TANTO DI CAPPELLO! – DAL 1857 “BORSALINO” PRODUCE I CAPPELLI PER I PERSONAGGI PIÙ IMPORTANTI DEL MONDO – DALLE STAR DEL CINEMA COME HUMPHREY BOGART, ROBERT DE NIRO E ALAIN DELON ALLA LEGGENDA AMERICANA DELLA MUSICA FRANK SINATRA PASSANDO PER IL BOSS MAFIOSO AL CAPONE, MA ANCHE BENITO MUSSOLINI E TANTI ALTRI - IL CAPPELLO “BORSALINO” È STATO INDOSSATO DA TUTTI COLORO CHE VOLEVANO AVERE UN...
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Estratto dell’articolo di Maria Corbi per “la Stampa”
«È impossibile, solo se pensi che lo sia», diceva il cappellaio matto ad Alice. E Giuseppe e Lazzaro Borsalino non hanno mai avuto dubbi quando il 4 aprile 1857 fondarono ad Alessandria l'azienda che ha messo il cappello in testa al mondo che conta.
Una leggenda che inizia in Piemonte ma che fa il giro del pianeta passando per Hollywood, con la consacrazione del classico feltro indossato da Humphrey Bogart nella scena finale di Casablanca. Ma anche da Alain Delon e Jean Paul Belmondo nel film che prende il nome proprio dal Borsalino.
Oggi ad Alessandria la riapertura del museo che celebra i 166 anni del brand.
Fu in Francia, che il fondatore dell'azienda Giuseppe Borsalino, un ragazzino di sedici anni, decise nel 1850 di trasferirsi per imparare il mestiere. E quando tornò, sei anni dopo, in un cortile di via Schiavina, ad Alessandria, gettò le fondamenta della ditta di famiglia, costruita sull'ambizione, sui sogni, sul talento artigiano ma anche sulla visione industriale che gli fa comprare macchinari modernissimi a Manchester.
[…] Troppo lungo l'elenco dei clienti che comprende capi di stato, principi, star del cinema, registi, artisti, compositori come Giuseppe Verdi, gangster come Al Capone. Ma anche cardinali con in testa il rosso galero, con nappe e trenta fiocchi.
Molti i pezzi storici conservati nel museo: la bombetta dell'imperatore del Giappone Hirohito a quella di Benito Mussolini, uno dei cilindri che lo scià di Persia ordinò per le celebrazioni dei duemilacinquecento anni dell'impero persiano a Persepoli. Il cappello di Charlie Chaplin, ma anche di Ezra Pound, il copricapo del Pandit Nehru, il charro in oro zecchino fatto fare per Pancho Villa.
Cappelli che sono stati testimoni di grandi eventi della storia, in testa a Chamberlain, Truman, Churchill, Gorbaciov. Il filmato che testimonia la fucilazione di Galeazzo Ciano mostra il feltro che scivola via insieme alla vita del condannato.
A Hollywood Gary Cooper sfoderava il suo fascino sotto a un Panama, Fred Astaire faceva volteggiare insieme alle sue gambe proprio una paglietta made in Alessandria. E insieme a loro una folla di divi, da Orson Welles a Warren Beatty. Ma anche Robert Redford, Robert De Niro (ne indossa uno ne "Gli Intoccabili"), e attrici dalla bellezza conturbante come Marlene Dietrich, Ingrid Bergman, Greta Garbo. A Cinecittà non si fanno guardare dietro e mettono il Borsalino, tra gli altri Federico Fellini, Alberto Sordi, Marcello Mastroianni.
Un mito a se il modello "Panama", in fibre e germogli di Carludovica palmata, così flessibile da potersi arrotolare e chiudere nella custodia di un sigaro. Lo hanno indossato Napoleone III e Theodore Roosevelt, Edoardo VIII d'Inghilterra e Gustavo di Svezia, Gabriele D'Annunzio e Ernest Hemingway. E Giovanni XXIII ne ricevette uno in dono. […]