SULLA SPY STORY DI WALTER BIOT COSA C'ENTRA IL GIP, LA MAGISTRATURA CIVILE, E IL CARCERE DI REGINA COELI? UN UFFICIALE IN SERVIZIO PERMANENTE EFFETTIVO, ACCUSATO DI ALTO TRADIMENTO E ARRESTATO IN FLAGRANZA DI REATO DAI ROS DEI CARABINIERI, NON DOVEVA ESSERE "SBARCATO CON INFAMIA", PORTATO A FORTE BOCCEA E PROCESSATO PER DIRETTISSIMA DAL TRIBUNALE MILITARE? - PER IL GIP BIOT “E’ UN TRADITORE DEL PAESE, PERICOLOSO E SENZA SCRUPOLI” - L’UFFICIALE AVEVA RICEVUTO 4 SMARTPHONE PER FOTOGRAFARE I DOCUMENTI - L’ACCORDO CON IL MILITARE RUSSO PREVEDEVA…
-Grazia Longo per “la Stampa”
«Pericoloso, traditore del Paese, senza scrupoli». E ancora: «Interessato a conseguire profitti di natura economica». Il ritratto dell'ufficiale di Marina Walter Biot viene delineato nelle 7 pagine dell'ordinanza per la convalida d'arresto firmata ieri pomeriggio dalla gip Antonella Minunni. Nel delineare la figura del capitano di fregata e la sua spregiudicatezza nel vendere «documenti coperti da segreto preordinati alla sicurezza della Stato», la gip ne descrive anche l'astuzia, per non essere scoperto, nel suo relazionarsi con il militare russo Dmitri Ostroukhov, addetto militare all'ambasciata della Federazione russa a cui ha ceduto documentazione segreta per 5 mila euro.
Il russo aveva fornito all'italiano 4 smartphone Samsung da utilizzare solo per fotografare i documenti. I due uomini, infatti, non si sono mai parlati al telefono né si sono mandati messaggi. «Dai telefoni in possesso di Biot - scrive la gip - non emergono appuntamenti o contatti con l'agente russo».
L'accordo, preso di persona, era infatti quello di vedersi sempre l'ultimo martedì del mese alle ore 18. Nel caso uno dei due non si fosse presentato all'appuntamento, questo sarebbe stato automaticamente rinviato prima di una settimana, poi di due. Biot, insomma, era molto attento a non tradirsi. Ha usato il cellulare solo per fotografare «documenti coperti da segreto preordinati alla sicurezza dello Stato».
Questo in virtù del fatto che al Terzo Reparto di politica militare dello Stato maggiore della difesa si occupava, tra l'altro, «della proiezione degli assetti italiani della Difesa in teatri operativi esteri e anche di operazioni Nato, Ue e Onu». Nella scheda di memoria che ha venduto a Ostroukhov sono state trovate 181 foto di documenti cartacei classificati. In particolare, si tratta di 9 documenti di natura militare classificati come riservatissimi e 47 di tipo «Nato Secret».
Per questo motivo si sostiene che «gli elementi sono sintomatici dello spessore criminale dell'indagato che non si è posto alcuno scrupolo nel tradire la fiducia dell'istituzione di appartenenza al solo fine di conseguire guadagni economici». La compravendita di informazioni altamente sensibili avveniva attraverso scatole di medicinali allo scopo di non destare sospetti: «Tali accurate modalità nell'agire, quali ad esempio l'inserimento della scheda Sd all'interno del bugiardino dei medicinali mostrano l'estrema pericolosità del soggetto stante la professionalità dimostrata nel compimento delle azioni desumibile dai numerosi apparecchi utilizzati (4 smartphone), dalle tempistiche e dagli accorgimenti adottati».
A rendere tutto ancora più grave, c'è poi il fatto che «non è stata una attività isolata e sporadica». La gip, inoltre, condivide in pieno la considerazione della Pm Gianfederica Dito la quale aveva contestato «inquinamento probatorio e rischio di reiterazione del reato».
L'avvocato difensore, Roberto De Vita, si è opposto sostenendo che con gli arresti domiciliari i due pericoli non sarebbero comunque sussistiti. Ma la gip non ha accolto la sua richiesta, ritenendo valida la tesi per cui «ci sono esigenze di tutela della comunità per pericolosità soggetti. Tanto più i fatti contestati costituiscono sicuro indice di gravi e allarmanti attitudini di natura criminale e pericolo di reiterazione».
Intanto, nelle prossime settimane i vertici della procura militare e di quella ordinaria faranno un summit per fare il punto dell'indagine. In quell'occasione i pm dovranno valutare il tema della competenza, che può, in un caso come questo, avere carattere concorrente o esclusivo. A parte il fatto che anche per il «Codice penale militare di pace» Walter Biot rischia non meno di 15 anni di carcere, come per la giustizia ordinaria, indiscrezioni dal Palazzo di giustizia della capitale fanno pensare a una competenza esclusiva della giustizia originaria.