con una delle principali esponenti sovraniste. Quanto è stretto il mare.

edi rama meloni
edi rama giorgia meloni