STA PER INIZIARE LA CONTROFFENSIVA UCRAINA: KIEV ASPETTA DI AVERE A DISPOSIZIONE TUTTE LE ARMI PROMESSE DAGLI ALLEATI. INTANTO I SUOI UOMINI AVANZANO A BAKHMUT - IL "WASHINGTON POST" SVELA ALTRE CARTE RISERVATE DEL PENTAGONO: L’UCRAINA HA CONSIDERATO AZIONI AD ALTO RISCHIO, DALL’OCCUPAZIONE DI UN VILLAGGIO RUSSO AL POSSIBILE SABOTAGGIO DI UN OLEODOTTO IN UNGHERIA, UN PAESE NATO TROPPO VICINO A MOSCA – LE IPOTESI SULL’ABBATTIMENTO DI DUE ELICOTTERI E DUE CACCIA NELLA REGIONE RUSSA DI BRYANSK…
-Estratto dell'articolo di Andrea Marinelli,Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
«Ancora qualche visita e poi lanceremo l’offensiva». La dichiarazione di Volodymyr Zelensky indica la necessità di disporre di ogni singola cartuccia ed evitare un’azione «prematura». I russi, invece, sostengono che l’operazione è iniziata alludendo agli assalti a Bakhmut.
Meno schematico è quanto racconta il campo, dove ognuno si prepara in vista di uno scontro ampio. L’assedio Le notizie descrivono una battaglia accesa nella località assediata. Gli ucraini provano ad avanzare ancora a nord e sud dopo aver guadagnato circa 17 chilometri quadrati.
Gli invasori, pur ripiegando in alcune zone, affermano di aver bloccato la percussione e restano in controllo di buona parte della città. Però lamentano perdite importanti. Sono stati uccisi due colonnelli: il comandante della Quarta brigata motorizzata fucilieri, Vyacheslav Makarov, e Yevgeny Brovkov, anche lui con incarico di rilievo.
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In profondità Sabato il Washington Post ha svelato altre carte riservate del Pentagono, parte dell’archivio messo in Rete dall’aviere Jack Teixeira. Cosa dicono? Che l’Ucraina ha considerato azioni audaci, ad alto rischio. Dall’occupazione di un villaggio russo al possibile sabotaggio di un oleodotto in Ungheria, un Paese Nato troppo vicino a Mosca. Zelensky ha appoggiato alcuni di questi progetti (non realizzati) e ne ha impediti altri perché velleitari. La sintesi, nonostante le smentite, è che la resistenza non si pone limiti. Lo confermano i roghi negli impianti petroliferi in Russia, i voli dei droni-kamikaze in profondità, gli episodi dalle mille versioni. Sono ancora molte le ipotesi sull’abbattimento di due elicotteri e due caccia nella regione russa di Bryansk. Kiev addossa la responsabilità ad un errore delle difese, un clamoroso caso di fuoco amico. Strano però che abbia coinvolto un numero alto di velivoli. Fonti degli invasori sospettano l’attività di commandos infiltratisi con missili anti-aerei portatili.
C’è una terza tesi: sono stati centrati da apparati posizionati in Ucraina. Il risultato resta immutato, come è immutata la percezione di un’Ucraina che, dopo mesi di guerra d’attrito logorante, rilancia l’iniziativa. Tra speranze, aspettative e inquietudini sull’esito.