TE PIACE, ‘O PRESEPE? MARINO NIOLA IN LODE DEL SIMBOLO DEL NATALE CHE COMPIE OTTOCENTO ANNI: “SE IL PRESEPE DEL POVERELLO D'ASSISI RAPPRESENTA LA NATIVITÀ, QUELLO DI NAPOLI RAPPRESENTA L'UMANITÀ. ALL'OMBRA DEL VESUVIO COMANDA IL DEMONE BAROCCO DELL'IPERBOLE CHE MESCOLA LE STORIE, SOVRAPPONE LE SCENE, AGGIUNGE PERSONAGGI. MA È PROPRIO QUESTA SPETTACOLARIZZAZIONE, CHE TRASFERISCE LA GALILEA ALLA SANITÀ, ALL'ORIGINE DELLA FORTUNA PLANETARIA DEL PRESEPE PARTENOPEO…” (GODETEVI IL DAGO-PRESEPE: FOTO)

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Estratto dell’articolo di Marino Niola per “Il Venerdì di Repubblica”

 

il presepe 2023 di piazza san pietro

Compie ottocento anni, ma non li dimostra. Il primo presepe nasce, infatti, la notte di Natale del 1223 dalla beata creatività di san Francesco. Che ebbe l'idea di vestire gli abitanti di Greccio, in provincia di Rieti, con i panni della Sacra Famiglia, completa di bue e asinello. […] in realtà col passare del tempo il presepe si è allontanato sempre di più dalla originaria severità francescana. Diventando una sorta di giocattolo devoto, dove si mescolano sacro e profano, messaggio universale e colore locale.

 

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[…] Ad Acireale i pastori somigliano ai pupi. In Alto Adige la grotta di Betlemme si trasferisce sulle Alpi e la Sacra Famiglia è scolpita nel legno. Le crèches francesi hanno come scenario i monti della Provenza. E in Germania i pastori della Krippe vestono i panni dei montanari bavaresi. Mentre quelli dei presepi latinoamericani indossano i tradizionali costumi andini. E la savana, con gli animali selvaggi, fa da paesaggio ai presepi africani.

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A Napoli, considerata la capitale mondiale del presepe, la nascita di Gesù Bambino ha come sfondo il Vesuvio, le montagne appenniniche e le rovine di Pompei. Ed è proprio nella città partenopea che nel Settecento la rappresentazione della Natività diventa quella sacra ammuina che lo rende sempre più popolare o, meglio, sempre più pop. Dove lo spettacolo della folla variopinta finisce quasi per metter in secondo piano la dimensione religiosa. Il risultato è che la grotta di Betlemme si trasferisce nel ventre di Napoli. E trasforma la Natività in un grande teatro di popolo. In una recita corale da Natale in casa Cupiello.

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[…] Certo è che a Napoli siamo a distanza siderale dall'invenzione umile e scarna del Poverello di Assisi.

All'ombra del Vesuvio comanda il demone barocco dell'iperbole che mescola le storie, sovrappone le scene, aggiunge personaggi. A immagine e somiglianza della concitata umanità partenopea e del suo feroce attaccamento alla vita. È il Vangelo in dialetto. Così un dogma astratto e impervio come quello dell'Incarnazione raggiunge anche i cuori più semplici.

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Trasformando Dio in una creatura, anzi in un criaturo come si dice nella città dove i figli so' piezz'e core.

Ma è proprio questa spettacolarizzazione, che trasferisce la Galilea alla Sanità, all'origine della fortuna planetaria del presepe partenopeo.

 

DAGO-PUTTO - PERSONAGGIO DEL PRESEPE BY GENNY DI VIRGILIO COMMISSIONATO DA NOVELLA 2000

[…] se il presepe del Poverello d'Assisi rappresenta la Natività, quello di Napoli rappresenta l'umanità. E quest'anno papa Francesco ha affidato a due artigiani partenopei, Cantone e Costabile, il compito di realizzare il presepe dell'ottocentenario in piazza San Pietro. Dodici pastori a grandezza naturale tra i quali lo stesso Poverello, più altri tre francescani. È un modo per aggiornare la lettera del Vangelo riconoscendo al patrono d'Italia e al suo ordine la paternità del presepe. […]

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