LA SVASTICA E LE SÒLE – NELLA SFILATA DI NEGAZIONISTI DEL CORONAVIRUS A BERLINO TANTO PER CAMBIARE C’ERANO ANCHE I NEONAZISTI, CHE ORA UTILIZZANO LE BANDIERE DELL’IMPERO TEDESCO, CHE A DIFFERENZA DI SVASTICHE E CROCI CELTICHE NON SONO VIETATE - LE RUNE, I VESSILLI E LA SIMBOLOGIA NORDICA: LE OSSESSIONI DI HIMMLER RIPRENDONO VITA DAVANTI AL PARLAMENTO TEDESCO
-1 – QUEI NEONAZISTI MIMETIZZATI CON I SIMBOLI DELL'IMPERO TEDESCO
Gloria Reményi per “la Stampa”
Di fronte all'edificio del Reichstag a Berlino c'è un giovane sulla trentina. Indossa occhiali dalla montatura sottile ed è vestito completamente di nero. Sulle spalle, oltre a uno zaino voluminoso, porta un tricolore nero-bianco-rosso, come del resto tanti altri nella folla che lo circonda e scandisce con lui «Wir sind das Volk» (Noi siamo il popolo).
Di tricolori come il suo se ne vedono molti, ma c'è anche chi brandisce bandiere della Repubblica federale tedesca, vessilli con croci «scandinave» e con aquile prussiane. Così appariva Piazza della Repubblica a Berlino pochi istanti prima che circa 400 manifestanti (dati della polizia) abbattessero le barriere di sicurezza occupando la scalinata del parlamento. Si trattava inequivocabilmente di estremisti di destra, presenti in numero massiccio alla manifestazione anti-Covid di sabato scorso.
Tra le circa 40.000 persone riunite per protestare contro le misure di contenimento della pandemia c'erano rappresentanti di diverse formazioni di estrema destra, dal partito Nazionaldemocratico NPD al gruppo III. Weg fino all'ala più radicale di Alternative für Deutschland.
Presa di distanza
A quattro giorni dai fatti, nel dibattito pubblico dominano toni minimizzanti o auto-assolutori, anche quando il giudizio nei confronti degli estremisti di destra è di condanna. Il ritornello di queste ore fa più o meno così: «Non tutti i manifestanti erano di estrema destra», «per fortuna ci sono le forze dell'ordine a difendere la nostra democrazia».
E così si finisce, come spesso accade, per relegare l'estremismo di destra nella sfera dell'eccezionale, negandone l'ampia diffusione nella società tedesca e persino nella polizia, come dimostra una recente inchiesta del settimanale Der Spiegel.
Eppure le immagini di cui sopra (che tanto ricordano quelle dei disordini neonazisti di Chemnitz di due anni fa) parlano chiaro: a mancare a Berlino non era soltanto il distanziamento sociale anti-coronavirus, ma anche il distanziamento dall'estrema destra da parte di quei manifestanti (tra di loro tre poliziotti bavaresi) che pur definendosi «moderati» non hanno avuto remore a mescolarsi e a protestare sotto simboli antidemocratici - simboli che negli ultimi anni sono diventati sempre più visibili nello spazio pubblico, legittimati anche dalla presenza di AfD al Bundestag.
«Che vengano esibite bandiere dell'Impero tedesco, addirittura nella variante militare, sulla scalinata del parlamento liberamente eletto, il cuore della nostra democrazia, non è soltanto abominevole, ma del tutto intollerabile», ha detto il presidente Frank-Walter Steinmeier. In Germania i simboli dell'Impero tedesco vengono utilizzati da gruppi di estrema destra sin dagli anni della Repubblica di Weimar (1918-1933).
Tuttavia non sono vietati per legge, diversamente dalla svastica e da altri simboli legati al nazionalsocialismo, come gli emblemi delle SS e delle SA, la cui esibizione, vendita o produzione viene punita con la detenzione fino a tre anni. Il fatto che il tricolore nero-bianco-rosso (Reichsflagge) sia legale non mitiga però in alcun modo la valenza autoritaria e colonialista, dunque anticostituzionale, di questo simbolo che dal 1867 al 1871 fu il vessillo delle navi da guerra e commerciali della Confederazione Germanica del Nord, dal 1871 al 1918 la bandiera dell'Impero tedesco e dal 1933 al 1935 temporaneamente quella del Terzo Reich.
Lo stesso significato è da attribuire alla variante militare della bandiera con croce di ferro o aquila (Reichskriegsflagge). Per composizione cromatica, il tricolore nero-bianco-rosso rappresenta altresì una citazione della bandiera della Germania nazista con svastica, utilizzata dal 1935 e oggi vietata.
Ideologia antidemocratica
La Reichsflagge è però solo uno dei simboli con cui l'estrema destra tedesca è solita esprimere apertamente la propria ideologia antidemocratica, senza temere di essere perseguita. I cortei anti-Covid di Berlino ne ospitavano un'ampia selezione.
