STORIA DI MALA-BUROCRAZIA DA MILANO: UN 50ENNE DI ORIGINI SICILIANE OTTIENE IL DIVORZIO DALL’EX MOGLIE NEL 2017. A GENNAIO DI QUEST’ANNO, QUANDO INIZIA A PROGETTARE LE SECONDE NOZZE CON LA SUA ATTUALE COMPAGNA, CONTROLLA IL SUO STATO CIVILE ATTRAVERSO LO SPID E SCOPRE CHE PER IL COMUNE RISULTA ANCORA SPOSATO - IL MOTIVO? UN INGHIPPO TRA UFFICI: IL MATRIMONIO ERA STATO REGISTRATO A PALERMO, DOVE L’ANNOTAZIONE DELL’AVVENUTO DIVORZIO È STATA REGISTRATA SOLO NEL 2019. E POI…
Federico Berni per il "Corriere della Sera - Edizione Milano"
Finché il comune non li separi. Quattro anni per vedere aggiornato il proprio stato civile allo status di «divorziato». È il tempo servito a un ingegnere cinquantenne di origini siciliane, da anni ormai milanese «acquisito», per vedere ufficialmente chiuso il precedente legame matrimoniale, e poter eventualmente pensare di convolare a seconde nozze, come effettivamente pensava di fare.
Un progetto, quest' ultimo, che ha fatto emergere la vicenda riportata all'attenzione dei media dall'avvocato Elena Tamburini, di Siracusa. «E a parlarne con la stampa alla fine è servito - riferisce - perché ieri pomeriggio è arrivata la comunicazione che il mio assistito aspettava da tempo, nonostante i tentativi e le comunicazioni intercorse con l'ufficio anagrafe del comune del capoluogo lombardo».
La sentenza di divorzio per il professionista e la sua ex moglie, con la quale aveva contratto matrimonio a Palermo nel 1999, risale al 2017, ed è stata pronunciata dal tribunale di Milano. Quando, a gennaio di quest' anno, l'uomo, che inizia a progettare seconde nozze con la sua attuale compagna, controlla il suo stato civile attraverso la sua identità digitale, scopre che per il comune risulta ancora sposato. Doccia fredda.
Con l'ausilio del suo avvocato, scopre che a Palermo, città dove erano state registrate le nozze, l'annotazione dell'avvenuto divorzio è stata registrata nel corso del 2019. Due anni dopo la pronuncia del tribunale lombardo, la cui cancelleria civile, come riferito dal legale, «è stata invece molto tempestiva nella comunicazione».
A quel punto, però, mancava l'ulteriore annotazione da parte dell'ufficio anagrafe milanese, arrivata in realtà soltanto ieri, alle 14.50, attraverso un messaggio di posta elettronica certificata da parte dell'ufficio matrimoni. Ci sono voluti quindi altri due anni, e un abbozzo di polverone mediatico sollevato dal legale. «In questi mesi, il mio assistito ha cercato in ogni modo di risolvere la questione».
Stando a quanto riferito, ha prodotto la comunicazione, «peraltro non necessaria», della sentenza di divorzio mandata da Palermo nel 2017, e ancora la documentazione relativa all'avvenuta notifica, da parte del comune siciliano al comune lombardo. della registrazione del divorzio, risalente al 2019.
«Nel mese di maggio - prosegue il legale - è riuscito a farsi ricevere all'ufficio anagrafe. In quella occasione era stato congedato dagli operatori con un "provvederemo", ma in realtà non ha più saputo nulla, rimanendo in attesa che venisse fissato un nuovo appuntamento che, in realtà, non arrivava mai». Un labirinto di burocrazia dal quale sembrava non uscirne fino a ieri, il giorno dell'epilogo, con la correzione dell'atto, e quindi la rettifica della posizione anagrafica, giunto, secondo l'avvocato, «solamente dopo l'intervento della stampa».
Il legale ha prodotto una serie di mail a dimostrazione del carteggio intrattenuto con l'anagrafe: «È incredibile che un'amministrazione descritta come efficiente, dopo tanti anni non avesse ancora aggiornato lo Stato Civile. Ancor più grave che nulla si sia mosso nonostante il mio intervento giuridico, le numerose sollecitazioni inoltrate agli uffici competenti, iniziate almeno a partire da marzo scorso, a tutela della coppia che ha divorziato. Mi chiedo quante situazioni simili possano esistere. Oggi, semplicemente attraverso le credenziali dello Spid, si può verificare la propria posizione civile molto facilmente».
Un episodio che ne segue un altro denunciato a luglio: l'ufficio anagrafe-stato civile, dopo sei anni di separazione, si era dimenticato di annotarlo nell'atto di matrimonio, impedendo il divorzio a un'altra coppia. E ha compiuto l'atto, dopo 9 mesi di richieste dell'avvocato Marina Martini, solo dopo che la vicenda era stata resa pubblica.