O I TASSISTI SONO POVERI IN CANNA O CI STANNO PRENDENDO PER IL CULO (LA SECONDA CHE HAI LETTO) – NUOVO SERVIZIO DELLE “IENE” SULLA CASTA DEI TAXI: SECONDO I DATI UFFICIALI DEL GOVERNO, A ROMA, NEL 2021, I CONDUCENTI HANNO GUADAGNATO IN MEDIA 520 EURO AL MESE. OVVIAMENTE È TUTTA UNA CAZZATA: LA VERITÀ È CHE MOLTI PRENDONO CONTANTI PER FARE NERO ED EVADERE LE TASSE. NON A CASO LE LICENZE ARRIVANO A COSTARE ANCHE 150MILA EURO - TUTTO SI GIOCA SUL POS, LA VERA KRYPTONITE DEI TASSISTI: “QUANDO STAI VERSO IL 20 DEL MESE, LO STACCHI. AVVISI CHE NON FUNZIONA E PRENDI CONTANTI"; "IO FACCIO ALMENO 200 EURO AL GIORNO" – MORALE DELLA FAVA: DATECE UBER!
VIDEO - I TASSISTI DICHIARANO TUTTO QUELLO CHE INCASSANO?
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1 - L’ESERCITO DEI TASSISTI EVASORI “DICHIARO MILLE EURO. NE FACCIO 9 MILA”
Estratto dell’articolo di Riccardo Caponetti per “la Repubblica - Edizione Roma”
I tassisti con partita Iva dichiarano solo una piccolissima parte del loro vero incasso. Un fenomeno esteso in tutta Italia, ma soprattutto a Roma, dove in media — secondo dati governativi diffusi ieri sera da Le Iene — nel 2021 hanno guadagnato 6.240 euro lordi all’anno: ovvero 520 euro al mese, comprese le tasse. La metà di Milano ( 11.411) e Napoli (19.890), molto meno dei colleghi di Bologna (9.642). Meglio solo di quelli di Firenze (5.238).
[…] Perché allora, se gli stipendi sono questi, le licenze dei taxi costano più o meno 140 mila euro? E quanto pagano davvero di tasse i tassisti? Con questo doppio interrogativo si è aperto il servizio di ieri sera […]. Al centro c’è sempre lui, il Pos, che rende tracciabili tutti i pagamenti ricevuti.
Dunque se per 30 giorni al mese si effettuano transazioni con la carta di credito, mentire allo Stato è impossibile. Ma se si evita di usare, a quel punto diventa facile dribblare le tasse. A confessarlo sono gli stessi conducenti intercettati da Le Iene.
«Pensa che sto mese a dicembre arriverò a guadagnare sui 9 mila euro, ma ho sempre una busta paga di 1.500 » , esordisce un tassista.
«A Roma io in 42 anni non ho mai avuto accertamenti da parte dell’Agenzia delle entrate. Io dichiaro sempre una busta paga di 1.500- 1.300 euro. Poi […] tutti gli altri soldi che hai incassato sono tuoi, non te li tocca nessuno i contanti. Non si tracciano, capito?».
La strategia è chiara. «Bisogna tenere un conto mentale o scritto, fai come ti pare, ma devi arrivare a incassare con il Pos massimo sugli 800-1000 euro al mese», spiega un terzo tassista. Altro che stipendi da fame o rimborsi spese, l’attività può essere molto redditizia.
«Adesso ho fatto una corsetta di 8 euro e me li ha dati in contanti, 200 euro al giorno li faccio. C’è gente che si compra casa così eh», puntualizza un’altra persona.
Per questo ha destato scalpore la decisione di un tassista di Bologna, Redsox ( Roberto Mantovani), di pubblicare su Twitter ogni giorno i suoi guadagni. […] In totale in due settimane, con 3 giornate di riposo, i suoi incassi trasparenti ammonterebbero già a 5.638 euro: ovvero la metà di quanto in media i suoi colleghi con partita Iva hanno dichiarato per tutto il 2021.
[…]. Il tema del Pos si affianca a un altro problema, segnalato più volte dall’Amministrazione: le truffe. Ovvero la richiesta di prezzi più alti rispetto al dovuto, magari ai turisti. Una possibile soluzione […] l’aveva proposta Alessandro Onorato, assessore allo Sport, turismo, moda e grandi eventi: dei totem agli arrivi o al ritiro bagagli a Fiumicino e Ciampino, su cui digitare la destinazione da raggiungere in taxi, per ricevere un voucher da presentare fuori l’aeroporto a tassista, che non potrà così chiedere una cifra diversa.
2 - DOPPI CONTI, TASSAMETRI SPENTI E ASSALTI AI TURISTI “CON IL CASH” TUTTI I TRUCCHI DEI CONDUCENTI
Estratto dell’articolo di Riccardo Caponetti per “la Repubblica - Edizione Roma”
Sconti per chi paga in contanti, un utilizzo calendarizzato delle carte di credito, viaggi fuori città giustificati con motivi personali. Oppure la classica scusa che il Pos «non funziona » . Sono questi i principali trucchetti dei tassisti per impedire ai propri clienti di saldare la corsa con un pagamento elettronico, in favore del cash. Contanti non tracciabili.
Poco importa che ci sia una legge che impone ai commercianti di accettare carte di credito e bancomat per qualsiasi importo e non solo per le spese superiori a 60 euro, la soglia che il governo Meloni inizialmente avrebbe voluto stabilire.
[…] Ieri sera, poi, a denunciare le abitudini di alcuni tassisti sono state Le Iene. «Con la carta sono 45 euro, contanti invece 40», dice un uomo a un turista, che invogliato dallo sconto senza pensarci apre il portafoglio e prende le banconote.
I clienti ideali sono le famiglie in arrivo dall’estero a Roma. Con loro si può giocare la carta del mal funzionamento del Pos senza problemi. « Eh glielo dici alla gente, specialmente agli stranieri. Gli spieghi “no battery, only cash, sorry”. Tanto se sono famiglie stai tranquillo che montano in macchina e ti pagano con i soldi » , racconta un tassista nel servizio.
Il motivo per preferire i contanti alla carta di credito è noto: i pagamenti con il Pos sono tracciabili e dunque vanno dichiarati. Il guadagno in banconote e quindi potenzialmente in nero, invece, è netto. Inoltre non ci sono nemmeno le commissioni alle banche. Qui si gioca la partita. «Quando tu stai verso il 20 del mese, stacchi il Pos. Avvisi che non funziona e che ti devono pagare in contanti. Glielo spieghi prima di salire in macchina che non funziona il bancomat, se gli va bene montano. Altrimenti se ne cercano un altro» […].