TIZIANO FERRO CHIEDE PRIVACY PER I DUE FIGLI. CURIOSO, VISTO CHE È STATO LUI A SPIATTELLARE LE LORO FOTO SU INSTAGRAM! – I PICCOLI DI 9 E 4 MESI SONO STATI ADOTTATI O IL CANTANTE E IL MARITO LI HANNO “COMPRATI” GRAZIE A UNA GRAVIDANZA SURROGATA? – NEGLI USA ANCHE UN SINGLE PUÒ ADOTTARE, E TIZIANO GIA' NEL 2016 FREQUENTAVA INCONTRI PER ASPIRANTI GENITORI...

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1. TIZIANO FERRO NON SA CHE I FOLLOWER DEI PADRI RICADRANNO SUI FIGLI (SURROGATI E NO)

Guia Soncini per www.linkiesta.it

 

tiziano ferro presenta i figli tiziano ferro presenta i figli

Meno male che Tiziano Ferro non ha specificato, nel post in cui annuncia al mondo l’arrivo dei suoi figli, se sono stati adottati appena nati con procedura avviata durante la gravidanza, o concepiti con la fecondazione assistita in gravidanza surrogata; meno male, così possiamo parlare in generale della questione, senza che sembri un dibattito su Ferro e la sua prole. (Comunque poi ci arriviamo, a Ferro e alla sua prole).

 

Non esiste un verbo, per dire la paternità surrogata. È un problema che mi ero posta qualche anno fa, quando un conoscente aveva avuto dei figli da una madre surrogata, che negli Stati Uniti – dove si sono svolte le gravidanze che hanno reso padri prima il mio conoscente e poi Ferro – è una cosa normalissima e in Italia è un gigantesco tabù.

 

TIZIANO FERRO TIZIANO FERRO

Avevo detto al mio conoscente, maschio gay come Ferro: non hai partorito tu né la persona con cui stai, non avete adottato, ci vuole un verbo preciso per dirlo. Lui si era messo sulla difensiva, sostenendo che no, «è diventato padre» basta e avanza.

Ovviamente non è così: la lingua funziona quando è specifica (per questo la schwa non ha alcuna possibilità di attecchire). Se non trovi un modo per dire una modalità che sarà sempre più comune, si farà sempre più spazio alla cornice che incoraggia il tabù: hanno comprato dei bambini.

 

Al netto delle convinzioni personali e ideologiche, della feticizzazione della maternità, l’unico modo di abbattere i tabù è parlarne come non fossero tali. (Riderne, persino: vaste programme).

Certo che le donne non devono essere ridotte in schiavitù e sfruttate; ma ci sono quelle per le quali una gravidanza è un lavoro come un altro, ci sono quelle cui piace essere incinte, c’è il libero arbitrio.

tiziano ferro victor tiziano ferro victor

 

Certo che se i lavori di fatica puoi farli fare a qualcun altro pagherai sempre per farli, e quindi non vedo perché sia normale delegare a qualcuno le pulizie di casa e non la gravidanza; ma forse sottovaluto le perversioni, e probabilmente in futuro ci saranno sempre più povere che si sobbarcano le gravidanze delle ricche ma continueranno a esserci ricche che non si fanno fare l’epidurale.

 

TIZIANO FERRO DA GIOVANE TIZIANO FERRO DA GIOVANE

Epperò l’adozione di neonati da gestanti che già sanno di non voler fare da madri non è diversa: è, a tutti gli effetti, una gestazione per altri. E nessuno, neanche i più oscurantisti tra noi europei, è contrario all’adozione di bambini cresciuti in uteri non desideranti, siano ad adottare scapoli o coppie omosessuali o zitelle. Ma quel bambino non è stato concepito su commissione, non sarà una transazione commerciale, puntesclamativeranno i reazionari. A parte che, se pensate la genitorialità non abbia a che fare col commercio, provate a negare un giocattolo a un bambino occidentale; mi state dicendo che una gravidanza per sbaglio è meglio d’una gravidanza pianificata?

 

tiziano ferro victor tiziano ferro victor

La questione, al netto di Ferro, è complessa perché stratificati sono i tabù da una parte e grandi le paranoie di sembrare reazionari dall’altra. Talmente grandi che ci guardiamo bene dal notare quanto sia curioso che gli omosessuali maschi, coi loro rapporti fortissimi con la figura materna, appena ne hanno l’opportunità si affrettino a creare famiglie in cui la figura materna non esiste; non sarò certo io a farlo, e poi mi pare più utile regolamentare una situazione esistente che giocare col kit dello psicologo dilettante.

 

tiziano ferro tiziano ferro

Non sarà certo Tiziano Ferro a risolvere il tabù: il tabù potrebbe cominciare a decadere se le italiane con un’immagine pubblica da tutelare utilizzassero la surrogata con la disinvoltura con cui la utilizzano le americane facenti parte del club dei giusti, da Shonda Rhimes a Nicole Kidman. Se lo fa solo chi un utero non ce l’ha, è il rifugio dei disperati (milionari disperati, ma sempre disperati), non un’opzione come un’altra.

