TAMPONATI E DERUBATI – IN PROVINCIA DI VARESE UNA DOTTORESSA GIRAVA PER LE CASE PER FARE I TAMPONI MA NE APPROFITTAVA PER RUBARE GIOIELLI A CASA DEGLI ANZIANI - A INCASTRARLA È STATA LA COLLEGA CHE AVEVA VISTO STRANI MOVIMENTI: LA LADRA, APPROFITTANDO DELLA SITUAZIONE DELICATA, SI ERA INFILATA IN CAMERA DA LETTO E AVEVA SOTTRATTO DUE COLLANE – I CARABINIERI SOSPETTANO CHE…
-Ilaria Carra per "www.repubblica.it"
Lavora da anni per la sanità pubblica, nell'ultimo periodo girava per le case di anziani e invalidi a fare il tampone per il Covid. Un medico, un insospettabile. Ha 41 anni ed è di Luino, nel Varesotto, la dottoressa sorpresa a rubare gioielli in servizio. L'aveva già fatto, sette anni fa. Allora fu in una palestra, rubò dagli armadietti degli spogliatoi, venne denunciata. Stavolta è successo in una casa dove era stata ricevuta come professionista addetta ai tamponi per diagnosticare il Covid, approfittandosene dalla fiducia del ruolo che ricopre, del clima delicato in cui tutti stiamo vivendo da tempo. Non ha saputo giustificare nemmeno lei, esattamente, le ragioni quel furto. E' stata scoperta e arrestata.
È stata la sua collega, con cui girava in coppia per fare il test a domicilio, ad accorgersene. La scena a cui assiste è più che sospetta: una scusa inventata, la distrazione dell'anziano ottantenne, lei che sparisce, va in camera da letto e poi ricompare. Così la inchioda davanti a tutti, in casa ci sono anche la moglie del paziente e il figlio: "Queste cose non si fanno". E la collega 'ladra' è costretta così ad ammettere il furto, a restituire le due collane che aveva addosso e che aveva appena rubato dalla stanza dei coniugi. Quando i carabinieri della stazione di Luino intervengono trovano la responsabile del furto trattenuta in questa casa del paese.
È così che, mercoledì scorso, a una dottoressa dell'Usca - le unità speciali di continuità assistenziale - sono state trovate addosso due collane che aveva appena rubato dalla casa del paziente. E potrebbe non essere l'unico caso. La donna, sposata, ha ammesso in sede di interrogatorio davanti al pm, Massimo Politi, di aver sottratto le collane. Che in realtà secondo la famiglia erano tre, anche se la terza non è mai stata trovata. La donna è stata arrestata in flagranza, sottoposta agli arresti domiciliari in attesa dell'udienza di convalida avvenuta due giorni fa quando il gip ha applicato la misura cautelare dell'obbligo di firma tre volte alla settimana.
Le indagini proseguono. Potrebbero esserci altri casi. Anche perché dalla perquisizione della casa e dell'auto del medico, che ha lavorato anche come guardia medica e in pronto soccorso, sono stati sequestrati 55 gioielli tra anelli, bracciali e collane. Tutti catalogati dai carabinieri e oggi al vaglio di riscontri. Negli ultimi due giorni ai militari di Luino sono già arrivate altre due denunce di persone della zona che hanno ricevuto una visita a domicilio da parte della dottoressa e si sono accorte poi dell'ammanco di gioielli. Nei prossimi giorni i militari contatteranno quindi tutti i potenziali pazienti della dottoressa per cercare un eventuale riscontro di un furto subito e la corrispondenza dei gioielli, messi sotto sequestro dal gip.
La dottoressa nega però che quei 55 gioielli siano stati rubati, ma sostiene siano regali, gioielli di famiglia, comunque di proprietà e provenienza lecita. Sulle ragioni del gesto, il medico non è stato in grado di fornire una giustificazione chiara. L'avvocato Giorgio De Vincenti è il suo difensore: "Il pm ha ritenuto di convalidare il sequestro dei gioielli trovati a casa, ma non c'entrano nulla con il reato contestato.
Uno degli obiettivi della difesa a breve sarà quello di cercare di ridimensionare il tutto. C'è stata un'ammissione di responsabilità rispetto ai due gioielli sottratti quel giorno". Sui motivi della condotta, c'è un'ipotesi che la donna sia affetta da cleptomania. Il legale spiega che "c'è evidentemente un problema di natura psicologica, è una tipologia di reato che di solito riguarda problemi economici ma non è questo il caso. C'è un precedente specifico di sette anni fa, con la stessa dinamica.
Allora la mia assistita fece un percorso psicologico, e farà lo stesso anche ora". Il pm, Massimo Politi, aveva chiesto anche l'interdizione dal pubblico esercizio, ma il gip non l'ha convalidata, anche perché il medico ha già presentato le sue dimissioni all'Ats.