STATE A CASA, MA NON NELLA SECONDA! – COME SE NON BASTASSE IL GRAN CASINO SUI “CONGIUNTI”, DAL DPCM NON SI CAPISCE UNA MAZZA NEMMENO SUL TEMA DELLE SECONDE CASE ALL’INTERNO DELLA STESSA REGIONE – IL DECRETO NON LO VIETA ESPRESSAMENTE, E L’ORDINANZA DI SPERANZA È SCADUTA IL 25 MARZO. LA DE MICHELI HA FATTO CAPIRE CHE NON SE NE PARLA, MA COME AL SOLITO OGNI GOVERNATORE STA FACENDO COME GLI PARE (IN VENETO E LIGURIA CI SI POTRÀ SPOSTARE)
-1 – CORONAVIRUS, IL PASTICCIO DELLE SECONDE CASE: "VIETATO TRASFERIRSI", MA NON C'È NESSUNA NORMA
Alessandra Ziniti per www.repubblica.it
La ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, chiarisce che anche con il nuovo Decreto del presidente del Consiglio che entrerà in vigore lunedì sarà vietato trasferirsi nelle seconde case. Ma la verità è che, dopo 'congiunti' anche questo è un bel pasticcio. Perché, a differenza del decreto che scade domenica, quello nuovo non lo vieta espressamente e l'ordinanza in proposito emanata dal ministro della Salute Speranza è scaduta il 25 marzo. Tanto è vero che ieri Liguria e Veneto hanno emanato nuove ordinanze che consentono ai loro cittadini di spostarsi nelle seconde case.
È uno dei punti più controversi del nuovo decreto che, questa è una delle poche cose certe, vieta gli spostamenti ancora da una Regione all'altra, ma non all'interno della stessa Regione, limitandoli comunque a motivi di lavoro, salute, necessità e consentendo comunque il ritorno alla propria residenza, domicilio o abitazione. Seguendo la lettera, dunque, e anche la logica visto che l'esplicito divieto "a spostarsi in un'abitazione diversa da quella principale e comunque in una casa utilizzata per vacanza" è scomparso dal nuovo Dpcm dovrebbe poter essere consentito raggiungere una seconda casa se questa è nell'ambito del territorio regionale. Cosa per altro espressamente già prevista anche se solo limitatamente alla cura dei giardini e degli orti.
Secondo quali norme dunque sarebbe vietato lo spostamento verso la seconda casa all'interno della stessa regione? La ministra De Micheli ha citato il Dpcm, ma nel testo non c'è traccia e ha fatto riferimento all'ordinanza del 20 marzo firmata dal ministro della salute Speranza. Ordinanza che, oltre ad avere validità dal 21 al 25 marzo, comunque recita: "Nei giorni festivi e prefestivi, nonché in quegli altri che immediatamente precedono o seguono tali giorni, è vietato ogni spostamento verso abitazioni diverse da quella principale, comprese le seconde case utilizzate per vacanza".
E negli altri giorni? Stando comunque alla lettera di questa disposizione dal martedi al giovedi lo spostamento verso le seconde case non è vietato da alcun provvedimento. Insomma un altro pasticcio che dovrà essere chiarito con un'apposita circolare.
2 – DAI "CONGIUNTI" ALLE SECONDE CASE BUFERA SU CONTE
Alessandro Di Matteo per “la Stampa”
Stavolta Giuseppe Conte ha fatto arrabbiare proprio tutti. L' ennesimo decreto del presidente del consiglio, illustrato agli italiani nella ormai consueta conferenza stampa serale, ha fatto perdere la pazienza non solo a Matteo Salvini e alle opposizioni ma persino a mezza maggioranza, compreso il Pd che finora si era limitato solo a qualche mugugno nelle riunioni a porte chiuse. Il caos sulla definizione di «congiunti», il mistero - poi chiarito - sulle seconde case, la questione delle messe ancora vietate hanno attirato sul premier una raffica di critiche persino dalla Cei e anche dagli alleati come i democratici e Matteo Renzi, e il governo ha dovuto passare la giornata a cercare di chiarire le norme che saranno in vigore dal 4 maggio.
La discussione più in voga è stata per tutto il giorno quella sui «congiunti», cioè le persone alle quali a maggio si potrà fare visita. Dopo ore di polemiche, palazzo Chigi ha provato a chiarire che tra i congiunti rientrano anche fidanzati e fidanzate, ma non gli amici. Ma il chiarimento ha scatenato ulteriori polemiche, visto che per il governo il criterio di riferimento è quello degli «affetti stabili», concetto difficile da definire e che porta la discussione in un campo minato, il giudizio sulle relazioni sentimentali dei cittadini.
Per quanto riguarda le seconde case, poi, è stata la ministra Paola De Micheli a spiegare che non se ne parla, per ora: «Nell' ambito di questo Dpcm non è possibile raggiungere le seconde case, tranne i casi nei quali qualche presidente di Regione lo sta ipotizzando». Perché appunto, oltre alle forze politiche e alla Cei, anche diverse regioni non sono contente e Luca Zaia, per esempio, ha spiegato che nel Veneto che presiede si potrà andare nella casa al mare o in montagna.
Sulle messe, poi, si è fatto sentire anche il Pd, Stefano Ceccanti ha addirittura presentato un emendamento al "decreto 19" per sollecitare la definizione di «protocolli normativi» tra lo stato e le singole confessioni religiose per poi poter procedere al via libera alle cerimonie. Conte si è detto «dispiaciuto» per le critiche della Cei e ha assicurato che si lavorerà appunto ad un «protocollo» per consentire la ripresa delle messe.
Interviene anche il capo della "task force" Vittorio Colao, che per la prima volta diffonde una nota per elencare una serie di raccomandazioni per la "Fase 2" su questioni sulle quali Conte aveva sostanzialmente glissato domenica sera. Tra le altre cose, chiede una «rapida adozione» della app per tracciare i contagi, «screening estensivi, interventi a supporto di famiglie e individui, incentivi alla mobilità individuale». Di fatto, sono molti degli interventi che chiedono anche le forze politiche. La minaccia di Salvini di «scendere in piazza» per protestare non piace a Fdi e Fi, che infatti evitano di rilanciarla. Sia Giorgia Meloni che Silvio Berlusconi preferiscono insistere sul tema delle messe. È «irragionevole e persino persecutorio vietarle», dice il leader di Fi. Renzi, poi, avrebbe voluto riaprire molte più attività produttive, troppo prudente il premier. «Iv non accetterà mai di vedere un Paese ancora chiuso. Il presidente del Consiglio e il governo non possono perdere più di un minuto». L' ex premier si farà sentire in Aula giovedì.
Ma la vera novità è il Pd. Il capogruppo al Senato Andrea Marcucci spiega: «Ci sono cose che non funzionano: le messe, bar e ristoranti, la questione dei congiunti». Un malumore che nelle chat del partito è molto più esplicito. Matteo Orfini è uno dei pochi che escono allo scoperto, criticando l' uso dei Dpcm e la «confusione che abbiamo visto ieri». Su questo, raccontano, Ceccanti ha addirittura preparato un emendamento per chiedere che i prossimi Dpcm vengano sottoposti alle commissioni parlamentari prima del varo.
Non si mette in discussione il governo ma Nicola Zingaretti chiede di dare una «anima politica» alla Fase 2. Alcuni deputati Pd spiegano: «Al governo non c' è solo Conte, ci siamo anche noi. E la gente se la prenderà anche con noi per questo caos. Lui va dai tecnici per farsi dire cosa deve fare. Ma le decisioni le deve prendere lui, non i medici».