Però di Ferro vale la pena parlare, e non del verbo che definisca la sua paternità ma del suo modulo comunicativo. Quando nel 2020 è stato necessario annullare tutte le tournée previste e riposizionarle nel 2021 (poi sarebbero saltate di nuovo, ma ancora non si sapeva), l’imminente paternità di Ferro era considerata una fortuna per gli altri cantanti: un concorrente in meno ai posti negli stadi nel 2021, è concentrato sulla gravidanza e non farà concerti.

 

tiziano ferro tiziano ferro

Ovviamente nessuno l’ha scritto, perché gli esseri umani sono più civili di quanto si pensi, e intuiscono su cosa farsi i cazzi loro: sulle gravidanze in programma, su quelle in essere ma riservatamente, su quelle già concluse ma senza comunicati ufficiali. Nessuno ha scritto niente quando è nata la prima figlia di Ferro. Tutti hanno taciuto finché lui, ieri, non ha instagrammato sé stesso in una foto in cui si vedeva la sua faccia, la fronte del marito, le nuche dei bambini.

 

tiziano ferro 4 tiziano ferro 4

Sotto a quella foto c’è scritto così: «Comprendiamo e accettiamo la curiosità che regna intorno a noi, ma vi chiediamo di rispettare la riservatezza di Margherita e di Andres. Ci prenderemo cura dei nostri figli, proteggendoli e custodendone l’intimità meglio che potremo. Saranno solo e soltanto loro a decidere “quando” – e soprattutto “se” – condividere il racconto della loro vita». È la didascalia della prima immagine pubblica del racconto della loro vita, pubblicata non da loro ma da un cantante con più di due milioni di follower (cui aggiungere tutti quelli che leggeranno quel post rilanciato sulle pagine dei giornali).

 

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Naturalmente non c’è una soluzione. Puoi non pubblicare mai i tuoi figli e sperare che nessuno lo faccia al posto tuo? Forse sì: dopotutto nessun paparazzo t’ha pubblicato a tradimento in questi primi mesi di paternità, e George Clooney ha come argomento più forte nel chiedere ai tabloid di lasciare in pace i suoi figli il proprio non averli mai condivisi sui social (social sui quali non sta, peraltro).

 

Puoi dire che stai proteggendoli pubblicandone solo le nuche e che quel confine non va superato? Forse sì, ma in Italia è anche superfluo: i giornali italiani si sono regolamentati con quell’ubriachissima convenzione per la quale le facce dei minorenni vanno rese irriconoscibili, col risultato della collega di Ferro che un minuto minaccia causa alle riviste che hanno pubblicato una foto con la figlia non pixelata, e il minuto dopo fa salire la figlia sul palco d’uno stadio davanti a decine di migliaia di persone.

tiziano ferro 2 tiziano ferro 2

 

Puoi pensare che i figli d’una celebrità globale nell’epoca della comunicazione autogestita, in cui dal tuo telefono puoi mostrarti in diretta dalla doccia o dagli Oscar, dalla cucina o da un concerto, puoi pensare che abbiano una scelta circa l’essere la loro vita uno spettacolo pubblico? Forse puoi illuderti, sì. Forse puoi creare un nuovo paradosso, nuove scuole filosofiche, una nuova società dello spettacolo. In cui la richiesta pubblica di non considerare la tua famiglia affare pubblico prenda ottocentomila pubblici cuoricini.

 

2. TIZIANO FERRO, IN USA, VOGLIO UN FIGLIO

Da Ansa del 20 dicembre del 2016

 

"Se sono in America è anche perché voglio un figlio, e lo voglio anche da solo".

TIZIANO FERRO DA GIOVANE TIZIANO FERRO DA GIOVANE

Così Tiziano Ferro racconta a Vanity Fair - che lo mette in copertina nel numero in edicola da mercoledì 21 dicembre, in occasione dell'uscita del suo album di inediti (a 5 anni dal precedente) Il mestiere della vita, disco di platino in appena 7 giorni - la sua nuova vita a Los Angeles, dove ha passato quest'anno.

 

Proprio sulle pagine del settimanale aveva pubblicamente dichiarato la sua omosessualità, nel 2010, e in questa intervista parla, tra le altre cose, della sua situazione sentimentale e del sogno di paternità. Dopo quattro anni in coppia ora non ha un compagno. Il figlio che sogna da tanto, lo vorrebbe anche da solo, "sono in America anche per questo.

 

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Frequento incontri per aspiranti genitori e mi sono reso conto che c'è molta razionalità da mettere in questo progetto, lo slancio non basta. Diciamo che se il cuore riesce a superare la quantità di burocrazia richiesta, allora il figlio lo vuoi davvero".

