LO STRANO CASO DEL DOCUFILM DI MIMMO CALOPRESTI SU VERSACE, CENSURATO DALLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA – IL RACCONTO DEL REGISTA: “MI HA CHIAMATO LA DIRETTRICE, PAOLA MALANGA, E MI HA DETTO CHE NON SAREBBE STATO PROIETTATO, MA SENZA UN APPARENTE MOTIVO, SOLO PERCHÉ LA FAMIGLIA NON VOLEVA. IN PARTICOLARE SANTO, CHE DI MALANGA È AMICO” – SE, COME PARE, NON È STATA LA “COMMISSIONE COLLE OPPIO” DEI MELONIANI, COSA PUÒ ESSERE SUCCESSO? – LA COINCIDENZA CON L’ATTACCO DI DONATELLA VERSACE AL GOVERNO - LA PRECISAZIONE DI PAOLA MALANGA: "IL DOCUFILM NON RISULTA IDONEO A UNA PROIEZIONE UFFICIALE..."
-LA PRECISAZIONE DELLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA
Riceviamo e pubblichiamo:
Dichiarazione di Paola Malanga, Direttrice Artistica della Festa del Cinema di Roma, sul film Gianni Versace. L’imperatore dei sogni di Mimmo Calopresti:
“Il docufilm di Mimmo Calopresti non sarà alla Festa perché ad oggi, per quanto attiene alla valutazione artistica, non risulta idoneo a una proiezione ufficiale, come è emerso anche nel confronto avvenuto con la produzione del film, che nella fase di presentazione della proposta rimane l’unico interlocutore. L’invito precedentemente inviato è stato di conseguenza ritirato per decisione della Direzione Artistica che ne ha piena facoltà”.
CALOPRESTI: "IL MIO DOCUFILM SU VERSACE CENSURATO DALLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA"
Estratto dell’articolo di Simone Canettieri per www.ilfoglio.it
“È la prima volta che mi succede una cosa del genere”. Il regista Domenico – per tutti Mimmo – Calopresti qualche giorno fa ha ricevuto la telefonata surreale di Paola Malanga, direttrice della Festa del cinema di Roma, scuola Rai Cinema.
“Mi ha detto che il mio docufilm non sarebbe stato proiettato, ma senza un apparente motivo, solo perché la famiglia non voleva. In particolare Santo, che di Malanga è amico”. La famiglia in questione è quella di Gianni Versace, […] ucciso nella sua villa di Miami nel 1997 da due colpi di pistola sparati da Andrew Cunanan.
Il docufilm “L’imperatore dei sogni” doveva essere l’evento di chiusura della festa dell’Auditorium, il 29 ottobre. Sul red carpet romano erano attese – per provare a uscire da una kermesse molto Grande Raccordo Anulare – Carla Bruni, Naomi Campbell e tutte le top model che considerano ancora oggi Versace “un padre, il primo che ha rivoluzionato il nostro mondo”, come racconta Bruni in Sarkozy nell’opera censurata o comunque cassata all’improvviso dopo l’iniziale via libera.
“Non vorrei che un rifiuto così strano fosse figlio dei tempi, del clima che si respira nel paese”, dice Calopresti, senza crederci troppo, senza voler passare da martire. […]
È un regista engagé, Calopresti, ma l’opera in questione oltre a una zoomata sui moti di Reggio Calabria e un’intervista al compagno di Versace, Antonio D’Amico, non avrebbe turbato i patrioti entrati anche nell’ultimo bunker del Pd romano.
Gianluca Farinelli, presidente della Festa del cinema di Roma con ambizioni che guardano a Venezia, a fine settembre aveva rassicurato Calopresti: il suo docufilm era piaciuto, tanto da essere la coccarda su questa edizione, il gran finale.
“Poi la direttrice mi ha raccontato della richiesta di Santo Versace che era contrario alla proiezione ed essendo suo amico ha dovuto assecondarlo. Così mi ha detto. E per la prima volta […] mi sono trovato davanti a una scelta incomprensibile: prima sì, tutti entusiasti; poi no, tutti imbarazzati”.
La biondissima Donatella Versace […] qualche giorno fa ha anche attaccato il governo Meloni perché “sta cercando di togliere i diritti delle persone di vivere come desiderano”. Santo Versace, […] dopo aver lasciato il mondo del fashion si è dato alla filantropia e al cinema, tanto che guida la Minerva Pictures. Era uno dei coproduttori del docufilm. E’ stato anche a Montecitorio, eletto con il Popolo delle libertà, finì con l’Api di Rutelli prima di chiudere con la politica oscillando tra “Fare per il fermare il declino” di Oscar Giannino e “Italia Unica” di Corrado Passera.
Della sorella Donatella non parla quasi mai, di Gianni sempre. A lui ha dedicato anche un libro (“Fratelli, una famiglia italiana”). Ma adesso è soprattutto un produttore cinematografico.
Ma insomma perché, Calopresti, la sua opera è stata cassata così all’improvviso? Se non è stata la “cinecommissione Colle Oppio” a giudicarla non idonea, cosa può essere accaduto? “Non riesco a spiegarmelo […]”.
[…] Il tributo dura un’ora e dieci da bersi tutti di un fiato come quella Milano versaciana. E prima o poi sarà proiettato da qualche parte. Magari quando il caso di questo docufilm sarà stato risolto. Unica storia di una proiezione durata in cartellone come “Un gatto in tangenziale” (per citare il film interpretato da Paola Cortellesi che aprirà la festa di Roma con la sua opera prima da regista). Ma niente Naomi né Carlà.