LA TECNOLOGIA FA MIRACOLI: RESUSCITA ANCHE I MORTI! - LA PIATTAFORMA "PODCAST-AI" HA PUBBLICATO UNA "INTERVISTA" DI JOE ROGAN A STEVE JOBS. PECCATO CHE SI TRATTI DI DUE "DEEPFAKE"! - IL PROGRAMMA HA "CLONATO" LE VOCI GRAZIE AL MATERIALE RACCOLTO ONLINE, RIUSCENDO A PRODURRE UN'INTERVISTA DI 20 MINUTI DOVE PARLANO, SCHERZANO E PARLANO DI LSD… - VIDEO
-Antonio Dini per www.wired.it
Joe Rogan, il popolarissimo conduttore di podcast salito alla ribalta della cronaca non solo per gli ascolti stellari ma anche per essere passato in esclusiva sulla piattaforma di Spotify con un contratto milionario e per le accuse di transfobia e "simpatia per i no-vax" con relativi inviti a non vaccinarsi, ne ha fatte un'altra delle sue. Anzi, un vero e proprio scoop. Ha intervistato Steve Jobs, nonostante il co-fondatore di Apple sia morto ormai da undici anni.
Nel primo podcast, anzi nel primo fake podcast pubblicato sulla nuova piattaforma Podcast-AI, dove la "Ai" sta per intelligenza artificiale, Rogan duetta per quasi venti minuti con uno Steve Jobs che ride, scherza, risponde sempre in tono amichevole e parla un po' a vanvera di cose di ieri e di oggi. "Anche io ho buttato via il mio Mac dalla finestra", dice a un certo punto rispondendo a una battuta di Rogan.
Cosa succede? Semplicemente, sfruttando una serie di modelli di intelligenza artificiale, Rogan ha di fatto "clonato" la voce e il bagaglio di conoscenze pubbliche di Steve Jobs (recuperato dalle trascrizioni dei suoi keynote, dalle interviste pubbliche, dagli articoli che lo virgolettano e via dicendo) per dare forma a un bot "intelligente" che risponde attingendo al sapere di Jobs per formulare frasi che sono un mix di pezzi delle frasi effettivamente dette dal cofondatore di Apple.
“RESUSCITARE I MORTI”
Non è la prima volta e non sarà l'ultima: anche Alexa può imitare le voci dei morti e la tecnologia capace di clonare le voci delle persone è già a punto da tempo. Ma il cattivo gusto di “resuscitare” un morto per fargli domande alle quali risponde un falso storico generato dall'intelligenza artificiale ancora non si era né visto né sentito.
Come spiega sul sito di PodcastAi, si tratta di "un podcast settimanale che approfondisce un nuovo argomento, interamente generato dall'intelligenza artificiale. Gli episodi sono resi con le voci ultra-realistiche di play.ht e le trascrizioni sono generate con modelli linguistici ottimizzati. Per esempio, l'episodio su Steve Jobs è stato preparato sulla base della sua biografia e di tutte le registrazioni che abbiamo trovato online, in modo che l'intelligenza artificiale potesse riportarlo in vita con precisione". Da notare che per tradurre il testo originale di questa citazione presente sul sito di PodcastAI abbiamo utilizzato il traduttore automatico DeepL senza effettuare nessuna correzione successiva: un altro uso dell'intelligenza artificiale formidabile.
Rogan dice anche che "è possibile suggerire e votare idee per gli episodi qui, e le esploreremo nelle prossime puntate". E di idee ne arrivano tantissime: una conversazione tra Buddha ed Einstein. Trump che intervista se stesso. Elon Musk che parla con Nikola Tesla. Gesù che parla con Dio. Rogan che parla con Putin e Biden per trovare la pace. Una conversazione fra Stan Lee e Walt Disney. Le possibilità sono senza limiti, come si dice in questi casi.
Il podcast infatti vive un paradosso incredibile: può avere qualsiasi ospite abbia lasciato una traccia (o un "corpus" come lo chiamano gli esperti di machine learning) di frasi registrate per generare un "gemello digitale" di qualsiasi persona, viva o morta, e consentire di interagire con altri. Poco importa se questo avviene in diretta o se serve un montaggio che faccia pulizia di errori e imprecisioni: è il risultato finale che conta. E il risultato è davvero impressionante.
Come per i deepfake, e forse ancora di più, questo sistema può creare una serie pressoché infinita di problemi: falsificazioni, introduzione di falsi storici, disinformazione, modifica della realtà. George Orwell sarebbe terrorizzato e ammirato al tempo stesso. Per personaggi pubblici che hanno migliaia e migliaia di ore di video in circolazione creare un pezzetto di audio in cui si fa dire qualcosa di plausibile ma in realtà inventato è un rischio concreto.
Se anche oggi la cosa sembra falsa (e certamente la sintesi vocale e la velocità con la quale Steve Jobs parla, oltre che il merito di quel che dice, sono decisamente lacunosi e disturbanti) un domani può essere interpretata come vera. E comunque gli esseri umani sono fatti per fidarsi di quel che vedono e sentono come prova fenomenologica della realtà: anche se c'è la consapevolezza che il messaggio possa essere falso il rischio molto concreto è che può ingannare lo stesso.
Rogan, che come dicevamo è abituato ad avere opinioni forti e a spettacolarizzare la sua attività per guadagnare ascolti, ha fatto la cosa più logica che potesse fare nella sua posizione: ha sfruttato una novità tecnologica molto pericolosa sparando subito nel mucchio. Il personaggio scelto è uno dei più influenti del XX secolo e al tempo stesso uno dei meno "pericolosi" da clonare: non è infatti un politico o un leader spirituale ma semplicemente un capitano d'industria.
Tuttavia, il cofondatore di Apple è una specie di John Lennon della tecnologia, una rockstar dei computer, ed è estremamente riconoscibile. Il livello dell'imitazione fatta dall'intelligenza artificiale è incredibile. E la porta che apre, cioè una montagna di contenuti audio falsi ma al tempo stesso interessanti, è enorme.