C'era per esempio la bandiera del Regno di Prussia con un'aquila su bande orizzontali, una bianca e due nere, e la bandiera Wirmer, composta da una croce «scandinava» in giallo e nero su fondo rosso, che da qualche anno viene utilizzata nei cortei del movimento razzista anti-Islam Pegida.
Paradossalmente l'origine di questo simbolo è da attribuire a uno degli ideatori dell'attentato (poi fallito) ad Adolf Hitler del 20 luglio 1944: Josef Wirmer aveva immaginato questa bandiera per la Germania liberata dal nazionalsocialismo. La sua appropriazione da parte di Pegida rientra in una pratica diffusa nell'estrema destra che mira a risemantizzare simboli e figure storiche a proprio uso e consumo, evitando così di prendere posizione rispetto al passato nazionalsocialista.
Al di là dei vessilli, il solo atto di occupazione della scalinata della sede del parlamento da parte di qualche centinaio di manifestanti rappresenta un chiaro simbolo antidemocratico, nonché un drammatico rimando storico all'incendio doloso del Reichstag nel 1933, una tappa fondamentale nell'ascesa del nazionalsocialismo. Già nelle settimane precedenti alle proteste anti-Covid, su diversi canali Telegram si incitava all'«assalto a Berlino».
Occupare lo spazio pubblico
«Per l'estrema destra il coronavirus è soltanto un pretesto per occupare di nuovo lo spazio pubblico. Se non ci fosse stato il Covid ne avrebbe cercato un altro. Non si tratta di polemizzare contro le restrizioni, ma di minare la democrazia», ha spiegato la politologa e giornalista Natascha Strobl sul suo canale Instagram. Una consapevolezza, questa, che non sembrano aver maturato in molti a giudicare dai dibattiti in corso.
Come se non ci fossero stati l'omicidio del politico della CDU Walter Lübcke e gli attentati antisemiti e razzisti di Halle (2 vittime) e Hanau (9 vittime). A proposito di Hanau: la manifestazione in memoria delle vittime che era in programma per il 22 agosto è stata proibita dalle autorità per limitare i contagi, nonostante gli organizzatori avessero fornito garanzie sul rispetto del distanziamento - diversamente dai manifestanti di Berlino.
2 – RUNE, MITI NORDICI E SEGNI IN CODICE COSÌ GLI ESTREMISTI DIVENTANO "LEGALI"
Monica Perosino per “la Stampa”
L'ossessione per la mitologia nordica e l'impossibilità di mostrare in pubblico insegne naziste hanno prodotto un florilegio di simboli «legali» con cui i nuovi seguaci di Hitler e compagnia bella si vogliono far riconoscere in Europa.
Avrebbero voluto omaggiare i «maestri» issando ancora svastiche e inneggiando alle SS, ma i movimenti e i partitucoli di estrema destra hanno dovuto arrendersi, tenendosi croci uncinate, Sig Heil e aquile per i tatuaggi e le occasioni private. Restano alla luce le combinazioni di «8», come 88 che significa «Heil Hitler», perché la lettera «H» è l'ottava dell'alfabeto.
Si mimetizzano per sembrare innocui, e per non avere fastidi legali, ma anche per operare nella società senza tema di essere fermati prima iniziare. Ed ecco che l'operazione di restyling prosegue (a dicembre il Movimento nazionale socialista americano ha sostituito la svastica alla Othala) e le formazioni europee si sono «ripulite», per quanto possibile. Beninteso, i nazisti contemporanei non hanno inventato nulla, si sono limitati a copiare.
Copiano e rielaborano il corredo del Terzo e Reich e danno nuovo colore alle ossessioni di Himmler. Come il Movimento di resistenza nordica attivo in Nord Europa (Finlandia, Norvegia, Islanda e Danimarca) con la testa in Svezia.
L'apparentemente innocua freccia stampata su campo verde delle loro bandiere altro non è che quella indossata sulla manica sinistra dell'uniforme delle SS e delle SA che avevano superato la famigerata Reichsführerschule nazista, la scuola «per lo sterminio» come la definisce il Bundeszentrale für politische Bildung.
Originariamente la runa rappresentava il dio della guerra norreno, oggi è l'apologia dei metodi nazisti e della supremazia bianca. In Ungheria, dove ogni anno si tiene, a febbraio, il raduno dei nazisti europei, ci vanno più pesanti con le svastiche, ma L'othila del Dio Odino compare ovunque (come simbolo di «germanicità veniva usata dai nazisti).
Il partito Jobbik, ha dovuto cambiare logo, e renderlo meno «sospetto» per entrare in parlamento, ma i gruppi neonazisti non rinunciano al nero e al rosso e alle croci celtiche modificate. Stessa operazione la fanno in Polonia, dove per evitare di essere sciolti come il Orgoglio e Modernità(beccato mentre festeggiava il compleanno di Hitler con falò a forma di svastica), i neonazisti sfoggiano simboli più «innocui», come il disco solare e il Wolfsangel. - il caso Nella foto sopra Heinrich Himmler indossa il simbolo del dio Tyr sulla manica della divisa. Lo stesso simbolo utilizzato oggi dal gruppo neonazista Movimento di resistenza nordica.