 

3. TIZIANO FERRO, PERCHÉ È DIVENTATO PAPÀ ( E PERCHÉ LO È DIVENTATO NEGLI STATI UNITI)

Chiara Maffioletti per www.corriere.it

 

TIZIANO FERRO TIZIANO FERRO

L’amore è una cosa semplice e, questa volta, Tiziano Ferro per dimostrarcelo ha pubblicato una foto in bianco e nero. Nell’immagine ci sono lui, suo marito Victor Allen e due testoline con già tanti capelli. Sono quelle di Margherita, 9 mesi e Andres, 4, i due figli della coppia. Con un post pubblicato ieri mattina su Instagram, il cantante ha fatto sapere al mondo che la sua famiglia è diventata decisamente più grande. «Sono diventato papà e voglio presentarvi queste due meraviglie di 9 e 4 mesi — ha scritto Ferro —. Margherita e Andres, la vostra vita è appena iniziata. Ma anche la nostra. Per me e Victor l’esperienza da genitori rappresenta il più alto degli onori, il più impegnativo degli oneri. Che affronteremo con amore, attenzione, tenerezza e dedizione».

tiziano ferro e jovanotti balla per me 1 tiziano ferro e jovanotti balla per me 1

 

Una promessa mantenuta già nella riga successiva del messaggio del cantautore, che ha chiaramente detto di voler tutelare la privacy dei due piccoli. «Comprendiamo e accettiamo la curiosità che regna intorno a noi, ma vi chiediamo di rispettare la riservatezza di Margherita e di Andres — ha infatti chiarito —. Ci prenderemo cura dei nostri figli, proteggendoli e custodendone l’intimità meglio che potremo. Saranno solo e soltanto loro a decidere “quando” — e soprattutto “se” — condividere il racconto della loro vita, è giusto che lo conoscano prima del resto del mondo. E’ un diritto insindacabile». E così, ad accompagnare la notizia, resta solo il sorriso totale della coppia nella foto in cui stringe i suoi piccoli e un unico altro dettaglio raccontato nel post, e cioè come è iniziata questa nuova vita per Tiziano Ferro: «Due telefonate mi hanno reso l’uomo più felice del mondo. La prima qualche mese fa: una bimba. La seconda poche settimane dopo: questa volta un bimbo».

 

TIZIANO FERRO IN LACRIME A SANREMO TIZIANO FERRO IN LACRIME A SANREMO

Dunque, a 42 anni appena compiuti (il 21 febbraio), il cantautore realizza uno dei suoi sogni più grandi e antichi: diventare papà. Più volte nel tempo aveva detto che dietro la sua scelta di trasferirsi negli Stati Uniti c’era proprio questo, il desiderio di avere un figlio lì dove era burocraticamente più semplice realizzarlo. «Anche da solo», aveva ammesso nel 2016. Invece, lo ha fatto assieme a suo marito, sposato tre anni dopo. Con un doppio matrimonio: uno americano e uno italianissimo, a Sabaudia, vicino al mare e con una cinquantina di amici. Allora, parlando di quel giorno, Ferro aveva detto: «La vita e le sue imprevedibili e meravigliose svolte. Non vedo l’ora di raccontarvi questa ennesima storia di gioia e celebrazione dell’amore». Anche in quel caso, per i tanti fan del cantautore era stata una sorpresa. Un annuncio a cose fatte, l’unica strada cioè per evitare curiosità e troppe domande.

fiorello tiziano ferro fiorello tiziano ferro

 

Ma, in un secondo momento, aveva condiviso alcuni dettagli del loro amore, nato nei corridoi della Warner Bros, a Los Angeles. Uno scambio di sguardi, poi l’invito da parte di Allen, che all’epoca lavorava come consulente per la casa di produzione, a bere un caffè insieme. Non immaginava che quel ragazzo — hanno quindici anni di differenza — era in realtà una superstar adorata in mezzo mondo e quella superstar, del resto, aveva preferito farsi conoscere solo come un ragazzo, rispondendo alla domanda del manager — «Cosa fai nella vita?» — con un contenuto: «Scrivo canzoni». Ed ecco allora la prima delle «meravigliose svolte» che negli ultimi anni hanno ridisegnato l’esistenza di quel bambino di Latina che già a cinque anni provava a cantare mentre suonava la tastiera Bontempi che gli avevano provvidenzialmente regalato.

 

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Un talento che nel 2001 hanno conosciuto tutti quanti grazie a un disco - «Rosso relativo» — che ha lanciato la sua carriera non facendola mai più atterrare. Voce potente, non solo quando canta, Ferro ha parlato della sua omosessualità nel 2010, quando non era così automatico farlo. Da allora sempre più persone si sono appassionate a lui, alla sua musica (ha venduto con i suoi dischi più di 15 milioni di copie nel mondo) ma anche alla sua vita, seguita attraverso i social o anche nel documentario del 2020 che per titolo ha il suo cognome. Lì si vedevano i suoi sogni ma anche le sue insicurezze («Ero grasso, bullizzato, sfigato. Avevo un senso di inadeguatezza enorme»), le sue paure e le strategie per vincerle. Un susseguirsi di svolte «imprevedibili e meravigliose» fino a quest’ultimo doppio tornante. Quello che, finalmente, lo ha reso «l’uomo più felice del mondo».

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