TIRARE IL FASCIO E NASCONDERE LA MANO - I MILITANTI DI “FORZA NUOVA” PROTAGONISTI DELL’ASSALTO DELLA SEDE ALLA CGIL HANNO PAURA E FANNO DIETROFRONT - “IL CICLONE” LORENZO FRANCESCHI, CHE È ARRIVATO DA AREZZO A ROMA PER FARE CASINO: “SONO ENTRATO, MA SOLO PER CURIOSITÀ. IL MEGAFONO L’HO IMPIEGATO PER DIRE ALLE PERSONE DI NON ENTRARE. LE ARMI? REGALI DI AMICI, SONO UN COLLEZIONISTA”
-
Giuseppe Scarpa per "il Messaggero"
«Forza Nuova non è attiva da due anni». E ancora: «Il megafono l'ho impiegato per dire alle persone di non entrare nella sede della Cgil, dove poi sono entrato solo per curiosità», afferma sicuro al pm il militante di Fn venuto da Arezzo a Roma per la manifestazione contro il Green pass del 9 ottobre. Protesta che si è poi trasformata nell'assalto alla sede del sindacato.
«Ma con il braccio ha indicato agli altri di dirigersi verso la sede della Cgil», ribatte il magistrato mentre guarda il frame di un video in cui sarebbe immortalato il forzanovista. «No guardi in realtà volevo bloccarle le persone».
«Queste armi, invece, come le spiega?» Il sostituto procuratore fa l'elenco di tirapugni, sfollagente, mannaie, pugnali e gadget nazifascisti trovati in casa dell'esponente Fn dopo una perquisizione della Digos. Ma anche in questo caso Lorenzo Franceschi, 58 anni, non fa un grinza e replica: «Regali di amici, sono un collezionista».
Per la seconda volta in pochi giorni i magistrati romani hanno ascoltato le tesi difensive dei neofascisti che hanno guidato la protesta violenta di una decina di giorni fa. E per la seconda volta sono rimasti sorpresi dalle risposte degli ultimi due forzanovisti detenuti con l'accusa di devastazione e violenza a pubblico ufficiale.
E così, dopo gli interrogatori delle sei persone, i vertici di Fn, arrestate a ridosso dei fatti del 9 ottobre tutt' ora in carcere, che hanno richiesto il Riesame, Giuliano Castellino, Roberto Fiore, Luigi Aronica, Salvatore Lubrano, Pamela Testa e Biagio Passaro, anche i leader palermitani e aretini del movimento sono stati ascoltati.
Ed anche Massimiliano Ursino, 44 anni, e Franceschi, hanno cercato, a modo loro, di mettere in discussione, l'impianto accusatorio che si fonda, in gran parte, su filmati e foto acquisiti dalle telecamere di zona da parte degli investigatori.
GLI INTERROGATORI
Ursino, leader siciliano di Forza Nuova ha invece sostenuto di essersi dato da fare per «placare gli animi e convincere i violenti ad andare via». «Conosco sia Roberto Fiore, sia Giuliano Castellino, sia Luigi Aronica, noi siamo scesi in piazza quel giorno come dei semplici manifestanti», ha sottolineato il 44enne. Il suo avvocato, Enrico Sanseverino, ha spiegato che «non ci sono prove che Ursino abbia partecipato all'assalto del sindacato».
Nel frattempo, dopo l'inchiesta sul sito di Forza Nuova e le due indagini che hanno portato ai primi 14 arresti, adesso è stato aperto un nuovo fascicolo. Il reato ipotizzato è di resistenza pluriaggravata. In totale sono state iscritte 20 persone riconosciute nei filmati dalla Digos e segnalate alla procura di Roma. Considerando che, secondo gli inquirenti, erano poco meno di 3.000 le persone responsabili dei disordini, il numero degli indagati è destinato a salire. È possibile, perciò, che si arrivi a contarne un centinaio. Nessuno dei manifestanti finito nell'ultimo filone dell'inchiesta è iscritto a Forza Nuova, o appartiene a gruppi dell'estrema destra.