Estratto dell’articolo di Anna Maria Angelone per “la Stampa”
Primo paese al mondo a introdurre le pensioni lanciando il modello bismarckiano (da Otto von Bismarck che, agli inizi del 1889, istituì un trattamento pensionistico), la Germania ha oggi un sistema previdenziale fondato su tre pilastri: assicurazione pensionistica pubblica, piani aziendali privati e investimenti pensionistici privati.
La prima, anche nota come Gesetzliche Rentenversicherung, copre quasi tutti i lavoratori, salvo qualche eccezione nella categoria degli autonomi. Da gennaio 2022, l'aliquota contributiva (obbligatoria per chiunque lavori in Germania) è pari al 18,6 per cento del salario mensile lordo (ripartita a metà fra datore di lavoro e lavoratore) [...]
Ma anche il sistema previdenziale pubblico tedesco, a lungo fra i più generosi, complice l'allungamento dell'aspettativa di vita, il calo demografico e il conseguente aumento dell'età media lavorativa, è entrato in panne agli inizi del Duemila, imponendo più di una riforma.
Attualmente, un lavoratore tedesco matura un assegno pensionistico praticamente dimezzato rispetto all'ultima busta paga (l'impegno è di non farlo scendere sotto il 48 per cento del reddito). Inoltre, in Germania, le pensioni non aumentano con l'inflazione ma con i salari netti: negli anni di crisi, questi scendono e le pensioni restano inchiodate (ovvero, senza rivalutazione). Questo spiega il grande successo della previdenza integrativa.
PENSIONI - SISTEMA PREVIDENZIALE IN GERMANIA
Per evitare la povertà in età avanzata, il governo tedesco sostiene questi schemi (e pensa di aprire ai fondi azionari per integrare il finanziamento del sistema pensionistico pubblico a ripartizione). Ma anche banche e assicurazioni offrono diverse soluzioni. Fra i più gettonati, ci sono i piani aziendali privati o Betriebliche Altersvorsorge. Si tratta di un regime pensionistico, finanziato sia dal datore di lavoro sia dal dipendente, progettato per aumentare la pensione futura (ma, va detto, le retribuzioni tedesche sono più robuste per eventuali risparmi).
Il lavoratore può chiedere di accantonare parte dello stipendio in un piano pensionistico in modo volontario. In tal caso, anche l'azienda è obbligata a contribuire, secondo un importo variabile in base al contratto (ma entro il limite dell'8 per cento della retribuzione lorda e 7 mila euro annui).
Mentre il Basisrente - o Rürup Rente dal nome del suo ideatore – è un'opzione di risparmio previdenziale nata nel 2005 e pensata per autonomi, liberi professionisti e redditi elevati. Offre diversi vantaggi fiscali (si possono detrarre importi ingenti) e grande flessibilità. Esistono anche forme integrative sovvenzionate dallo Stato.
Dal 2021, per esempio, il Bundestag tedesco ha varato la pensione di base: una maggiorazione della pensione maturata che scatta per chi percepiva un salario inferiore all'80 per cento a quello medio (si stima che ci siano più di un milione di beneficiari).
I programmi privati offrono molte opzioni e hanno una durata minima da 5 a 12 anni. Diversi prodotti assicurativi consentono di cambiare gratuitamente i fondi fino a 12 volte l'anno e le imposte sugli utili sono differite fino al raggiungimento della pensione.
I contributi destinati al fondo sono garantiti al 100 per cento (in pratica, si può perdere solo l'eventuale profitto) ma non tutti consentono un anticipo. Tuttavia, è possibile sempre prelevare il capitale per acquistare una prima casa. La rendita, in genere erogata a partire dai 63 anni, è garantita per tutta la vita e per un periodo (o Garantiezeit) da 5 a 18 anni per il beneficiario indicato.[...]