SIAMO UOMINI O CAPORALI? – NUOVA INCHIESTA SUL CAPORALATO AL NORD, QUESTA VOLTA A LODI: OLTRE MILLE LAVORATORI, QUASI TUTTI EXTRACOMUNITARI, SONO STATI SOTTOPOSTI A ORARI DI LAVORO MASSACRANTI, FINO A 500 ORE AL MESE. IL TUTTO PER POCHI EURO ALL’ORA E PER ALLOGGI FATISCENTI, DATI IN AFFITTO DALLO STESSO DATORE DI LAVORO – INDAGATO IL TITOLARE DELL’AZIENDA SPECIALIZZATA IN COLTIVAZIONE E RACCOLTA DI ORTAGGI…

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Estratto dell’articolo di Sara Monaci per “Il Sole 24 Ore”

 

inchiesta sul caporalato a lodi - finanza

Un’altra inchiesta sul caporalato, e ancora una volta nel Nord Italia, dopo i recenti casi di sfruttamento nel settore agricolo nelle Langhe in Piemonte, in provincia di Verona, a Livorno - e dopo i commissariamenti di contoterzisti nel settore della moda, prevalentemente localizzati nell’hinterland milanese.

 

Nel mirino è finita ieri un’azienda della provincia di Lodi, dove, secondo la Procura lodigiana, oltre mille lavoratori sarebbero stati sottoposti a orari di lavoro esasperanti, fino a 500 ore al mese, mentre ne venivano registrate - nei casi di parziale emersione del lavoro - soltanto 169, quelle consentite dalla legge. E il tutto per pochi euro all’ora e per degli alloggi, dati in affitto dallo stesso datore di lavoro, in condizioni di scarsa igiene e sovraffollamento.

 

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È questa la ricostruzione che ha spinto la Guardia di finanza di Lodi a eseguire la misura cautelare di divieto di esercizio dell’attività d’impresa per un anno, disposta dal gip, nei confronti del rappresentante legale dell’azienda specializzata in coltivazione e raccolta di ortaggi.

 

Le indagini […] hanno permesso di individuare 1.054 posizioni lavorative irregolari fra 2017 e 2023. Durante i mesi della raccolta ai braccianti, quasi tutti extracomunitari, venivano imposti turni mensili doppi senza ferie, permessi e riposi, con picchi fino a 512 ore mensili.

 

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Ovviamente tutto, o quasi, in nero: solo in pochi avevano una regolare iscrizioni all’Inps, pur senza la copertura di tutto l’ammontare di ore lavorate. Questo ha comportato anche, secondo la ricostruzione degli inquirenti, un’evasione contributiva e fiscale per 3 milioni. L’azienda è quindi indagata ai sensi della legge sulla responsabilità amministrativa delle società.

 

[…] l’imprenditore avrebbe fatto leva sullo stato di necessità dei migranti, che alla fine dovevano accettare le condizioni di lavoro offerte, consapevoli che se non lo avessero fatto sarebbero stati mandati via. Venivano inoltre alloggiati in strutture «precarie, degradanti e sovraffollate», decurtando una quota dello stipendio per l’affitto del posto letto e il pagamento delle utenze.

 

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I lavoratori sono quasi tutti provenienti dal Nord Africa e dall’India e nella maggior parte dei casi non sono nemmeno - questo ricostruiscono gli inquirenti - del tutto consapevoli dei propri diritti in Italia. […]

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