SPIARE I DIPENDENTI? PER FORTUNA ANCORA NON SI PUÒ - IL GARANTE DELLA PRIVACY HA MULTATO PER 120 MILA EURO UN'AZIENDA USAVA SISTEMI DI RICONOSCIMENTO FACCIALE PER IL CONTROLLO DELLE PRESENZE - LA DITTA SI SERVIVA DI UN SOFTWARE, ATTRAVERSO IL QUALE CIASCUN DIPENDENTE DOVEVA REGISTRARE GLI INTERVENTI CHE EFFETTUAVA. PECCATO CHE QUESTE PRATICHE, CHE ANDAVANO AVANTI DA CIRCA SEI ANNI, SIANO VIETATE...
-
(ANSA) - Una sanzione di 120mila euro è stata irrogata dal Garante Privacy a una concessionaria per aver violato i dati personali dei dipendenti attraverso l'utilizzo di sistemi di riconoscimento facciale per il controllo delle presenze sul posto di lavoro. L'Autorità - spiega la Newsletter - era intervenuta in base al reclamo di un dipendente che lamentava il trattamento illecito di dati personali attraverso un sistema biometrico installato nelle due unità produttive della società.
Nel mirino anche l'uso di un software gestionale con cui ciascun dipendente era tenuto a registrare gli interventi di riparazione svolti sui veicoli assegnati, i tempi e le modalità di esecuzione dei lavori, nonché i tempi di inattività con le specifiche causali. Dall'attività ispettiva del Garante, svolta in collaborazione con il Nucleo speciale privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza, sono emerse numerose violazioni del Regolamento europeo da parte della società.
Con riferimento al trattamento dei dati biometrici, il Garante ha ribadito nuovamente che l'utilizzo di tali dati non è consentito perché non esiste nessuna norma di legge che al momento attuale preveda l'utilizzo del dato biometrico per la rilevazione delle presenze. Pertanto, l'Autorità ha ricordato che neanche il consenso manifestato dai dipendenti può essere considerato idoneo presupposto di liceità, per l'asimmetria tra le rispettive parti del rapporto di lavoro.
Il Garante ha anche accertato che la concessionaria da più di sei anni, mediante un software gestionale, raccoglieva dati personali relativi alle attività dei dipendenti per redigere report mensili da inviare alla casa madre, contenenti dati aggregati sui tempi impiegati dalle officine per le lavorazioni effettuate.
Il tutto in assenza di un'idonea base giuridica e di un'adeguata informativa che, nel contesto del rapporto di lavoro, è espressione del principio di correttezza e trasparenza. L'Autorità, oltre a sanzionare la società, le ha quindi ordinato di conformare il trattamento dei dati effettuato mediante il software gestionale alle disposizioni della normativa privacy.