LA STRAGE NELLE CASE DI RIPOSO IN LOMBARDIA: MORTI PER COVID 3.378 ANZIANI - A MESI DI DISTANZA, L'ASSESSORE GALLERA RIVELA LE CIFRE (PARZIALI) DELLA TRAGEDIA: UN NUMERO DI DECESSI PIU’ ELEVATO DI UN PAESE GRANDE COME L'UCRAINA, UN NUMERO DI CONTAGI PIÙ ALTO CHE IN GRECIA - INDAGINI IN TUTTE LE PROCURE DELLA REGIONE… (LA RISPOSTA MESSA IN CAMPO, NELL'EMERGENZA DALLA LOMBARDIA, RAPPRESENTA UN ESEMPIO DA NON SEGUIRE, A PARTIRE DALLA DECISIONI DI TRASFERIRE NELLE RSA I MALATI DI COVID CHE NON TROVAVANO POSTO NEGLI OSPEDALI)
-Mauro Evangelisti per il Messaggero
Nelle Rsa della Lombardia ci sono stati più morti per Covid-19 che tra tutti i cittadini di un paese grande come l' Ucraina, più contagiati che tra gli abitanti di nazioni come la Grecia o la Croazia. Basta solo questa fotografia basata sui numeri per descrivere la tragedia delle residenze per anziani in Lombardia e il fallimento di un sistema che non ha saputo difendere i cittadini più fragili.
La Lombardia è stata colpita per prima e di sorpresa da Covid-19, ma oggi si può affermare che la risposta messa in campo, nell' emergenza, rappresenta un esempio da non seguire, a partire dalla decisioni di trasferire in alcune residenze per anziani i malati di Covid che non trovavano posto negli ospedali.
I numeri sono stati ufficializzati ieri dall' assessore al Welfare, Giulio Gallera, che ha risposto a una interrogazione in consiglio regionale. Tra l' altro sono dati parziali, visto che sono aggiornati al 31 luglio: «In Lombardia sono risultati positivi al Covid 14.703 ospiti di Rsa e quelli deceduti sono stati 3.378». Una delle misure più discusse della giunta Fontana fu quella di chiedere alle Rsa di accogliere, sia pure in ali isolate, i pazienti Covid. Successe in marzo, quando gli ospedali lombardi non avevano posti sufficienti. Diciotto strutture accettarono.
In altre, come il Pio Albergo Trivulzio, furono trasferiti pazienti che non risultavano infetti, ma la cui positività emerse più avanti. Se a questo si aggiunge la carenza di dispositivi di protezione e procedure non efficaci nella tutela dei soggetti più fragili, si comprende come mai tutte le dodici procure delle province lombarde stiano indagando sulla gestione dell' emergenza Covid nelle Rsa.
Dall' intervento in consiglio di Gallera, emerge che «1.776 ospiti di Rsa hanno avuto un ricovero con diagnosi Covid e sono stati dimessi entro il 31 maggio. Tale dato ammonta a 2.352 alla data del 31 luglio».
Limitatamente alle 18 Rsa che hanno aderito alla delibera regionale dell' 8 marzo, che consentiva alle strutture extra ospedaliere di accogliere pazienti Covid in padiglioni separati, «al 31 luglio sono risultati positivi 719 ospiti, deceduti in 163». Secondo Gallera, in tutte le 18 strutture erano comunque già presenti ospiti positivi «in una fase precedente a quella dell' accoglienza di pazienti Covid provenienti dagli ospedali».
Secondo una ricerca dell' Istituto superiore di Sanità, che ha analizzato a campione le Rsa delle varie regioni, nelle residenze per anziani della Lombardia il 7,4 per cento dei deceduti tra febbraio e maggio erano positivi al coronavirus, ma se si considerano coloro che avevano sintomi collegabili a Covid allora la percentuale sale al 47,6 per cento, nessun' altra regione ha un dato così alto. E sulla base dei sintomi, si ipotizza un tasso di mortalità nelle Rsa lombarde del 6,5 per cento che tocca punte del 16,5 per cento nella provincia di Bergamo e del 12,2 in quella di Cremona.