SVEGLIA CON BOMBE – ALL'ALBA DRONI IRANIANI GUIDATI DAI RUSSI HANNO BOMBARDATO KIEV. ESPLOSIONI NEL QUARTIERE CHE OSPITA EDIFICI GOVERNATIVI – LA LEGGE DI BILANCIO 2023 FIRMATA DA PUTIN FA CAPIRE CHE LA GUERRA IN UCRAINA SARÀ LUNGA: IL CREMLINO HA STANZIATO 134 MILIARDI DI EURO PER LA DIFESA, LA SICUREZZA E LE FORZE DELL’ORDINE. SECONDO I DATI DELLA BANCA MONDIALE, LA CIFRA EQUIVALE ALL’8% DEL PIL RUSSO – VIDEO
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1 – UCRAINA, BOMBARDAMENTI A KIEV. IL FILMATO DI CALENDA CON L’ALLARME AEREO
Un allarme antiaereo è stato lanciato nelle prime ore del mattino a Kiev in Ucraina. Il sindaco Vitalii Klitschko ha parlato su Telegram di un attacco con droni iraniani e di esplosioni nel quartiere Shevchenko. Klitschko ha scritto che dieci droni Shahed sono stati abbattuti nella regione di Kiev.
La notizia dell’attacco è stata confermata dal governatore della regione di Kiev Oleksiy Kuleba che ha aggiunto che i sistemi di difesa hanno risposto all’attacco. Vitaliy Bunechko, capo della regione di Zhytomyr che confina con Kiev, ha avvertito su Telegram che potrebbe esserci una seconda ondata di attacchi di droni. E ha consigliato alle persone di rimanere nei rifugi antiaerei. Il leader del Terzo Polo Carlo Calenda, che si trova nella capitale, ha pubblicato su Twitter un filmato che riproduce l’allarme aereo per l’attacco e indica a tutti di nascondersi nei rifugi. Calenda scrive che due droni sono stati abbattuti dalla contraerea ucraina.
2 – LA DECISIONE DI PUTIN CHE FA CAPIRE CHE LA GUERRA IN UCRAINA SARÀ LUNGA
Andrea Marinelli e Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
Il punto militare è dedicato ai fronti terrestri, con incursioni a sud, e alla possibilità novità sugli aiuti bellici nei due campi. Significativa l’indiscrezione della Cnn: gli Stati Uniti stanno finalizzando un piano per spedire batterie anti-missile Patriot in Ucraina. Un passo che potrebbe essere annunciato tra pochi giorni.
Operazioni
Gli ucraini hanno preso tempo, posticipando — almeno a parole — nuove manovre ampie. I russi però non si fidano e, citando l’intenso scambio di colpi delle ultime ore, non escludono che possa scattare un’offensiva nella regione di Zaporizhzhia, l’area indicata da numerosi esperti quale probabile obiettivo. Il ponte di Kostantinovka, nel settore est di Melitopol, sarebbe stato danneggiato da un’esplosione, attacco attribuito agli ucraini con una probabile azione di sabotaggio.
Lo sviluppo bellico rischia di incidere sulla linea logistica, con movimenti complicati. La resistenza sta ripetendo quanto fatto prima dell’assalto a Kherson. Gli invasori rispondono a oriente su Bakhmut e alcuni osservatori suggeriscono che potrebbero tentare un accerchiamento. Nota: sono mesi che provano ad avanzare conseguendo però esiti limitati, quindi è difficile avere il quadro. Anche perché la propaganda confonde.
I depositi
Fonti americane affermano che gli occupanti stanno usando così tante munizioni per cannoni e lanciarazzi che ora sono costretti ad affidarsi a ordigni datati, con dubbi sull’efficienza. Un problema che potrebbe aggravarsi nei prossimi mesi. È un tema «di ritorno»: è stato scritto anche per i missili, eppure Mosca non ha smesso di colpire le città dell’Ucraina. Sul versante ucraino, invece, bruciano velocemente le scorte di ordigni anti-aerei, importanti per contenere i bombardamenti dal cielo: il rate di intercettamento — affermano da Kiev in dichiarazioni al Financial Times — è del 70%, forse anche di più.
Un risulto ottenuto aggiustando le tattiche, disperdendo i mezzi che compongono lo scudo (così non corrono il rischio di essere colpiti), piazzando armi su veicoli leggeri e altamente mobili, tirando almeno due missili per ogni target in arrivo. Ora potrebbero arrivare i Patriot dagli Stati Uniti, un rafforzamento consistente delle contromisure che richiederà comunque un periodo di training a Grafenwoehr, Germania. Sono apparati — indicano funzionari citati dalla Cnn — che richiedono un impegno logistico, hanno bisogno di molti uomini e dovranno comunque essere protetti. Nel contempo la Casa Bianca, mettendoli a disposizione di Kiev, risponde alle ripetute richieste da parte di Zelensky e trasmette un ulteriore messaggio di appoggio.
L’analisi
Sul tema armamenti è intervenuto il colonnello Margo Grosberg, responsabile dell’intelligence militare dell’Estonia, Paese molto attento alla crisi. Guardando i numeri, la Russia ha ancora grandi capacità, afferma l’ufficiale. Mosca, in base alle loro valutazioni, ha perso 1.400 tank, tuttavia ne ha 9 mila negli arsenali e nelle officine: poco importa che molti siano vecchi, resta una forza d’urto possente da lanciare in battaglia. Come minimo ne può impiegare almeno 3 mila di questi. Quanto all’artiglieria è andato distrutto solo il 10% del dispositivo e, pur confermando il dispendio di risorse, aggiunge che ha ancora montagne di proiettili per i suoi cannoni. Prima dell’invasione ne aveva 17 milioni, ne ha sparati 10 milioni circa: con le riserve e una produzione intensificata attraverso la mobilitazione industriale può arrivare durante l’anno a 13 milioni. La conclusione è che il conflitto andrà avanti ancora a lungo, non ci sono segnali di una conclusione ravvicinata.
Il budget
Lo lascia intendere anche la legge firmata l’11 dicembre da Putin, che per il budget del 2023 ha stanziato 9 mila miliardi di rubli — circa 134 miliardi di euro — per la difesa, la sicurezza e le forze dell’ordine: stando ai dati della Banca mondiale, la cifra equivale all’8% del Pil russo del 2021. Secondo la Difesa britannica, osservatore non sempre imparziale, la spesa per la Difesa sarebbe aumentata significativamente ed equivarrebbe al 30% dell’intero budget del prossimo anno: la campagna in Ucraina continua quindi a prosciugare le risorse russe e potrebbe costringere il neo zar a dirottare i fondi destinati ad altri quadranti internazionali.
L’Institute for the Study of War afferma da tempo che l’Armata sta spostando uomini e attrezzature da altre zone calde, in particolare la Siria e il Nagorno-Karabakh, ma Putin — sostiene l’affidabile centro studi americano — non è ancora disposto a sacrificare le proprie ambizioni geopolitiche, a cominciare dall’Asia centrale