SUONA IL GONG PER HONG KONG – TORNA LA TENSIONE NELL’EX COLONIA BRITANNICA: GLI AGENTI HANNO CARICATO LE MIGLIAIA DI PERSONE SCESE IN PIAZZA CONTRO LA LEGGE SULLA SICUREZZA NAZIONALE CINESE, CHE FAREBBE PRENDERE IL CONTROLLO DELLA CITTÀ AL REGIME COMUNISTA DI PECHINO, MANDANDO A RAMENGO L’INTESA DEL 1997 – ALMENO 150 PERSONE ARRESTATE, TRA CUI L’ATTIVISTA TAM TAK.CHI – VIDEO
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Cresce la tensione a Hong Kong, dove gli attivisti pro-democrazia sono scesi in strada per protestare contro la legislazione cinese sulla sicurezza nazionale, accusata di infliggere un colpo letale all'autonomia dell'ex colonia. Gli agenti, in tenuta antisommossa, hanno caricato, usato spray urticanti, gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperdere le migliaia di persone scese in strada a protestare contro la legge sulla sicurezza nazionale all'esame a Pechino del Congresso nazionale del popolo. Sono almeno 150 gli attivisti finora arrestati dalle forze dell'ordine.
La stretta di Pechino
La nuova legge, che dovrebbe essere approvata il 28 maggio, aggirerebbe la legislatura della città e consentirebbe al governo di Hong Kong di istituire agenzie di terraferma nella città, scatenando il timore che ciò consentirebbe agli agenti cinesi di arrestare arbitrariamente le persone per attività ritenute pro-democrazia.
Il modello «Un Paese due sistemi»
I sostenitori della democrazia a Hong Kong hanno fortemente criticato la proposta della Cina che vieta «attività secessioniste e sovversive, nonché interferenze straniere e terrorismo» nel territorio semi-autonomo. Molti cittadini della ex colonia ritengono che le leggi violino le libertà di cui gode la città semiautonoma, poiché consentirebbero alle aziende cinesi di creare agenzie per la sicurezza. I critici affermano poi che va contro il sistema «un Paese, due sistemi», l'intesa del 1997 attuata quando la Gran Bretagna ha passato il controllo alla Cina, che lasciava alla città un certo grado di autonomia.
In manette Tak-chi
Oggi pomeriggio, folle di manifestanti vestiti di nero si sono radunati a Causeway Bay, un famoso quartiere dello shopping, per protestare contro la proposta di legge. I manifestanti hanno cantato slogan come «Stare con Hong Kong», «Liberare Hong Kong» e «Rivoluzione dei nostri tempi». Contro gli attivisti la polizia ha anche utilizzato cannoni ad acqua. I raduni sono la continuazione del movimento pro-democrazia che dura da mesi, iniziato l'anno scorso e che a volte è sfociato in violenti scontri tra polizia e manifestanti. Durante le proteste è stato arrestato il noto attivista Tam Tak-chi, vicepresidente del People Power.
La Cina: niente interferenze
Intanto Pechino accelera sulla legge attualmente in discussione al Congresso nazionale del popolo, il Parlamento cinese. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha detto che «va approvata senza il minimo ritardo», aggiungendo che Hong Kong è una «questione interna della Cina» e nessuna interferenza «è tollerabile». Wang ha poi ricordato la lacuna nella sicurezza nazionale che «spetta al governo centrale», di fronte alla mancata azione del governo locale ex art.23 della Basic Law, sicuro che la norma non modificherà l'appeal di hub finanziario di Hong Kong.